Fantinati (M5S): «Mi aspetto che Conte dia una scossa» – L’intervista
«Servono nuovi obiettivi chiari, una linea. Conte può e deve portarci fuori dal guado». Sono le parole del sottosegretario per la Pubblica amministrazione del M5S Mattia Fantinati nel giorno cruciale per il futuro del governo. Sulla riforma delle autonomie, per il sottosegretario è falso dire che il Movimento “frena”: «Vogliamo solo che sia fatta bene e che non duplichi centri di spesa e decisionali». Mentre sulla Tav, l’imperativo per Fantinati è uno: «Il progetto deve essere rivisto e attualizzato».
Sottosegretario, cosa si aspetta dal premier Conte?
«La “scossa” per rilanciare il governo, una linea che faccia sintesi fra azionisti di maggioranza e le diverse sensibilità nell’esecutivo. È ovvio che le Europee abbiano lasciato strascichi. Occorre lasciarsi errori e il passato alle spalle e guardare in avanti.
Conte ha dimostrato doti di leadership incredibili, non solo da mediatore. Servono nuovi obiettivi chiari, una linea. Non siamo al governo per vivacchiare, ma per cambiare il Paese. Abbiamo dimostrato di essere il governo del cambiamento. Ora stiamo vivendo una comprensibile fase di stallo. Conte può e deve portarci fuori dal guado. C’è tanto da fare».
Se Conte dovesse opporsi a sforare i vincoli Ue – come chiedono Salvini e Di Maio – dovrebbe dimettersi?
«Non diciamo sciocchezze. Conte sa che è necessario intrattenere un rapporto “dialettico” con la Commissione. Non serve a nulla essere aprioristicamente polemici, ma è ugualmente sbagliato porsi in una condizione di subalternità.
La Commissione dovrebbe essere autonoma ma è scelta dagli Stati; assomma funzioni paragiurisdizionali ma è un organo politico; ha ampiamente dimostrato, infine, di poter sbagliare previsioni, conti e politiche pubbliche. Oggi, Ivo Caizzi, dalle pagine del Corriere della Sera, ha ricordato che l’esecutivo comunitario, sempre solerte ad aprici procedure di infrazione, ha dormito su ben 28 volte che la Germania ha sforato le regole del surplus. Perché il nostro debito è un problema e non il loro surplus?
Il tema, dunque, è chiedere regole razionali e uguali per tutti. Una considerazione che vale per i parametri di Maastricht, ma non solo. Anche io sono scettico su quei parametri, ma non mi fossilizzerei: si tratta di far cambiare approccio economico in generale alla Commissione. Se Conte ci riesce all’interno del Patto di Stabilità e Crescita, magari ottenendo lo scorporo per le spese per investimenti, per l’Italia andrebbe bene ugualmente».
Come va cambiata – se va cambiata – l’agenda del governo alla luce dei risultati elettorali?
«L’agenda, cioè le priorità, le può benissimo definire Conte. Tanto lo spartito c’è già: è il contratto di governo. Ha idea di quante proposte contiene? Diamo attuazione a quel contratto, e l’Italia ne avrà un beneficio. Se poi la Lega vuole accelerare sul fisco, benissimo. Anche noi riteniamo che rimettere in moto il ceto medio sia fondamentale».
Ci sarà una apertura sulle autonomie regionali?
«Non si tratta di “aprire”, ma di dare attuazione a un progetto di riforma che è nel nostro dna. Il Movimento ha partecipato attivamente ai referendum per le autonomie. Eppure, ho letto sulla stampa che lo avremmo “frenato”. È falso. Vogliamo soltanto che ci sia una autonomia fatta bene e che non duplichi centri di spesa e decisionali come è avvenuto con la sciagurata riforma del Titolo V voluta dal centro-sinistra.
Ovviamente, non possiamo permettere neanche un federalismo regressivo che divida gli italiani in cittadini di Serie A e serie B. Ma questo non lo vuole neanche la Lega, visto che raccoglie voti nel Mezzogiorno. Vero, Salvini?».
Sulla Torino-Lione c’è l’aut aut di Salvini, il M5s resterà fermo sulla posizione di sempre o c’è possibilità di apertura? Magari se il progetto venisse rivisto e attualizzato?
«Il progetto deve essere rivisto e attualizzato! Nel contratto di governo, noi e la Lega ci impegnavamo a rivedere il progetto. Questo è quel che chiediamo! Rivedere quella Torino Lione, che costa poco alla Francia e tanto ai contribuenti. Non abbiamo mai detto di essere contro la Tav o le grandi opere. Siamo orgogliosamente contro i grandi sprechi.
Grazie al M5s, la Ue si è dichiarata perfino disponibile ad aumentare il suo contributo. Senza di noi, tutto questo non sarebbe successo. Si ridiscuta il progetto, dunque, e poi ne parliamo. Non accettiamo diktat, e non chiudiamo la porta in faccia a nessuno».