Huawei sempre più sola. Chiudono i rapporti anche Windows e Amazon JP
Effetto domino. É bastato uno schiocco di dita per iniziare a far crollare le tessere, una dopo l’altra. Il caso Huawei non riguarda più solo Cina e Stati Uniti, ma sta coinvolgendo aziende in tutto il mondo. Prima Arm nel Regno Unito e ora la divisione nipponica di Amazon. Senza contare che tra le fila di quelle americane si è aggiunta anche Microsoft.
A rischio non c’è un piccolo produttore di smartphone. C’è un’azienda con un fatturato che supera i 100 miliardi di dollari, che è il secondo produttore al mondo di smartphone e che è strategica nella costruzione della rete 5G in Europa. Un azienda che ha un peso fondamentale in questa guerra fredda della tecnologia.
Una posizione molto forte nel mondo della tecnologia che ora rischia di essere messa in bilico dopo che il 16 maggio il governo Trump ha inserito Huawei Technologies nella blacklist del commercio. Una scelta che ha bloccato, di fatto, la possibilità per le aziende americane di collaborare con Huawei. Una decisione ora sospesa da una licenza temporanea attiva fino a inzio agosto.
Microsoft e Amazon Giappone, le aziende che sostengono il bando
Il South China Morning Post è stato il primo a scriverlo: Microsoft non accetterà più ordini da Huawei. Sembra adirittura che il team di consulenti della compagnia fondata Bill Gates abbia lasciato Shenzen, dove si trova il quartiere generale dell’azienda cinese.
Un addio molto pesante. Il sistema operativo Windows è essenziale per essere competitivi nella vendita dei laptop. Negli ultimi tempi Huawei stava cominciando a muovere i primi passi in questo settore, dopo aver conquistato il mercato degli smartphone. Solo due mesi fa l’azienda aveva presentato la sua nuova linea di MateBook, i portatili di fascia medio-alta.
Fra chi sta seguendo le scelte di Google c’è anche la divisione giapponese di Amazon. Lo store online ha deciso di vietare la vendita di prodotti marchiati Huawei sulle sue vetrine digitali. Sarà ancora possibile per gli inserzionisti fare annunci per promuovere questi prodotti ma non ci sarà nessun link di acquisto diretto dal sito.
L’apertura di Trump, una prospettiva per i negoziati
Parlando con i giornalisti della Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha spiegato che il caso Hauwei potrebbe rientrare nell’accordo commerciale con la Cina. La situazione però è tutt’altro che serena. Il portavoce di Lu Kang, ministro degli Esteri cinese, ha accusato il segretario di Stato americano Mike Pompeo di costruire rumors sul rapporto tra il ceo di Huawei Ren Zhengfei e il governo di Pechino.
Sempre il protavoce di Lu Kang ha spiegato che la strada a cui punta il Paese guidato da Xi Jinping è quella della diplomazia: «Francamente, non sono sicuro del significato specifico che il leader Usa, la parte Usa, abbia voluto dare. La Cina vuole risolvere le differenze con dialogo e consultazioni amichevoli».
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