Paperino, 85 anni di storia. Dai corti contro il nazismo agli asteroidi con il suo nome
«C’è chi nasce come Paperino, sfortunato e sempre pieno di guai». Sono queste le prime parole di Vil Coyote, una canzone di Eugenio Finardi. E così, alla fine, è sempre stato Paperino, soprattutto nella versione italiana. Disorganizzato, sempre dietro a mille debiti, sempre alla ricerca di qualche soluzione temporanea per tamponare la sua vita. Paperino compie 85 anni. Gli spettatori lo hanno incontrato il 9 giugno 1934 in Silly Simphony, una serie di fumetti e cartoni animati. La sua storia d’esordio è stata The Wise Little Hen, arrivata in Italia come La Gallinella Saggia.
E da lì, con la sua voce starnazzante, Donald Duck di avventure ne ha vissute parecchie. Ha cercato tesori con lo zio Paperone, è stato in viaggio con Paperina, si è trasformato in Paperinik per salvare il mondo dagli alieni e ha portato i nipoti Qui, Quo e Qua in campeggio. Ha avuto un suo fumetto, un suo spin off e qualcuno ha anche deciso di dare il suo nome a un asteroide.
La rivalità con Topolino, una storia inziata nel 1934
Un topo e un papero. Due animali comuni. Di quelli che si trovano in ogni città, negli stagni dei parchi o nelle soffite delle vecchie case. Un topo e un papero che hanno rivoltato il mondo dell’animazione occidentale. Da sempre sono stati in conflitto. La loro prima apparizione insieme risale al 1934, in Orfphan’s Benefit, in Italia Spettacolo di beneficenza.
In sé il corto rappresenta l’essenza di questo personaggio, in grado di trasformare in caos anche l’occasione più normale. Topolino e Minni hanno organizzato una serata di benificenza per dei topini orfani, in cui tutti i personaggi Disney di allora si esibivano su un palco. Tutto inzia come da programma. Poi Paperino sale sul palco e riesce non solo a litigare con il pubblico ma anche a farsi tirare addosso qualsiasi tipo di oggetto, perfino delle uova. È in questi anni però che gli autori della Disney cominciano a capire le potenzialità di questo personaggio, dedicandogli sempre più uno spazio come protagonista. Nel 1937 arriva quindi Don Donald, pellicola di animazione ambientata in Messico in cui il papero incontra per la prima volta l’amore delle sue avventure: Daisy Duck, arrivata in Italia come Paperina. In questo corto si chiama però Donna Duck ci sono ancora dubbi sul fatto che forse potrebbe essere solo una fiammata messicana.
I nipoti, lo zio, il cugino e tutta la famiglia di Paperino
Un albero genaologico fitto e ben ramificato. La versione più completa è quella tracciata da Don Rosa, nome d’arte di Keno Don Hugo Rosa, uno dei fummettisti che hanno più contribuito alla creazione di questo personaggio. È in questa tavola, ricostruita dalle tante informazioni sparse nella saga, che ricostruiamo le origini della famiglia di Paperino. Origini che risalgono a Cornelius Coot, il fondatore di Paperopoli. Sempre qui scopriamo che i tre nipoti di Paperino sono nati dalla sorella Della Duck. Nella versione originale si chiamano Huey, Dewey e Louie. La scelta (fortunata) dei traduttori italiani è stata quella di farli diventare Qui, Quo e Qua. Comparsi per la prima volta nel 1938 hanno avuto parecchia fortuna, tanto da meritare diversi spin off. È probabile che se cercate bene tra i vostri libri da bambini potreste trovare qualche edizione de Il Manuale delle Giovani Marmotte.
Nota curiosa. Nell’albero di Don Rosa c’è anche un clan scozzese di origine scozzese. Sono i Mc Duck, il ceppo da cui deriva Scrooge McDuck, conosciuto in Italia come Paperon de’ Paperoni. Il suo nome deriva da Ebenzer Scrooge, il protagonista di Canto di Natale i Charles Dickens. Non è difficile capire il motivo di questa scelta. Paperon de’ Paperoni impersona, spesso ma non sempre, quell’avarizia senza limiti che ha reso famosa l’opera dello scrittore inglese. Tanto che nel 1983 è proprio lui a ricoprire il ruolo del protagonista nella versione paperesca di Canto di Natale.
Paperino nazista, gli anni della seconda guerra mondiale, Paperino Nazista
Uno dei capitoli più interessanti della storia dell’animazione è quello della seconda guerra mondiale, quando da una parte e dall’altra del fronte sono stati pubblicati diversi corti di animazione pensati apposta per fare propaganda. Uno dei più famosi è un anime giapponese che si intitola Evil Mickey attacks Japan. Qui Topolino guida uno stormo di pipistrelli contro una tranquilla isola dell’Oceano Pacifico. Dalla parte degli Alleati, il documento migliore di questo periodo è Der Fuehrer’s Face del 1943, un corto in cui Paperino si ritrova in una fabbrica nazista, tra saluti con il braccio teso, icone di Hitler e armi da produrre di fretta. Solo il suo risveglio è emblematio, viene punzecchiato da una baionetta e si alza, ancora in dormiveglia per fare il saluto nazista alle icone di Hitler, Mussolini e dell’imperatore Hirohito.
Paperinik e Double Duck, gli alter ego di Paperino
Le storie calate in contesti storici diversi da quello di Paperopoli sono un classico dei fumetti Disney. Paperino ha attraversato epoche e continenti. È stato in Messico è nell’Antica Grecia, è stato un uomo delle caverne e un cavaliere del Medioevo. Ma la sua versione più famosa e duratura è stata un’altra: Paperinik. Il supereroe pronto a difendere la sua città da qualsiasi minaccia. Esistono due versioni di Paperinik. Quella nelle serie tradizionali dei fumetti Topolino, in stile spesso umoristico e quella totalmente diversa raccontata in Pk, la serie a fumetti pubblicata dal 1996 al 2005. Qui Paperinik ha un taglio completamente diverso. Un tratto più adulto, sia nel disegno che nel carattere. Un fumetto in stile molto Marvel, tanto che negli Stati Uniti è stato pubblicato come Duck Avenger.
Anche se di minor successo, merita un cenno anche DoubleDuck. Con questo personaggio Paperino si calava nei panni di un agente segreto. La sua comparsa nel mondo di Paperopoli è recente, le prime storie sono state pubblicate nel 2008. DoubleDuck lavorava per l’Agenzia, un’entità misteriosa conosciuta anche come Agenzia talmente segreta da non avere nemmeno un nome.
Dai videogiochi agli asteroidi, la vita oltre i fumetti
Il franchise del papero non si è fermato a fumetti e animazioni. È andato oltre, passando da videogiochi e corpi celesti. Il primo gioco elettronico con Paperino come protagonista è stato Donald Duck’s Playground pubblicato nel 1984 per lo storico Commodore 64 e arrivato anche su Apple II. Il vero periodo d’oro per il nipote di Paperone nel mondo dei videogame è stato però con la saga Kingdom Hearts, iniziata nel 2002 per Play Station 2. Paperino è riuscito anche a superare il confine dell’atmosfera terrestre. Nel 1995 un gruppo di scienziati ha ribatezzato con il nome di Donald Duck l’Asteroide 12410. Il 2730 invece è stato dedicato a Carl Barks, diegnatore Disney che dato vita Paperopoli e ha dotato Paperino di un parente scomodo: Paperon de’ Paperoni.
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