Banksy colpisce ancora a Venezia: è suo il graffito del bambino naufrago
È di Banksy il murales del bambino migrante apparso a Venezia agli inizi di maggio, poco prima della 58esima Biennale d’Arte. L’opera col bambino avvolto in un giubbotto salvagente e con in mano un fumogeno fluorescente rosa era apparsa vicino a Campo Santa Margherita, ma solo ora l’artista ha rivendicato la paternità del murale
La prova che Banksy sia stato in Laguna è arrivata pochi giorni fa, dopo che l’artista ha diffuso un video su Instagram girato proprio a Venezia. Un messaggio chiaro di Banksy rivolto a due destinatari: gli organizzatori della Biennale, dalla quale si è voluto tenere a distanza, e i politici, per richiamare la loro attenzione sui temi ambientali.
La protesta di Banksy contro gli organizzatori della Biennale nasce innanzitutto dal mancato invito all’esposizione, nonostante sia tra le più importanti rassegne d’arte al mondo e lui sia uno dei più grandi e apprezzati artisti al mondo esistenti. Il secondo messaggio dell’artista è invece quello politico-ambientale, di contrarietà all’attracco delle navi da crociera alla Serenissima. Il video è diventato virale perché l’artista è stato cacciato da Piazza San Marco dai vigili urbani veneziani perché non munito di autorizzazione per occupare il suolo pubblico.
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