In Danimarca vince la sinistra anti-migranti, crollo dei populisti
Il partito di centrodestra del primo ministro Lars Lokke Rasmussen ha governato la Danimarca per 14 degli ultimi 18 anni. Adesso dovrà far spazio a Mette Frederiksen, del partito dei social democratici, arrivata prima nelle elezioni politiche del 5 giugno, con il 25,9% delle preferenze, appena due punti e mezzo percentuali in più rispetto ai liberali. Mette Frederiksen diventa così, a 41 anni, il primo ministro più giovane del suo Paese.
La politica danese dovrà cercare di formare una coalizione di minoranza, con altri partiti di sinistra, un’impresa non facilissima, vista l’opposizione di alcuni di questi alle sue dure politiche sull’immigrazione. Frederiksen ha infatti promesso di non ammorbidire il contrasto all’immigrazione che in questi anni ha portato ad abbassare il numero di migranti accolti dal Paese.
Si tratta di un risultato se non del tutto inaspettato – i social democratici erano avanti nei sondaggi – comunque in contrasto con l’esito delle recenti elezioni europee, in cui Rasmussen era arrivato primo, battendo i social democratici.
Confermata invece la crisi del Partito Popolare Danese di Kristian Dahl, alleati di Matteo Salvini alle elezioni europee, tra i gruppi politici presenti anche all’inaugurazione dell’Alleanza Europea dei Popoli e Nazioni a Milano a inizio aprile. Dopo aver perso 3 dei loro 4 seggi all’europarlamento nelle elezioni di fine maggio, il partito di Dahl ne ha persi ben 21 nel parlamento danese, raccogliendo soltanto l’8,7% dei consensi.
A decretarne la sconfitta sarebbe non tanto un calo d’interesse nelle sue proposte in tema di immigrazione (maggior controlli e restrizioni), quanto la decisione da parte di altri partiti – sia a destra, sia a sinistra – di adottare tali politiche, neutralizzando in parte la sua unicità.
Mødte efter aftenens debat en dejlig dansk familie, som fejrede Eid Mubarak. Glædelig aften til jer alle. pic.twitter.com/jkYxulBhje
— Lars Løkke Rasmussen (@larsloekke) June 4, 2019
Molto sentiti, oltre all’immigrazione, anche il tema dei tagli al welfare e della tutela dall’ambiente, sopratutto tra l’elettorato più giovane. Lo stesso vale per la vicina Svezia, dove dopo mesi di trattative Stefan Löfven è riuscito a formare un governo di minoranza di centrosinistra, e in Finlandia, dove tre esponenti del partito dei verdi sono stati nominati ministri nel Governo di coalizione di centrosinistra nato dopo le elezioni di aprile.
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