Netflix minaccia la Georgia: «Cambiate la legge sull’aborto o andiamo via»
Netflix ha minacciato di riconsiderare «tutti i suoi investimenti» in Georgia se la rigida legge sull’aborto firmata dal Governatore repubblicano Brian Kemp entrerà in vigore nello Stato.
La cosiddetta «legge sul battito del cuore» vieta l’aborto anche nei casi in cui il feto abbia solo sei settimane di vita, periodo sufficiente perché sviluppi il battito cardiaco. Questa legge è stata fortemente criticata perché spesso sei settimane passano prima ancora che la donna si renda conto di essere incinta. Tale restrizione è stata quindi soprannominata «Divieto mascherato».
L’American Civil Liberties Union ha già annunciato l’intenzione di portare questa legge davanti a un giudice, ma nel caso in cui la battaglia legale desse ragione a Kemp e arrivasse il via libera alla legge, Netfix smetterà di effettuare riprese nello Stato. Così ha annunciato Ted Sarandos, responsabile dei contenuti di Netflix. Una grave perdita per la regione, in cui l’industria del cinema è fonte di grandi guadagni.
Negli ultimi anni, la Georgia si è affermata come set alternativo a Los Angeles e New York per film e serie tv. Il telefilm di Netflix Stranger Things e Ozark vengono girati in questo Stato, così come The Walking Dead e i due principali blockbuster della Marvel del 2018: Black Panther e l’ultimo Avengers.
«Abbiamo molte donne che lavorano a produzioni in Georgia, i cui diritti, insieme a milioni di altri, saranno severamente limitati da questa legge, ed è per questo che lavoreremo con l’ACLU e altri per combatterla in tribunale. Se mai dovesse entrare in vigore, dovremmo ripensare al nostro intero investimento in Georgia», ha affermato Sarandos in un’intervista a Variety.
Decine di attori e attrici, tra cui Alec Baldwin, Mia Farrow e Alyssa Milano che sta girando Insatiable di Netflix, ad Atlanta, avevano firmato una lettera destinata al governatore della Georgia per fermare la legge in questione. Sessanta personalità hanno poi scritto a Hbo, Sony, Disney, Universal Pictures, Marvel e Netflix per chiedere di fermare le produzioni nel Paese. Come fa notare Variety però, Netflix è stata la sola grande casa di produzione che si è espressa duramente contro la legge antiabortista.
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