Di Maio: «Abbiamo preso uno, due, tre schiaffi. Adesso reagiremo»
Ha terminato il proprio comizio tenendo in mano il Tricolore e baciandolo, il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di maio. Appena salito sul palco, i presenti in piazza Bocca della Verità a Roma per la chiusura della campagna elettorale M5s avevano intonato l’inno di Mameli e scandito il classico slogan «onestà, onestà».
«Sono stati mesi di polemiche», dice Di Maio senza nominare l’alleato di governo Matteo Salvini né la Lega. «Continui sconfinamenti nei nostri temi e nei temi dei nostri ministri. Abbiamo preso uno, due, tre schiaffi. Poi abbiamo detto ‘basta’ e abbiamo cominciato ad alzare la voce», scandisce Di Maio dal palco. «Se abbiamo commesso un errore è stato quello di essere troppo puri. Ma adesso di schiaffi non se ne prendono più e reagiremo ogni volta che si metteranno in dubbio valori fondanti sia di questa Repubblica che del Movimento 5 Stelle», promette.
Non manca l’attacco al Partito Democratico e all’opposizione. «Il Pd non è la sinistra», dice Luigi Di Maio. «Dicono di essere opposizione. E perché le dimissioni di un sottosegretario indagato per corruzione come Siri le abbiamo dovute chiedere noi? Perché non lo hanno fatto loro? Perché non hanno niente a che vedere con la storia della sinistra italiana. Hanno come capolista alle europee uno come Carlo Calenda che è un liberista che vuole privatizzare tutto».
In Europa, promette il capo politico grillino in una piazza di poche migliaia di persone, «saremo determinanti. Il nuovo gruppo che stiamo creando sarà l’ago della bilancia. L’Europa che conosciamo, da lunedì cambierà».
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