Milano, svastiche davanti al liceo Parini. Non è la prima volta, non sarà l’ultima
Nuovi atti vandalici all’ingresso del liceo Classico Parini di Milano, nel cuore di Brera. La scritta “Parini Antifascista”, realizzata davanti all’entrata dell’edificio, è stata imbrattata nuovamente con una croce su “Anti”e una svastica sulla bandiera rossa.
Già nelle prime ore della nottre tra l’8 e il 9 giugno, alcuni esponenti della redazione del giornale della scuola Zabaione avevano notato dei movimenti sospetti davanti all’Istituto. «Io, la vice direttrice Cecilia Albanese e il direttore Davide Rossi eravamo di ritorno dalla festa della scuola», ha spiegato a Open l’ex direttore Filippo Savio.
«Siamo passati davanti a via Goito e abbiamo notato alcune persone con delle bombolette. Abbiamo capito di cosa si trattasse quando abbiamo notato un ragazzo appoggiato all’imbocco di via Goito che faceva da “palo”. A quel punto ci siamo allontanati e ho subito chiamato i carabinieri».
«Non ci è dato sapere se la polizia sia intervenuta quando ormai era troppo tardi o abbia deciso di trascurare questo crimine contro la nostra Costituzione», scrivono su Facebook. «Quello di cui però siamo certi è che i pariniani non si lasceranno intimidire davanti a tutto ciò, e continueranno in una Resistenza ora più che mai necessaria e giusta».
Una storia lunga, e ciclica
Non è la prima volta che il Parini viene preso di mira per atti vandalici di matrice fascista. L’ultimo episodio risale al maggio scorso, quando la stessa scritta era stata imbrattata nello stesso identico modo. Oltretutto, gli studenti si erano ritrovati circondati da svastiche sui muri e da frasi con insulti sessisti e omofobi. In quell’occasione, il professore di lettere Matteo Pirri aveva commentato a Open: «Se ci fosse il loro duce, quello che rimpiangono senza conoscerlo, quelle scritte gliele farebbe pulire con la lingua».
Durante il concerto di Natale del 2017, un gruppo di persone si introdusse nel liceo e vandalizzarono tre aule che erano rimaste incustodite. Il mattino seguente, i bidelli della scuola trovarono computer danneggiati, vocabolari rovinati e svastiche disegnate sulle scrivanie, vicino alla scritta “Dux nobis”.
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