«L’integrazione è semplice, lo capisce anche un bambino»: la pubblicità contro i pregiudizi
Luoghi comuni, frasi fatte e banalità sugli immigrati. «Nei supermercati pakistani vendono solo cose scadute» o «Questi qua ci rubano il lavoro».
Parole che si sentono spesso, da anni. Nelle strade e nei salotti televisivi. Eppure, quando vengono dette da dei bambini assumono tutto un altro significato. Il luogo comune diventa una presa in giro al mondo degli adulti.
È questo il messaggio della campagna #IntegrAction. L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Pubblicità Progresso insieme ad Acra, con il supporto scientifico di Fondazione Ismu. La firma del video è di Bedeschi Film e Acqua Group.
«L’integrazione è così semplice che la capisce anche un bambino. Siamo voluti partire all’innocenza e dalla spontaneità con cui i bambini affrontano il tema dell’integrazione necessaria nelle società sempre più multietniche dei Paesi europei», ha dichiarato Alberto Contri, ex presidente di Fondazione Pubblicità Progresso.
«Questa campagna di sensibilizzazione – continua Contri – usa il linguaggio di una fresca ironia, che nasce dalla spontaneità dei bambini che per loro natura non hanno pregiudizi nei confronti di chi è apparentemente diverso».
Poi l’arrivo di una maestra che blocca le risate degli alunni: «Bambini basta giocare a fare i grandi». Le immagini quindi scompaiono e lasciano il posto a un paio di frasi: «L’integrazione è così semplice, lo capisce anche un bambino. A volte bisogna tornare piccoli per essere grandi».
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