In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
POLITICAFesta della RepubblicaLegaMatteo Salvini

«Una presa in giro»: ecco cosa pensava Matteo Salvini della festa della Repubblica

Sei anni fa, non ancora leader della Lega, il ministro dell'Interno: «Oggi non c'è un cazzo da festeggiare»

«Notte serena Amici, oggi non c’è un cazzo da festeggiare». Così nel 2013 l’attuale ministro dell’Interno commentava la festa della Repubblica. Sei anni fa, non ancora leader della Lega, verrà eletto solo a dicembre di quell’anno, l’approccio di Matteo Salvini al 2 giugno sui social network era decisamente meno istituzionale rispetto a oggi.

Il contesto politico di allora vedeva il governo Letta insediatosi da poco più di un mese: un esecutivo sorretto da una maggioranza Pd-Forza Italia che faceva storcere il naso all’attuale vicepremier. Inoltre, nelle sue parole, forse, ancora un sentimento ostile nei confronti dell’unità nazionale della vecchia Lega Nord, lontana dalle attuali posizioni sovraniste.

Se l’approccio votato alla disintermediazione rimane una costante allora come oggi, cioè il rivolgersi direttamente agli elettori / follower, di certo lo stile è cambiato: oggi difficilmente il ministro dell’Interno ricorrerebbe al turpiloquio.

Il 2 giugno 2019 Salvini, dopo la vittoria alle elezioni europee, un po’ premier in pectore, ha invece molto da festeggiare. Cambiato il contesto, cambiati i toni e i contenuti.

Oggi il ministro dell’Interno celebra il 2 giugno mostrandosi sorridente con le scie delle frecce tricolori sullo sfondo e si dice «orgoglioso di poter esercitare il mio ruolo di governo sempre a difesa dell’Italia».

Nel maggio 2016, tre anni dopo quel tweet, Salvini ancora aveva posizioni diverse rispetto ad oggi, sulla commemorazione della nascita della Repubblica. Alla trasmissione radiofonica La zanzara, ormai segretario della Lega (Nord) dichiarava: «Il 2 giugno c’è poco da fare parate e sventolii. Io eviterei un giorno di festa, risparmierei i quattrini, è una presa in giro, ipocrisia. Qualcuno dice che non c’è un’invasione? Cosa volete che siano 13 mila persone arrivate in una settimana».

Se il suo atteggiamento nei confronti della festa della Repubblica è mutato, lo stesso non si può dire della sua verve polemica, soprattutto sui temi collegati all’immigrazione. Infatti il vicepremier oggi si è scagliato contro il presidente della Camera colpevole, secondo Salvini, di aver incluso nei festeggiamenti anche i migranti, i rom e i sinti.

Leggi anche

Articoli di POLITICA più letti