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I negazionisti del riscaldamento globale fuori dal Cato Institute

31 Maggio 2019 - 07:34 Juanne Pili
Alcuni scienziati da anni tentano di minimizzare le responsabilità umane sul riscaldamento globale

Il Cato Institute di Washington DC ha chiuso un intero settore di ricerca volto a «remare contro» le nostre conoscenze sui cambiamenti climatici dovuti al riscaldamento globale, e le responsabilità umane collegate al fenomeno.

L’Istituto è un organismo indipendente dedicato alla promozione delle idee libertarie e sulla libertà di mercato. Tra i suoi programmi vi era anche uno dedicato al riscaldamento globale e ai suoi collegamenti con l’attività economica.

La chiusura del programma è avvenuta a seguito del ritiro del climatologo Pat Michaels negazionista delle responsabilità umane nel riscaldamento globale. La decisione dello scienziato è stata maturata a seguito di diverse polemiche sul suo operato, ritenuto dai colleghi al di là di quanto ormai accertato dalla comunità scientifica.

Lo stesso Istituto non ritiene rilevante il lavoro del programma, tanto che si è deciso di chiudere definitivamente tutto il dipartimento supervisionato da Michaels.

Parliamo di uno scienziato che da tempo appare ospite presso reti televisive americane come Fox News, ed è stato un influente mentore di George Bush, facendo pressioni affinché la politica dei conservatori americani scoraggiasse provvedimenti per ridurre le emissioni di gas serra. 

Le critiche dei negazionisti

In diverse occasioni abbiamo mostrato che i dati e le ricerche in diversi ambiti, hanno confermato l’esistenza di un progressivo aumento della temperatura media del Pianeta. Anche i riscontri che correlano il fenomeno ai cambiamenti climatici e all’attività umana – dal 1850 a oggi – sono più che dimostrati. 

Esiste comunque una piccola parte di scienziati che continua a mostrarsi scettica, soprattutto sui collegamenti con le nostre emissioni di gas serra. Da anni continuano a essere mosse le stesse critiche: sulla affidabilità dei dati climatici; sulla proporzione tra fattori naturali e umani; sulla rilevanza dei modelli al computer; sull’efficacia della riduzione delle emissioni nel risolvere il problema.

Un fenomeno accertato al di là di ogni dubbio

Le risposte a queste domande le abbiamo e sono affermative, come dimostra la verifica eseguita recentemente dalla Nasa in collaborazione col Noaa, riscontrando anche la validità delle predizioni anno per anno, mentre i negazionisti non sono stati mai capaci di produrre modelli alternativi coerenti e predittivi. 

L’incertezza dei dati invece è sempre presente, puntare sui naturali limiti degli strumenti è come prendersela col fantomatico «anello mancante» nella Teoria dell’evoluzione di Darwin e Wallace.

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