Decreto sblocca cantieri, al Senato passa il super-emendamento
L’aula del Senato ha approvato con 175 voti favorevoli, 55 contrari e 40 astenuti, il super-emendamento al dl Sblocca cantieri che modifica alcuni punti del Codice degli appalti. «Sono molto lieto che sullo Sblocca cantieri si sia trovata una convergenza», ha detto il premier Giuseppe Conte ai cronisti da Hanoi. «Stavamo andando in zona Cesarini, Lega e M5S hanno lavorato con senso di responsabilità e si è trovata una soluzione tecnica condivisibile», ha concluso Conte. Sembra dunque evidente che la sopravvivenza del Governo, prima che dalla pacificazione del clima da campagna elettorale richiesta dal premier Conte, sia passata anche dalle limature allo Sblocca cantieri. In particolare, dalle limitazioni, caldeggiate dalla Lega, al Codice degli appalti, norma varata nel 2016 che regola la concessione di lavori pubblici ai privati e che, fra i suoi principi ispiratori, ha la limitazione delle infiltrazioni della criminalità organizzata e della corruzione.
Le posizioni politiche
Le iniziali posizioni politiche sul campo erano decisamente chiare: da una parte la Lega, che premeva per un alleggerimento della norma, in modo da consentire un più agile disbrigo delle pratiche di concessione dei lavori da parte delle aziende che, secondo il Carroccio, favorirebbe il rilancio dell’economia, dall’altra il Movimento 5 Stelle che temeva che depotenziare il Codice avrebbe favorito fenomeni corruttivi. Questi i principi di partenza. Nei mutati rapporti di forza fra gli alleati di governo la posizione della Lega ha preso il sopravvento ed è diventata l’oggetto del contendere per il futuro dell’esecutivo. Cedere in toto per il Movimento 5 Stelle, su un tema così identitario come la possibilità di aprire le maglie degli appalti pubblici alla corruzione, avrebbe rappresentato il definitivo accodamento alle posizioni dell’alleato con ulteriori possibili ripercussioni sul consenso. Le strade erano a quel punto due. O far saltare il tavolo chiudendo l’esperienza di governo o trovare un compromesso. I risultati delle elezioni europee devono aver convinto i pentastellati che andare alle urne a breve non sarebbe stata una scelta utile. Quindi il compromesso.
Cosa cambia nel Codice degli appalti
La Lega aveva chiesto la sospensione secca per due anni di sei norme del Codice degli appalti. Il compromesso si è trovato evitando lo scontro in Aula e limitando la sospensione a quattro fra le norme da mettere in stand by. Fra queste, centrale è la questione dei subappalti che oggi sono limitati a un tetto del 30% sul totale: limite che la Lega voleva abolire del tutto e che invece sarà innalzato al 40%. Poi c’è la questione delle soglie: cioè, in soldoni, qual è il volume di spesa entro cui un appalto pubblico può essere affidato direttamente o, in caso diverso, seguendo quali regole. In questo caso si è scelto di proseguire sull’intesa raggiunta in commissione Bilancio: sotto i 40mila euro ci sarà l’affidamento diretto, tra i 40 e i 150mila euro affidamento diretto, ma sulla base di tre preventivi.
Il nodo della procedura negoziata
Tra i 150mila e i 350mila e tra i 350mila e un milione di spesa pubblica scatta la procedura negoziata rispettivamente fra 10 e 15 operatori del settore. Cosa vuol dire? La procedura, prevista dal Codice degli appalti, prevede che alla concessione dei lavori non possano accedere tutte le aziende, ma un numero limitato di operatori economici selezionati e inseriti in un apposito elenco redatto dalla stazione appaltante (cioè dall’ente pubblico: il Comune, la Regione, etc.). Tra un milione e i 5,5 milioni di euro. invece, si mettono in moto le procedure per una gara a livello europeo.
La procedura in deroga
Ma il vero nodo, sul quale la Lega sembra averla spuntata, non è tanto sul monte spesa in base a cui scattano le diverse assegnazioni: piuttosto, l’articolo 63 del Codice che stabilisce i casi in cui si può agire in deroga alle suddette regole: cioè quando si può assegnare un appalto, anche milionario, senza dover passare dalle gare europee, ma soltanto attraverso la procedure negoziale. La nuova casistica prevederebbe maggiore flessibilità in caso, ad esempio, di estrema urgenza, assenza di concorrenza o mancanza di offerte. La misura potrebbe, anche secondo l’opinione di fonti interne alla maggioranza, sospendere di fatto il Codice perché faciliterebbe l’applicazione di criteri di discrezionalità (come l’urgenza) che aprirebbero in modo decisivo le maglie del codice stesso, al limite di equivalere alla sospensione richiesta dalla Lega.
L’emendamento sulle telecamere negli asili e nelle case di cura
Al Senato è passato anche l’emendamento promosso da Lega, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Forza Italia, che prevede l’installazione di telecamere in tutte le aule degli asili e nelle strutture di assistenza per anziani e disabili. Un misura giustificata al fine di assicurare loro «la più ampia tutela». Nello specifico, è previsto lo stanziamento di 5 milioni per il 2019 e di 15 milioni per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024 da parte del Ministero dell’Interno. Finanziamenti che serviranno ai Comuni per installare i sistemi di videosorveglianza e le apparecchiature finalizzate alla conservazione delle immagini. La stessa cifra verrà stanziata per fornire gli stessi strumenti alle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno.
Il testo
“Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici“. (Con gli emendamenti approvati dalle Commissioni riunite).
L’emendamento che contiene le norme di cui si è detto è, come visto, parte del cosiddetto decreto Sblocca cantieri. Piccola, ma come spesso accade, decisiva parte: una modifica (questo è nella sostanza l’emendamento), nello specifico all’articolo 1, rispetto a ciò che in precedenza si era stabilito nella prima versione della legge.
Il testo del decreto Sblocca cantieri affronta solo al capo 1 il tema specifico di una ripartenza del settore dei lavori pubblici. I succesivi capitoli (II e III) sono invece dedicati a disposizioni relative rispettivamente agli eventi sismici della Regione Molise e dell’Area dell’Etna in primo e agli eventi sismici dell’Abruzzo nell’anno 2009, del Centro Italia negli anni 2016 e 2017 e nei Comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno dell’Isola di Ischia nel 2017, il secondo.
Il testo del decreto Sblocca cantieri affronta solo al capo 1 il tema specifico di una ripartenza del settore dei lavori pubblici. I succesivi capitoli (II e III) sono invece dedicati a disposizioni relative rispettivamente agli eventi sismici della Regione Molise e dell’Area dell’Etna in primo e agli eventi sismici dell’Abruzzo nell’anno 2009, del Centro Italia negli anni 2016 e 2017 e nei Comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno dell’Isola di Ischia nel 2017, il secondo.
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