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Tamagotchi torna con una nuova versione a colori. Riusciremo a non farla morire?

07 Giugno 2019 - 12:32 Valerio Berra
Il nuovo ovetto di plastica si chiamerà Tamagotchi On. Avrà uno schermo lccd a colori da 2,5 pollici e si collegherà allo smartphone via Bluetooth

Prendersi cura di un uovo. Vederlo schiudere, far crescere l’animale che nasce, accudendolo giorno per giorno. Poi andare in montagna per un fine settimana, lasciarlo a casa e trovarlo morto. Un trauma, anche se tutto digitale.

Chi era un bambino alla fine degli anni ’90 forse si ricorderà di aver vissuto un momento del genere. Tutto nasceva da un piccolo oggetto di plastica con uno schermo a due colori di pochi pixel: il Tamagotchi. Uno dei giocattoli più iconici di quel periodo sta per tornare sul mercato. Il 15 agosto verrà rilasciato negli Stati Uniti. Prezzo consigliato 59,99 euro.

https://www.youtube.com/watch?v=V3GWrAJ9P-8
YouTube | Lo spot di Tamagotchi On

Non sarà esattamente un ritorno al passato. Il gioco è stato presentato in una nuova versione: Tamagotchi On, con display Lcd a colori da 2,5 pollici. Anche il gameplay sarà leggermente diverso. Tramite una connessione bluetooth sarà possibile sincronizzarlo con un’app per smartphone. Da qui sarà possibile partecipare ad eventi con altri utenti e organizzare matrimoni.

Le origini del gioco: allevamento di alieni

Il Tamagotchi è stato creato nel 1996 da Aki Matia e Akihiro Yokoi. A distribuirlo, dal 1996, è Namco Bandai azienda di videogiochi responsabile di diversi titoli sul mercato, da Dark Souls a Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm 4.

Il nome deriva da Tamago, una parola che in giapponese vuol dire «uovo». Gli appassionati di cucina giapponese lo avranno già in mente per i Tamagoyaki, le omelette giapponesi. Il videogioco ha dato vita a una serie di prodotti collegati, fra cui un manga. È da qui che si scoprono le “vere origini” delle uova: organismi alieni che provengono dallo spazio.

Il lancio del Tamagotchi aveva sollevato qualche polemica e un po’ di allarmismo. E c’è una notizia che merita di essere ricordata. È del 26 maggio del 1996 e riporta un accorato appello di Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi nel consiglio regionale del Lazio: «Ogni maltrattamento o incuria causano la morte del pulcino, sbagliando a schiacciare i pulsanti nella ricerca delle funzioni vitali, il pulcino cade e muore. Bisogna esigere più rispetto per il mondo dei minori ed è quindi necessario che le autorità preposte intervengano immediatamente». Probabilmente Bonelli non aveva mai visto Bambi.

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