In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
POLITICAElezioni comunaliIntervisteLGBTQ+LombardiaPaviaTransgender

Il primo sindaco transgender d’Italia: «Ai messaggi di odio rispondo con la rivoluzione gentile»

01 Giugno 2019 - 07:13 Olga Bibus
Gianmarco Negri è stato eletto primo cittadino di Tromello. «Vincere con la Lega che trionfava alle europee mi ha fatto sentire Davide che sconfigge Golia», dice a Open

Tromello è un paesino di meno di 4 mila abitanti in provincia di Pavia. Poche volte finora era finito sulle prime pagine dei quotidiani nazionali, negli ultimi giorni invece è sulla bocca di tutti per un primato: domenica 26 maggio i tromellesi hanno eletto il primo sindaco transgender d’Italia.

Gianmarco Negri ha 40 anni, è avvocato civilista. Fino a cinque anni fa si chiamava Maria, poi dopo il cambio di genere si impegnato in politica. Con la lista civica con cui era candidato è stato eletto primo cittadino. «Quando ho visto il risultato della Lega alle europee ho pensato: sono spacciato – racconta a Open. – Invece non è andata così, mi sono sentito un po’ Davide che sconfigge Golia».

Si aspettava la vittoria?

«Assolutamente no. È stato un anno intenso in cui ci siamo impegnati molto, ma soprattutto dopo i risultati del 26 maggio che hanno visto la vittoria di Salvini anche qui a Tromello (dove la Lega ha ottenuto il 53% ndr) ho pensato di non avere speranze, ho mandato degli screenshot dei risultati ad alcuni miei conoscenti scrivendo: “Oggi finisce la mia avventura”. Poi invece ho visto i risultati delle comunali e non ci potevo credere, mi sono sentito Davide che sconfigge Golia».

Cosa ha fatto come prima cosa?

«Ho abbracciato mia madre e ho mandato dei messaggi in giro dicendo “Oddio sono sindaco”».

Come si sente a essere diventato “il primo”?

«Il primato fa piacere a tutti, ma un giorno spero che questa sia una non notizia. Spero che vengano superate questo tipo di etichette. Quando sono stato eletto non sapevo nemmeno di essere “il primo”, sapevo che c’erano consiglieri transessuali, ma non avevo idea che non ci fosse mai stato un sindaco transgender».

Lei è stato eletto con una lista civica, è mai stato cercato dalla Sinistra o dal Pd?

«No mai, nessuno mi ha mai cercato. Ci tengo a precisare anche la nostra lista era davvero civica. Fatta di persone che simpatizzano per la sinistra come di persone che simpatizzano per la destra».

Come si spiega la sua elezioni, proprio alla luce del risultato schiacciante della Lega?

«Non voglio prendermi tutti i meriti. Abbiamo vinto come lista perché secondo me le persone che erano candidate con me erano persone note per il loro impegno sul territorio che i nostri concittadini hanno apprezzato.

Spero che comunque la mia elezione sia un simbolo: aiuti a superare i pregiudizi. Credo che il fatto che io sia stato eletto in un piccolo paesino sia la dimostrazione che non è vero che nelle piccole realtà non si possa essere se stessi».

Gianmarco Negri, sindaco di Tromello

Come se la spiega questa vittoria schiacciante della Lega alle europee?

«Credo che la Lega faccia un tipo di politica che va a toccare i nervi scoperti degli italiani come sicurezza e immigrazione. Questo ovviamente porta voti perché le persone non si sentono al sicuro e l’uomo forte le fa sentire al sicuro in quel momento, ma in realtà è una tranquillità apparente perché poi la Lega non propone soluzioni, diffonde solo il clima di terrore. È una sorta di violenza psicologica. La paura è il male del secolo».

Pensa che la sua elezione sia un’eccezione in questo clima o un messaggio di speranza?

«Spero sia un messaggio di speranza. Io voglio portare avanti quella che chiamo “rivoluzione gentile”. Non credo che l’odio si combatta con l’odio. Spero a questo punto che questa “rivoluzione gentile” parta proprio da Tromello».

In questi giorni in cui è finito su tutti i giornali, a parte i messaggi di congratulazioni ha ricevuto anche messaggi di haters?

«Devo dire che gli ultimi giorni sono stati molto frenetici. Ho letto solo qualche commento sotto qualche post in rete dai toni spiacevoli come “l’Italia fa schifo” e so che un militante della Lega di un paese vicino al mio mi ha diffamato sui social in modo molto pesante, ma di questo ne risponderà nelle sedi opportune. Per il resto non mi fa paura niente e non mi faccio abbattere da qualche commento stupido. Gli insulti mi entrano in un orecchio e escono dall’altro».

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti