Salvini: «Pronto il dossier sulle scorte, rivedremo i criteri di sicurezza»
«Pronto il dossier sulle scorte. Entro la settimana». Ad annunciarlo è il ministro dell’Interno Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa oggi, martedì 28 maggio, al Viminale. «Prevediamo una revisione dei criteri di sicurezza, che non vuol dire un discorso sui nomi ma un aggiornamento del grado di rischio in base a quello che diranno le forze di polizia». Quello delle scorte è un vecchio mantra del leader della Lega. Un sistema da rivedere perché «va difeso chi ne ha diritto» ma gli uomini e le donne delle forze dell’ordine non devono essere mai trasformati in «autisti o accompagnatori personali», aveva detto ad aprile dopo le polemiche con lo scrittore Roberto Saviano, ancora oggi sotto scorta per le minacce ricevute dalla camorra. Una revisione «necessaria» poi, diceva il leader del Carroccio, per «rimettere su strada il maggior numero possibile di agenti».
Le elezioni europee
Quello delle scorte è solo uno dei tanti temi trattati oggi dal titolare del Viminale, che ha parlato a tutto tondo davanti ai cronisti a Roma. «Siamo il primo partito in 13 regioni italiane su 20, nelle altre il secondo», ha esordito, snocciolando i dati delle elezioni europee che hanno visto, in Italia, il tronfio del Carroccio con il 34% delle preferenze di chi è andato alle urne. «Primo partito in più di 5mila comuni italiani, dal 19% della Campania al quasi 50% del Veneto: uniamo realtà un tempo lontane, nel nome di un’Europa diversa», dice Salvini. Che, racconta, ha incontrato oggi i 29 nuovi europarlamentari eletti con la Lega, in vista dell’insediamento del Parlamento Europeo a Strasburgo il 1 luglio. Sul Commissario europeo di “quota” italiana ripete ancora una volta che il nome non c’è e non è stato individuato, ma che «sarà certamente di una persona che si occupa di temi economici e di vita reale, e non che ha un’agenzia di viaggi come nel caso del governo precedente». Il riferimento è a Federica Mogherini, l’Alta Rappresentante dell’Unione Europea per la Politica Estera e vicepresidente della Commissione uscente.
Il governo
Viene riproposto poi un altro mantra: quello del governo che resterà in carica per i prossimi 4 anni. «Le condizioni sono il rispetto del programma, che tutti abbiamo sottoscritto», dice Salvini. Il premier Giuseppe Conte ha detto che non si sente commissariato dal leader della Lega dopo i risultati del 26 maggio. «Hanno provato a farmi litigare persino con il Papa. E non ci sono riusciti. Figuriamoci», dice il leader della Lega. Conte «ha la mia piena fiducia, non ho altre ambizioni rispetto agli impegni presi. Non ci hanno votato per aumentare l’iva o rispettare lo “zero virgola”». Non ha intenzione di mandare l’Italia al voto, assicura. «La mia parola vale più del 34% alle europee».
Il ministro dell’Interno rilancia subito sul decreto sicurezza bis: il suo staff ne ha diffuso oggi una versione aggiornata. L’ha condivisa con Luigi Di Maio? Siete d’accordo? Chiede una cronista. «Il testo ce l’hanno tutti», dice Salvini. «Fin dalla settimana scorsa. E siccome repetita iuvant, lo abbiamo rimandato ieri. No, Di Maio non lo sento dal whatsapp di reciproco sostegno di domenica scorso. Io sono pronto. Il consiglio dei ministri lo convoca Conte. Io i compiti li ho fatti, attendo fiducioso». Sul caso Rixi, poi, non raccoglie: «Non commento i “se”. Rispetto il lavoro dei giudici e quindi commento la realtà, non le ipotesi. Poi capisco il travaglio e le riflessioni in casa altrui», aggiunge riferendosi ai 5 Stelle reduci dalla sconfitta del voto. «Ma non commento assoluzioni e condanne fin quando non ci sono. La Lega commenterà la realtà dei fatti quando di verificheranno».
Flat tax e Tav
E poi c’è l’economia. «Domani pomeriggio incontrerò i responsabili economici della Lega per dettagliare le proposte fiscali nel contratto», dice ancora Salvini. Ogni giorno mi rileggo i dati del debito e del rapporto debito/pil, italiano, ahimè in costante crescita da almeno 14 anni». Anche «durante la cura Monti e poi Renzi, Gentiloni, Zingaretti, che ha fatto crescere il debito di oltre 300 miliardi di euro». Per intervenire, assicura il titolare degli Interni, «bisogna far lavorare gli italiani abbassando le tasse. L’austerità imposta dall’Europa ha aumentato il debito: bisogna fare il contrario». Conferma la flat tax – per la quale al contribuente «si lascerà libertà di scelta: ognuno sarà in grado di valutare quale regime fiscale gli conviene». Lancia l’obiettivo di una manovra anti-ciclica, «già a partire dalla prossima». E infine l’altro tormentone: la Tav. «Il progetto può essere rivisto e rimodulato come scritto nel contratto di governo, per risparmio ed efficienza. Sono sicuro che dall’Ue possano arrivare altri soldi».
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