L’India conferma Narendra Modi. Vittoria storica del partito nazionalista indù
Il primo ministro indiano Narendra Modi, uno dei leader più potenti e divisivi che l’India abbia avuto da decenni, guiderà il Paese per altri cinque anni. I 900 milioni di elettori indiani sono andati alla urne in sette fasi, dall’11 aprile fino al 19 maggio, per eleggere la Camera bassa del Parlamento, e hanno scelto, di nuovo, il primo ministro induista conservatore. Il conteggio dei voti non è ancora definitivo, ma il Bharatiya janata party (B.j.p.) di Modi è già in testa in 294 distretti parlamentari, il che gli garantisce già più dei 272 seggi di cui avrebbe bisogno per assicurarsi una maggioranza in Parlamento. Secondo le prime proiezioni, che confermano i dati degli exit poll, il partito si aggiudicherà 318 seggi. Se continua su questo ritmo il B.j.p. potrebbe addirittura espandere la sua attuale maggioranza. I risultati definitivi arriveranno nella serata del 23 maggio. Nonostante la vittoria di Modi fosse prevedibile, questo successo ha comunque stupito anche i più entusiasti e i più disillusi. Anzi, la maggior parte degli analisti aveva stimato, prima delle elezioni, che Modi avrebbe perso seggi, soprattutto a causa dell’insoddisfazione economica. Nonostante il premier avesse promesso la creazione di dieci milioni di posti lavoro, a gennaio il tasso di disoccupazione era il più alto da 45 anni. A dicembre, inoltre, il B.j.p. aveva perso alle elezioni locali in tre Stati.
Tensioni con il Pakistan
Le recenti tensioni con il Pakistan hanno però offerto l’occasione al premier di far risaltare in campagna elettorale riferimenti alla sicurezza nazionale e promesse di una politica estera aggressiva. I due Paesi si sono trovati sull’orlo del conflitto armato quest’anno dopo che un attentato terroristico ha ucciso dei soldati indiani nel Kashmir, territorio conteso tra i due Stati. In risposta alla notizia della probabile rielezione di Modi, il Pakistan ha annunciato di aver testato con successo un missile Shaheen II.
La famiglia Gandhi
La famiglia Gandhi, politicamente potente, è minacciata dallo straordinario successo del B.j.p.. Rahul Gandhi, del Partito nazionale del Congresso, ha rappresentato per anni la città di Amethi, ma sembra in questo caso faticare a tenere testa a Smriti Irani, ex-star televisiva e ministro dei Tessuti di Modi. In generale, sembra che il partito della famiglia Gandhi avrà più successo che nel 2014, ma otterrà comunque centinaia di seggi in meno rispetto al B.j.p (circa 135). Con ogni probabilità, il partito che ha governato il Paese per la maggior parte della sua storia indipendente non riconquisterà la sua gloria di un tempo.
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