Dirigenti di CasaPound processati per aggressione, è polemica sul risarcimento
Filippo Santino e Jorge Castro Carasaz erano stati picchiati a giugno di due anni fa dentro Palazzo Marino, a Milano, da alcuni militanti di CasaPound. Il primo è un esponente dell’Anpi, l’associazione nazionale partigiani, il secondo un rappresentante di un’associazione in difesa dei migranti. La vicenda è finita in tribunale e non si è ancora conclusa, ma i due – nel frattempo – hanno rifiutato un risarcimento extragiudiziale di 1.800 euro (1400 a uno, 400 all’altro) proposto dagli imputati.
La vicenda
Secondo la ricostruzione, il 29 giugno 2017, alcuni rappresentanti del movimento di estrema destra avrebbero fatto irruzione nella sala del consiglio comunale di Milano per contestare il sindaco Giuseppe Sala che era stato indagato nell’ambito della vicenda dell’appalto sulla Piastra di Expo.
Una volta usciti dalla sala del Consiglio, Polacchi e gli altri avrebbero incrociato dentro Palazzo Marino una delegazione di circa 10 persone, tra cui appunto Masi e Carasaz, che stava aspettando di incontrare il capo del gabinetto del Sindaco per presentare formalmente una richiesta di residenza per migranti richiedenti asilo. La delegazione faceva parte di un gruppo più numeroso, circa 500 persone, che stava facendo un presidio davanti al Comune. Dopo l’incontro, i militanti di CasaPound avrebbero picchiato Masi e Carasaz.
Tra gli indagati anche Francesco Polacchi, editore di Altaforte
Tra gli accusati, a processo per lesioni personali aggravate, c’è anche l’editore di Altaforte Francesco Polacchi, che nelle scorse settimane era finito al centro di una polemica per la presenza della sua casa editrice al salone del libro di Torino.
«Da parte mia vorrei essere molto preciso sulla vicenda. Non ho richiesto di poter effettuare un risarcimento perché dovevo riconoscere le mie colpe, io mi reputo comunque innocente», ha dichiarato Polacchi a Open.
«Probabilmente è stato fatto anche uno scambio di persona, al netto del fatto che ritengo di essere nella parte degli aggrediti: in quell’episodio fummo circondati per circa due ore», chiarisce Polacchi. «Voglio che questo processo finisca presto, ma ribadisco che non voglio riconoscere la mia colpevolezza perché ritengo di essere non colpevole».
Gli otto imputati sono stati accusati, a vario titolo, di resistenza a pubblico ufficiale e getto pericoloso di cose.
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