Cuperlo: «Non ho mai fatto alcun collegamento tra il titolo di studio e di chi vota Lega»
Riceviamo e pubblichiamo la replica di Gianni Cuperlo a questo articolo.
«Premessa: ritengo una forma acuta di stupidità collegare il titolo di studio di chiunque all’espressione del suo voto. In particolare ho sempre trovato insopportabile l’atteggiamento di superiorità morale di certa sinistra convinta di poter giudicare il mondo, e le scelte delle persone, sulla base di un giudizio dall’alto. Detto ciò mi spiace disturbare, ma chiedo ospitalità solo per un chiarimento che francamente ritenevo superfluo alla luce delle parole dette ieri mattina nel corso di una trasmissione su La7. Come sempre è chi parla che ha il dovere di farsi capire e dunque se in questo caso il mio pensiero è stato completamente travisato la sola responsabilità è mia per non aver espresso al meglio ciò che pensavo. Provo a riassumerlo qui rinviando chi lo volesse alla registrazione della puntata (sul sito della trasmissione L’Aria che tira). Il mio commento muoveva da una doppia considerazione. Da un lato il fatto che la Lega sia oggi il partito più votato in Sardegna. Dall’altro il fatto che in quella regione, per altro a me cara per motivi squisitamente personali e familiari, la percentuale di insuccesso scolastico nella secondaria è tra le massime punte a livello nazionale.
Non ho fatto – lo sottolineo, non ho fatto perché non lo penso e anzi la considero una idiozia o una forma di razzismo – alcun collegamento tra il titolo di studio di chi va al seggio e il voto per la Lega. Semplicemente non era quello il tema che ponevo. Io ho sollevato una questione del tutto diversa. E cioè che di fronte a quella statistica che dovrebbe rappresentare la priorità di un’azione di governo, l’attuale maggioranza gialloverde di cui la Lega è azionista ha tagliato le risorse per il diritto allo studio. Dunque mi limitavo a cogliere una contraddizione tra la propaganda della Lega (anche in Sardegna) e la totale inefficacia della sua politica concreta. La mia, casomai, era una critica a noi, alla sinistra per non essere riusciti ancora a incalzare questa destra inchiodandola alle sue responsabilità e allo scarto clamoroso tra le sue promesse e i risultati e le coerenze della sua azione.
Una sola nota a chiudere. Nella mia vita e militanza ho incrociato donne e uomini che a scuola non ci sono potuti andare e che avevano nella testa e nel cuore più sapienza e saggezza di molti intellettuali titolati. Capisco che la rete possa alimentare polemiche e persino odi che si riflettono in parole, accuse, insulti. A volte mi capita e quando capita (gli insulti, in particolare) me li tengo o cerco di riportare il confronto su toni di rispetto. Questa volta mi premeva scrivere queste righe perché davvero mi sono trovato accusato di qualcosa che non solo non penso ma che è lontanissima da me. Grazie per l’ospitalità».
Gianni Cuperlo