Laika, intervista esclusiva all’artista del murale per Daniele De Rossi – Il video
Non è stato facile, ed è stato quasi come immergersi in un film. Un appuntamento al buio, indicazioni da seguire, la promessa di mantenere il riserbo. Come, naturalmente, sarà. E poi il luogo dell’intervista, in compagnia di due dei “ragazzi” che lavorano con lei. Silenziosi. Laika è un concetto, un’idea, certamente una passione. «Ma non chiamatemi street artist, non mi permetterei mai. Io faccio l’attacchina». È lei (da sola? Con un collettivo?) l’autrice del murale per Daniele De Rossi comparso nella notte tra il 22 e il 23 maggio scorso nella piazza centrale di Testaccio, storico rione in centro a Roma, cuore del tifo giallorosso. Un omaggio prima dell’addio all’AS Roma di Capitan Futuro: domenica 26 maggio, mentre i seggi per le elezioni europee stavano per chiudere, lui giocava la sua ultima partita di fronte a uno stadio Olimpico al completo e tra le lacrime dei tifosi. La Roma è la squadra in cui Daniele De Rossi è cresciuto e per cui ha giocato negli ultimi diciotto anni, per tutta la sua carriera. Della Roma è diventato capitano, dopo il ritiro di Francesco Totti. «A nome di tutta la Società voglio ringraziare Daniele per lo straordinario impegno profuso per il Club», ha detto il presidente Jim Pallotta. «Le porte della Roma per lui rimarranno sempre aperte con un nuovo ruolo in qualsiasi momento deciderà di tornare».
L’omaggio a DDR
«Non ci posso credere. Dopo l’addio di Totti, quello di Daniele mi lascia molto triste, sconvolta». Chi non è della Roma non può capire, dice a Open Laika. Maschera sul viso, cappuccio, pantaloni arancioni da attacchina. È la sua prima e unica intervista, è un’artista emergente. È emozionata e sembra timida, ma più di tutto comunica passione: per DDR, per la Roma, per la fede calcistica. E per l’espressione artistica. L’opera, a Testaccio, è contornata dalla scritta Yankee go home: perché le responsabilità vanno cercate solo ed esclusivamente nella società. Il murale «è una celebrazione obbligatoria», dice. «Adesso bisogna diventare grandi tutti insieme». L’opera dedicata a De Rossi non fa parte di quelle che stanno formando il suo repertorio. Come spiega lei stessa, di solito si dedica ad altro: «Cerco con le mia arte di svilire l’etica, uscire fuori dagli schemi. Mi piace un sacco cazzeggiare. Si può dire ‘cazzeggiare’?». «Io sono una persona che ha la vita di tutti i giorni e poi sono Laika. Questo è il mio personaggio, ma non è dato sapere cosa faccio. Così sono una persona libera. La maschera è come il teatro: ti spogli della tua persona ed entri nel personaggio».
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