I cittadini a Mattarella: «Meno male che abbiamo Lei»
Bagno di folla per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel giorno della Festa della Repubblica. Il capo di Stato è stato accolto da applausi e ringraziamenti dai 20.000 cittadini in visita ai giardini del Quirinale, aperti al pubblico il 2 giugno. Il Presidente è sceso con la figlia a salutare il pubblico è la reazione è stata entusiasta.
Mentre passava tra la folla, i cittadini ne hanno approfittato per mostrare la propria ammirazione e gratitudine. Si sente il pubblico affermate «Presidente vinceremo», «Grazie Presidente», «Presidente sei il migliore», «Con lei ce la faremo», «Sei la nostra garanzia. Mantieniti per il secondo settennato. Mantieniti in forza!»
Il capo di Stato ha passeggiato per i giardini per circa un’ora, stringendo migliaia di mani e ascoltando le espressioni di affetto e le preoccupazioni dei visitatori, tra cui moltissimi suoi compaesani siciliani. Mattarella si è concesso in foto, poi ha ascoltato i moltissimi appelli a «vigilare», «resistere», «non mollare». «Lei è l’unica persona di fiducia che abbiamo» gli confida una signora, per poi pregarlo: «Tenga duro e mandi via Salvini perché ci sta facendo andare indietro di troppo. L’Italia deve andare avanti!»
Tanti anche i cittadini di origine straniera. Una famiglia di peruviani ha porto al presidente una copia della Costituzione per farla autografare: «Siamo i tipici peruviani», hanno affermato «meno male che abbiamo lei». Nasra, una donna somala che vive in Italia da 25 anni, gli ha detto, con una frase che rispecchia il recente clima di tensione: «Questo è anche il mio Paese».
Nella chiusura del suo discorso di benvenuto per le celebrazioni Mattarella aveva pronunciato il suo monito ai due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio: «Libertà e democrazia – ha detto il Capo dello Stato davanti al corpo diplomatico – non sono compatibili con chi alimenta conflitti, con chi punta a creare opposizioni dissennate fra le identità, con chi fomenta scontri, con la continua ricerca di un nemico da individuare, con chi limita il pluralismo».
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