Treviso, i manifesti di Kyenge imbrattati di vernice bianca
![](https://static.open.online/wp-content/uploads/2019/05/kyenge.png.png)
![](https://static.open.online/wp-content/uploads/2019/05/kyenge.png.png)
L’ex ministro per l’integrazione Cécile Kyenge (Pd) durante il suo tour elettorale in Veneto, a Treviso, è stata ancora una volta vittima di episodi di razzismo. In occasione del comizio avvenuto martedì 21 maggio, dove la candidata alle europee per il Pd ha incontrato cittadini e cittadine per esporre il suo programma per l’Europa, i suoi manifesti elettorali appesi per la città sono stati imbrattati di bianco.
A commento del suo slogan «Siamo l’Italia. Siamo l’Europa», è comparsa la scritta: «Tu no».
Proprio lunedì è arrivata anche la conferma dalla Cassazione della condanna a mille euro di ammenda per l’ex europarlamentare della Lega Mario Borghezio, il quale aveva insultato l’ex ministro nel corso di una telefonata a La Zanzara, il 29 aprile del 2013. Borghezio era accusato di diffamazione aggravata dalla finalità di odio razziale.
![](https://static.open.online/wp-content/uploads/2019/05/GOLF_20190522084455722-1024x683.jpg)
Mentre il 18 gennaio scorso un altro membro della Lega, il senatore Roberto Calderoli era stato condannato a 18 mesi dal Tribunale di Bergamo, per diffamazione aggravata dall’odio razziale. Calderoli aveva paragonato l’esponente del Pd a un «orango».
Ad aprile era invece stata la volta di Tommaso Golini. L’ex leader di Forza Nuova è stato condannato a pagare una multa di 1.500 euro per una scritta comparsa nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 2013 davanti alla sede del Pd di Macerata: «Kyene torna in Congo». Per Golini il reato è di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale.