La marea del Pride contro l’odio, cifre da record: «La bellezza li sommergerà» – Il video
«Siamo 700mila». Lo dicono da subito, gli organizzatori dal Gay Pride 2019 di Roma. È davvero così? La Questura, interpellata da Open, fa sapere che «non rilascia questa informazione». Sia come sia, la marea che ha invaso piazza della Repubblica prima, alla partenza del corteo, via Merulana, i Fori Imperiali e fino all’arrivo a piazza Madonna di Loreto, accanto al Campidoglio, è imponente.
«Mi sono sentito solo, molto solo, quest’anno», racconta un attivista di lungo corso, uno di quelli che tra i primi si è battuto per il diritto a unirsi in matrimonio anche per le persone omosessuali in Italia. «Ora vedere tutta questa gente in piazza mi conforta». Oggi per strada «ci sono tutte le generazioni».
Il corteo
Giovanissime e giovanissimi, famiglie, adulti e anche qualcuno un po’ più avanti con gli anni. «Hai visto che ci sono anche sessantenni?», chiede. Indossa la maglietta del Pride del 2000, quello dell’anno del Giubileo a Roma. «Vedere anche chi è più avanti con gli anni mi conforta. Io so che cosa hanno rappresentato tutti questi anni. So cosa vuol dire oggi».
In piazza ci sono tutte le generazioni, «ma soprattutto ci sono le generazioni future», dice a Open Porpora Marcasciano, madrina del Gay Pride 2019. Lei è la fondatrice del Mit, Movimento identità transessuale, volto storico del movimento italiano. Da più parti si è salutata la scelta di una trans come madrina, al posto di una donna etero come accaduto negli anni precedenti. Ci sono tanti e tante giovani: «Sono preoccupata, la bruttura ci sta sommergendo. Ma la bellezza, che è più faticosa, li travolgerà».
Le critiche alla maggioranza
Sul carro degli organizzatori anche Asia Argento. Il corteo viene dedicato a Matteo Salvini, ma anche al senatore leghista Simone Pillon. «L’attacco alle famiglie arcobaleno è stato fin da subito, con il ministro Fontana, con il decreto sul ripristino di ‘mamma e papà’ sui documenti… Sicuramente c’è la volontà di cancellarci», dice il presidente delle Famiglie arcobaleno Gianfranco Goretti. «Noi non chiediamo diritti ma doveri. I nostri bambini non hanno riconoscimento, noi invece vogliamo essere inchiodati alle nostre responsabilità genitoriali».
«Nessuna vita deve valere meno della merce. Come quando tu uccidi una persona e poi vieni protetto da chi prima sgrana un rosario, dicendo che la madonna è dalla sua parte e poi offende il quinto comandamento, che dice ‘Non uccidere’», dice Vladimir Luxuria, in prima fila a tenere lo striscione del Mario Mieli, lo storico circolo di cultura omosessuale capitolino. «Siamo persone che credono che nessuno debba essere discriminato per orientamento sessuale, genere, colore della pelle, fede religiosa classe sociale. Che la vita debba essere prima di tutto salvata: poi si discute di tutto il resto».
Leggi anche:
- Caterina Balivo: «Io omofoba? Rinuncio al Pride da discriminata. Non voglio rovinare la festa»
- Pride month 2019 – com’è cambiata e quali battaglie combatte oggi la comunità LGBTQ+
- Primo trans-pride in Pakistan, ma essere gay resta un reato
- Fontana appoggia la «processione di riparazione» al Gay Pride di Modena
- Al Pride di Bologna spuntano gli striscioni di Forza Nuova: la battutaccia omofoba contro il corteo