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Maroni a L’Espresso: «I 49 milioni? Chiedete a Salvini»

23 Maggio 2019 - 17:30 Redazione
roberto maroni candidato lega serie a
roberto maroni candidato lega serie a
L'ex segretario leghista ricorda come il partito si fosse costituto «parte lesa» nel processo. Decisione poi cambiata dal suo successore

Il muro di silenzio sui 49 milioni della Lega è stato infranto. A parlare, però, non è il leader del Carroccio Matteo Salvini ma Roberto Maroni, ex segretario del partito e ora, a detta sua, «semplice militante leghista». In un’intervista rilasciata a L’Espresso, l’ex governatore e ex ministro dell’Interno con Silvio Berlusconi rimane sulla difensiva. Riguardo ai soldi che il Carroccio deve restituire allo Stato perché frutto della truffa per la quale sono stati condannati in appello Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito, ha detto: «Sulla storia della truffa da 49 milioni la Lega era parte lesa, perciò i giudici avevano accolto la costituzione di parte civile che avevo fatto io». «Così facendo saremmo stati considerati parte offesa e avremmo tutelato la Lega da azioni risarcitorie. Poi avremmo dovuto chiedere noi i soldi ai condannati. Ovviamente non avrei mai obbligato Bossi a ridarci alcunché, ma in questo modo avrei salvaguardato il partito. Poi Salvini l’ha ritirata, e il partito oggi paga le conseguenze di questa scelta». Perché Salvini abbia ritirato la costituzione di parte civile dopo essere diventato segretario della Lega non è chiaro, e Maroni rimanda le spiegazioni al diretto interessato: «Io ho denunciato per infedele patrocinio Matteo Brigandì, lo storico avvocato di Bossi e della Lega, c’è una causa in corso.

Proprio lui è andato da Salvini a chiedere di revocare la costituzione di parte civile, facendogli sottoscrivere una scrittura privata che impegna il partito a ritirare qualunque pretesa di risarcimento. Io non l’avrei fatto. Avevo detto a Salvini che non ero d’accordo. Ma lui ha fatto una scelta diversa. Diciamo che è stato mal consigliato». Nonostante il rimpallo, Maroni non si tira indietro nel difendere il leader del suo partito. «Magari Salvini fa cose poco condivisibili – ha detto – ma ha portato il partito in alto. Mi auguro che continui su queste percentuali». Il 23 maggio ad esempio sarà ospite – come lui stesso ha annunciato su twitter – alla trasmissione Piazzapulita per sostenere «la sacrosanta posizione di Matteo Salvini sui porti chiusi ai clandestini». Trasmissione ‘evitata’ da tempo dal ministro dell’Interno. «Spero anche che la svolta nazionalista non precluda la questione settentrionale», ha continuato Maroni nell’intervista. Negli ultimi mesi diversi esponenti 5 Stelle avevano chiesto conto agli alleati di governo di quei 49 milioni: dal capogruppo M5S in Campidoglio (durante le polemiche sul decreto Salva-Roma) ad Alessandro Di Battista in tv, ospite di Fabio Fazio.

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