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Rixi si è dimesso dopo la condanna. Salvini non vuole la crisi con il Movimento 5 Stelle

30 Maggio 2019 - 13:10 Redazione
Il viceministro delle Infrastrutture è accusato di aver usato soldi pubblici per fini personali quando era capogruppo della Lega in Regione Liguria. Il pm aveva chiesto una condanna inferiore, a 3 anni e 4 mesi

Il tribunale di Genova ha condannato a tre anni e cinque mesi il leghista Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture, con l’accusa di peculato e falso. Il M5s è partito subito all’attacco “invitandolo” a dimettersi, ma Matteo Salvini ha disinnescato subito la polemica, accettando le dimissioni che Rixi gli aveva offerto poco prima.

«Sono tranquillo – aveva detto Rixi – perché ho sempre agito per il bene degli italiani. Conto sull’assoluzione perché non ho mai commesso alcun reato, ma per l’amore che provo per l’Italia e per non creare problemi al governo ho già consegnato nelle mani di Matteo Salvini le mie dimissioni».

Lo scontro “fulmineo” tra Lega e M5s

Lo scontro tra M5s e Lega è stato rapidissimo: il presidente della Commissione Antimafia Morra ha scritto su Twitter appena la notizia ha cominciato a circolare. Altrettanto fulminea la reazione della Lega: il messaggio di Rixi e la risposta di Salvini sono arrivate nell’arco di pochissimi minuti.

La mossa del ministro dell’Interno ha permesso di scongiurare la crisi che, con ogni probabilità, si sarebbe aperta all’interno della maggioranza qualora la Lega avesse mantenuto il punto, come aveva fatto con Armando Siri, il sottosegretario indagato per corruzione e “licenziato” di fatto dal premier Conte.

In un primo momento, la Lega aveva blindato Rixi, ma il sottosegretario Buffagni, vicinissimo a Di Maio, aveva fatto capire che il M5s avrebbe dato battaglia: «C’è un contratto di Governo da rispettare dove c’è scritto chiaramente cosa si deve fare. Se non lo vogliono rispettare e farlo saltare lo dicano chiaramente e se ne assumano la piena responsabilità».

Il commento di Salvini

«Io rispetto le sentenze e conto su una assoluzione a fine processo, ma trovo incredibile che ci siano spacciatori a piede libero, e sindaci, amministratori e parlamentari accusati o condannati senza uno straccio di prova», ha commentato Matteo Salvini in una nota.

La reazione di Conte

«Desidero ringraziare Edoardo Rixi per la sensibilità istituzionale manifestata e per il proficuo contributo fin qui fornito all’attività di governo», ha commentato il premier Giuseppe Conte in una nota. «Desidero inoltre esprimere a lui e alla sua famiglia la mia personale vicinanza – ha concluso Conte – con l’auspicio che le sue ragioni possano prevalere nei successivi gradi di giudizio».

Le mosse di Giorgetti

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti coi cronisti davanti a Montecitorio ha minimizzato sulla situazione. Sapeva già che Matteo Salvini ha deciso di accettare le dimissioni di Rixi, ma nella ‘logica di partito’ spetta al segretario della Lega annunciarlo.

Ora Conte dovrà definire quali provvedimenti sono prioritari per il Governo e di conseguenza per il Parlamento. Per questo questa mattina ha incontrato i capigruppo di Lega e Movimento 5 Stelle. E a palazzo Chigi c’era ovviamente anche Giancarlo Giorgetti.

Le accuse a Rixi

Dal 2010 al 2012, «i consiglieri regionali (tra cui Rixi, ndr) si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, cene, viaggi, gite al luna park, gratta e vinci, ostriche, fiori e spese per oggetti vari». In alcuni casi gli importi sarebbero stati modificati addirittura a mano.

Il membro dell’esecutivo era accusato insieme ad altri rappresentanti della Lega. Si tratta di Francesco Bruzzone e Maurizio Tortorello. «Le pezze giustificative molto spesso si riferivano a periodi festivi come Natale, Capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e primo Maggio, giorni per l’accusa sospetti per svolgere attività istituzionale – scrive l’Ansa. – Nel complesso viene contestato un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro».

Il viceministro deve rispondere a due capi di imputazione. «Nella sua qualità di capogruppo del gruppo consiliare Lega Nord Liguria Padania e in quanto tale pubblico ufficiale, si appropriava della somma complessiva di 36.162,49 euro presentando a rendiconto per le annualità 2010, 2011 e 2012, documentazione anche di rilevanza fiscale di acquisti beni o servizi non pertinenti all’attività politica prevista dalla legge regionale 38/1990, attestante il regolare impiego dei fondi pubblici percepiti dalla Regione Liguria», si legge nelle carte.

Il secondo capo di imputazione riguarda spese che ammontano a 19.855,00 euro. Da quelle più consone, a scontrini di ristoranti giapponesi, stabilimenti balneari, rifugi alpini e abbigliamento. Ma è lunga la lista di ristoranti, bar, pizzerie, pasticcerie, birrerie, agriturismi e hotel. L’accusa di peculato è in concorso con Bruzzone e Tortorello. Stando all’accusa, Rixi avrebbe compiuto delle operazioni per permettere a Bruzzone di intascare 9.441,00 euro. Cifra molto più alta per Tortorello: nel suo caso si parla di circa 42.000,000 euro.

Chi è Edoardo Rixi

Edoardo Rixi ha 45 anni. È nato a Genova ed è sul territorio ligure che ha iniziato la sua attività politica. Prima consigliere comunale per la Lega, poi è passato alla Regione nel 2010. Proprio nelle sue funzioni di consigliere regionale e capogruppo leghista sarebbe entrato da protagonista nel caso “spese pazze” in Liguria. Ma prima che la magistratura muovesse le accuse, Matteo Salvini l’ha voluto vicesegretario del partito nel 2015. Nel governo Conte ha coperto prima il ruolo di sottosegretario e poi di viceministro delle Infrastrutture.

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