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Caso Rixi, è già scontro. La Lega: «Resta anche se condannato», ma il M5s non ci sta

La Lega non vuole un altro caso Siri e prova a imporre la sua agenda dopo il successo elettorale

Non ci sarà un altro caso Siri, dice la Lega. Il sottosegretario Edoardo Rixi resterà al suo posto, anche sarà condannato per le “spese pazze” in regione Liguria. A confermarlo è il capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo. Forte del successo alle elezioni europee e amministrative, e del crollo del M5s, la Lega punterà i piedi anche nel caso in cui la richiesta di dimissioni dovesse arrivare dal premier Conte, come era già accaduto proprio con l’ex sottosegretario Armando Siri.

La presa di posizione su Rixi ha interrotto la quiete tra i due partner di Governo, arrivati alle elezioni dopo una lunga serie di litigi. A Romeo ha prontamente replicato il sottosegretario agli affari regionali Stefano Buffagni, braccio destro di Di Maio.

«Sono da sempre garantista – ha detto e mi auguro che Rixi venga assolto. Se, però, questo non dovesse accadere voglio ricordare ai nostri alleati che c’è un contratto di Governo da rispettare dove c’è scritto chiaramente cosa si deve fare. Se non lo vogliono rispettare e farlo saltare – ha aggiunto Buffagni – lo dicano chiaramente e se ne assumano la piena responsabilità».

In passato Luigi Di Maio si era espresso sul tema con parole chirissime: «In caso di condanna – aveva detto – Rixi deve lasciare il governo». Ma i nuovi rapporti di forza all’interno dell’esecutivo – generati dall’esito delle elezioni – lasciano supporre che per il Movimento 5 Stelle sarà più difficile imporre la sua agenda e le sue scelte, come l’esclusione di un membro del Governo.

D’altro canto non è da escludere che la vicenda Rixi possa essere il casus belli di una frattura definitiva nel governo, il pretesto per far saltare il tavolo.

La sentenza

La sentenza del Tribunale di Genova arriverà probabilmente il 30 maggio. L’ultima udienza del processo era stata spostata dopo il voto alle europee per evitare eventuali strumentalizzazioni politiche.

Il procuratore aggiunto di Genova Francesco Pinto aveva chiesto per Rixi una condanna a 3 anni e 4 mesi. Oltre al sottosegretario ai Trasporti c’è un altro leghista coinvolto nella vicenda giudiziaria: si tratta del senatore Francesco Bruzzone (per cui il pm ha chiesto 2 anni e tre mesi).

I reati contestati

Il reato contestato a Rixi e agli altri imputati è quello di peculato: secondo gli inquirenti gli ex consiglieri regionali (i reati sarebbero stati compiuti nella scorsa consiliatura) si sarebbero fatti rimborsare cene, viaggi e addirittura gratta e vinci e ostriche, facendoli passare per spese istituzionali. Il tutto per un totale di diverse centinaia di migliaia di euro.

Il “salva Rixi”

Nello scorso gennaio è stata approvata dal Parlamento una modifica all’articolo 316 ter del codice penale alla legge Anticorruzione che per alcuni, fra cui il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone, potrebbe permettere di eludere le condanne per peculato.

Il provvedimento era stato ribattezzato perciò “Salva Rixi”: ma dai tecnici del ministero di Grazia e Giustizia era arrivata una smentita. Per il dicastero la modifica si applicherebbe ad altri reati e non a quello di peculato.

È probabile però che, durante l’udienza del 30 maggio, prima che la sentenza venga emessa, i legali degli imputati possano chiedere ai giudici la possibilità di applicare quella modifica o quantomeno un parere sull’applicabilità.

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