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Conte va da Mattarella. Il leader leghista: «Se nel M5S prevalesse la linea della barricata, valuteremo»

29 Maggio 2019 - 14:28 Redazione
Prima Conte ha incontrato i due vicepremier, ma separatamente. Poi ha raggiunto Mattarella. «Il Governo del cambiamento ha ancora molto lavoro da fare, abbiamo definito l'agenda», ha fatto sapere il premier

Dopo l’incontro con Salvini e Di Maio, Giuseppe Conte è andato al Quirinale per riferire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tutto fermo in attesa della votazione sulla piattaforma Rousseau per ribadire o affossare (ma è l’ipotesi meno probabile) la leadership di Luigi Di Maio dopo i risultati alle elezioni europee e le recenti esternazioni di alcuni parlamentari M5S.

La nota di Conte

«Ho incontrato questa mattina, dapprima il vicepresidente Salvini e successivamente, il vicepresidente Di Maio. Con entrambi ho avuti lunghi colloqui, che hanno costituito l’occasione per scambiare alcune valutazioni sugli esiti dell’ultima consultazione elettorale, sulla nuova composizione del Parlamento europeo e sulle procedure di nomina nelle Istituzioni europee», ha detto Conte in una nota.

«Il Governo del cambiamento deve ancora completare buona parte del suo programma. Ho elaborato un’agenda fitta di misure e provvedimenti da attuare che ci impegnerà per il resto della legislatura. Ho chiesto a entrambi i vicepresidenti di accelerare i confronti e le valutazioni che sono in atto nell’ambito di ciascuna forza politica, in modo da poter ripartire già nei prossimi giorni con chiarezza di intenti e determinazione di risultati», ha continuato il premier

Le parole di Salvini

Il leader leghista ha riunito parlamentari e ministri per fare il punto dopo il voto del 26 maggio: «Con Conte c’è stata piena sintonia sulle tante cose da fare. Ma gli ho detto di fare presto e bene. Dobbiamo continuare come fatto negli ultimi mesi, considerando chiusa la parentesi delle polemiche e degli insulti dell’ultimo mese».

Poi l’avvertimento: «Certo che se continuano gli insulti non ci sono altre maggioranze…». Insomma il governo gialloverde può proseguire ma i 5 Stelle, sembra voler dire Salvini, devono abbassare i toni. Una linea opposta a quella annunciata lunedì da Alessandro Di Battista, uscendo dal ministero dello Sviluppo Economico.

Grillo dalla parte di Di Maio

E dopo giorni di silenzio, e un tweet piuttosto ermetico, è arrivata la presa di posizione di Beppe Grillo che sul suo blog sembra voler difendere il capo politico M5S: «La diffusione di dichiarazioni che discutono della delusione scaturita dalle urne, come se fosse un calo delle vendite per una multinazionale, è un ferita per me. Luigi non ha commesso un reato, non è esposto in uno scandalo di nessun genere. E’ già eccessiva questa giostra di revisione della fiducia. Deve continuare la battaglia che stava combattendo prima».

Il vertice tra Conte, Di Maio e Salvini

Questa mattina c’è stato un doppio vertice fra il premier Conte e i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il primo dopo le elezioni europee. I leader di Lega e Movimento 5 Stelle hanno raggiunto Conte a Palazzo Chigi, ma separatamente. Ciascun incontro era durato circa due ore. Prima Salvini, verso le ore 10 di oggi mercoledì 29 maggio. Poi, circa due ore dopo, quando il ministro dell’Interno aveva abbandonato la sede della presidenza del Consiglio, entrava Luigi Di Maio.

Inizialmente si era ipotizzato proprio oggi come giornata per fissare il primo consiglio dei Ministri post voto: si tratta di quello in cui il ministro dell’Interno ha ribadito più volte di volere fare approvare il decreto sicurezza-bis, e Luigi Di Maio il decreto Famiglie annunciato lo scorso 8 maggio.

La lettera di Salvini a Conte

Matteo Salvini ha inviato oggi una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte e al ministro per gli Affari esteri Enzo Moavero Milanesi, per «invocare una presa di posizione del governo italiano» contro le contestazioni avanzate da sei Rapporteurs delle Nazioni Unite a proposito del Decreto Sicurezza Bis. «Indebite invasioni di campo in un periodo pre-elettorale», dice. Non solo: il leader della Lega chiede l’ammontare del contributo italiano al bilancio dell’Onu. Per, eventualmente, «riconsiderarlo».

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