Strage di Capaci, a Palermo è approdata la Nave della legalità
È il giorno del ricordo della strage di Capaci: 27 anni fa morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. A Palermo, intanto, è arrivata la “nave della legalità”, salpata ieri dal porto di Civitavecchia, con a bordo 1.500 studenti, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il ministro della Giustizia Bonafede, il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho, il capo della Direzione investigativa antimafia Giuseppe Governale, la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano e la presidente delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni.
Le polemiche
Nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo presenti il premier Conte, i ministri Matteo Salvini, Marco Bussetti e Alfonso Bonafede oltre a forze dell’ordine, magistrati e docenti.
Come già precedentemente annunciato, non hanno preso parte alla manifestazione né il presidente della commissione antimafia dell’Ars Claudio Fava, figlio di Pippo Fava, giornalista ucciso da Cosa Nostra, né il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci.
Polemiche anche sulla Digos di Palermo che, all’ingresso dell’aula bunker, avrebbe controllato gli striscioni e gli zainetti dei ragazzi. «Ci sono cose anti Salvini?» avrebbe detto un agente.
Il sindaco di Palermo contro Salvini
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha lasciato la manifestazione prima dell’arrivo di Matteo Salvini (ha preferito andare in piazza Magione dove sono previsti eventi e incontri con le scuole): «Mi ero augurato che qualsiasi presenza istituzionale oggi a Palermo e all’aula bunker non si trasformasse in occasione per comizi pre-elettorali. Ho appreso che purtroppo non sarà così col previsto intervento di chi solo tre giorni fa ha attaccato i magistrati siciliani.
Il dovere di rispettare la memoria di quell’Aula, del pool antimafia che vi realizzò il primo maxi processo, del Comune di Palermo che a quel processo per la prima volta si costituì parte civile; soprattutto il dovere del rispetto della memoria di chi si è battuto a costo della vita contro ogni violenza e violazione dei diritti e del diritto, quel dovere mi impone di non essere presente all’Aula Bunker purtroppo trasformata in piazza per comizi».
«Sono incomprensibili le polemiche e le assenze di certa sinistra, che non sono un’offesa a me ma alla memoria di Giovanni Falcone e di tutte le eroiche vittime della mafia» è la replica di Salvini che poi, parlando dei mafiosi e del lavoro svolto in questi mesi, ha aggiunto: «Gli stiamo portando via tutto, anche l’ultimo dei negozi, le forze dell’ordine li stanno inseguendo, non ci sono più lupara e coppola ma noi siamo più avanti e li andiamo a inseguire».
Il ministro dell’Interno ha anche deposto una corona d’alloro alla Stele di Capaci, nel luogo della strage del 23 maggio 1992. Infine è intervenuta Maria Falcone, sorella del magistrato, che ha chiesto espressamente di evitare polemiche poiché «creano grossissimi problemi all’antimafia e sono un premio per la mafia».
I commenti
«L’obiettivo è quello di trasmettere messaggi forti sull’importanza di combattere le mafie, di rafforzare l’educazione alla legalità, di sviluppare coscienze critiche nei nostri studenti. Direi che è una giornata importante che mette il punto su un lavoro che è durato tutto l’anno da parte delle nostre scuole», queste le parole del Ministro Bussetti. Dello stesso avviso il presidente della Camera Roberto Fico secondo cui bisognerebbe fare «un piano Marshall, un piano importantissimo per sconfiggere definitivamente la mafia e chiudere questa storia, chiudere la rigenerazione della mafia con azioni e investimenti costanti».
Per la ministra Giulia Grillo «Capaci è stata uno spartiacque, una tragedia da cui è nata una nuova stagione di cambiamento per la legalità». «La mafia non ama le leggi, ama le proprie leggi. Quelle dell’arbitro della forza e dei soprusi. Il contrasto alla mafia è il rispetto dei percorsi democratici» ha detto il premier Conte parlando agli alunni nel giardino della memoria a Capaci. Per Franco Gabrielli, capo della Polizia, il «primo problema per la sicurezza del Paese è la mafia» mentre per il presidente dell’Antimafia Nicola Morra «bisogna smetterla di accettare il puzzo del compromesso morale che sporca le istituzioni».
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