Avvistato il «treno spaziale» di Elon Musk sopra l’Olanda – Il video
Sembra un treno spaziale coi vagoni illuminati nel buio dello Spazio. Sono i 60 satelliti lanciati da SpaceX la scorsa settimana per creare il sistema di telecomunicazioni Starlink. La rete andrà a comporre una flotta di 12 mila satelliti in orbita attorno alla Terra. Un filmato realizzato in Olanda immortala il treno di Elon Musk correre nel cielo notturno: una fila di luci che grazie alla viralità delle immagini, contestualizzate correttamente, non è stata scambiata per una flottilla di dischi volanti. Del resto non sarebbe stato possibile vedere queste luci a occhio nudo. Il filmato è stato realizzato infatti dall’archeologo e astrofilo Marco Langbroek 24 ore dopo il lancio, col suo telescopio.
Cos’è la rete satellitare Starlink?
Il nuovo sistema satellitare ha lo scopo di offrire servizi di telecomunicazione, ed è stato concepito per funzionare già dai primi sei lanci che verranno completati entro il 2019. La copertura globale completa sarà raggiunta dopo 24 lanci. Peso e forma sono stati studiati per permettere di portarli in orbita minimizzando i rischi e il rilascio di «spazzatura spaziale», ovvero tutti gli elementi che normalmente durante un lancio resterebbero dispersi attorno alla Terra, come possiamo leggere nel sito del progetto:
«Ogni satellite pesa circa 227 kg e presenta un design compatto a schermo piatto che riduce al minimo il volume, consentendo a un denso stack di lancio di sfruttare appieno le capacità di lancio del razzo Falcon 9 di SpaceX. Starlink è all’avanguardia nella mitigazione dei detriti in orbita, soddisfacendo o superando tutti gli standard normativi e industriali».
I satelliti di Elon Musk disturberanno il lavoro degli astronomi?
La presenza dei satelliti potrebbe disturbare l’attività di astrofili e astronomi, ma (per ora) solo fino a un certo punto, perché gli osservatori più esperti conoscono degli stratagemmi per «ignorarli». Esistono ad esempio i telescopi ottici Pan-Starrs, in grado di mascherare automaticamente i satelliti in transito, questo vale soprattutto per i radiotelescopi, come spiega ai colleghi di Science Alert l’astronomo della Swinburne University Alan Duffy.
«Con radiotelescopi come gli Askap nell’Australia occidentale scansioniamo il cielo negli intervalli di frequenza tra segnali di navigazione satellitare altrimenti accecanti come quelli del Gps».
Il futuro dell’osservazione spaziale è in orbita
Oggi il problema maggiore, come abbiamo avuto modo di approfondire in un articolo precedente, è rappresentato dalla cosiddetta «spazzatura spaziale» e dai frammenti di dimensione maggiore che normalmente dovrebbero disintegrarsi attraversando la nostra atmosfera. Lanciare 12 mila satelliti potrebbe complicare le cose: oggi contiamo già 5162 oggetti in orbita, di questi solo duemila sono ancora operativi. Il problema maggiore riguarderà proprio i radiotelescopi, sempre più disturbati dalle radiofrequenze, come quelle del WiFi la cui rete subirà ulteriori ampliamenti nei prossimi anni. Per queste ragioni la comunità degli astronomi aveva già espresso diverse perplessità, ma non sembra che il team di SpaceX se ne sia interessato particolarmente.