Francia / Macron vs Le Pen. Tra i due litiganti potrebbe vincere l’astensionismo
In Francia, il 26 maggio si gioca la partita di ritorno delle elezioni del 2017, il cosiddetto «Terzo turno» delle presidenziali. Nonostante si siano presentate 34 liste e nonostante i loro nomi non figurino in nessuna di queste, Marine Le Pen ed Emmanuel Macron sono stati i protagonisti assoluti della campagna elettorale per le elezioni europee. In palio ci sono 79 seggi a Strasburgo: un numero secondo solo a quello della Germania.
Progressisti contro nazionalisti. Questo è il dualismo che vige in Francia a partire dalle scorse elezioni presidenziali, quando il successo della République en Marche di Macron e del Rassemblement National (ex. Front National) di Marine le Pen hanno reso obsoleta la tradizionale opposizione destra e sinistra.
Il Partito Socialista e i Repubblicani sono stati esclusi dal secondo turno delle presidenziali del 2017 e i sondaggi per le Europee elaborati dall’unità di monitoraggio dell’opinione pubblica del Parlamento europeo mostrano che i due saranno marginali anche in queste votazioni. Addirittura, l’ex partito di François Mitterrand rischia di non superare la soglia del 5% che gli permetterebbe di accedere all’Europarlamento.
Le Pen e Macron in lizza per il terzo posto
Al Parlamento Europeo i due principali gruppi, il Partito Popolare di centrodestra e L’alleanza progressista dei Socialisti e dei Democratici sono in netta maggioranza, ma Le Pen e Macron si battono per un potenziale terzo posto. Il Presidente francese conta di far crescere l’influenza del gruppo liberale ALDE.
Il gruppo guidato dal belga Guy Verhofstadt è fortemente europeista, favorevole al libero scambio di merci e spinge per il mercato unico europeo e una maggiore integrazione economica. Le Pen, che ha raggiunto Matteo Salvini a Milano il 18 maggio, punta invece a creare una forza politica alternativa credibile federando i partiti sovranisti europei.
Le mosse dei due antagonisti
È sovraccaricando questa opposizione con Le Pen che Macron si sta giocando il tutto e per tutto in campagna elettorale, presentandosi come il solo bastione credibile contro l’avanzata del populismo di destra. Nonostante il Presidente sia formalmente fuori dai giochi (la lista LREM è guidata da Nathalie Loiseau), il 10 maggio ha attaccato in modo frontale il Rassemblement National e il 17 ha fatto un bilancio dei lavoro svolto dai lepenisti in Europa. Tutto questo dopo aver stilato un manifesto intitolato «Per un Rinascimento europeo», indirizzato ai cittadini, da cui ha tratto il nome la campagna Lrem per le Europee: «Renaissance».
Anche Le Pen ha di fatto guidato la campagna elettorale nonostante il ventitreenne capolista Jordan Bardella sia molto popolare tra i sostenitori. Questo antagonismo portato all’estremo potrebbe essere un gioco troppo rischioso per Macron, dato che il sistema delle elezioni europee è proporzionale a un turno, non maggioritario a due come le presidenziali francesi. Il ragionamento del «voto utile» per contrastare il partito di estrema destra, che ha segnato gran parte del successo dell’attuale presidente alle scorse elezioni, potrebbe non applicarsi a queste elezioni, in cui i cittadini non saranno posti davanti a un bivio.
Il «terzo» duellante
Nel duello tra i due titani è però necessario inserire un terzo protagonista: l’astensionismo. Secondo quanto riporta un sondaggio di Ipsos-Sopra Steria pubblicato da Le Monde, solo il 43% degli elettori è sicuro di andare a votare. La Francia è nota per un tasso di partecipazione molto basso alle elezioni europee (42,76 % nel 2004, 40,63 % nel 2009, 42,43 % nel 2014), e anche quest’anno non è da escludere che un numero record di francesi diserterà le urne.