Report: «480mila euro di fondi pubblici a una barista», la Lega annuncia querela
Il 10 giugno Report ha trasmesso un’inchiesta in cui ha ricostruito alcuni movimenti sospetti di denaro. Secondo il programma, il partito di Matteo Salvini avrebbe versato ad esempio – 480mila euro di fondi pubblici alla cognata di Alberto Di Rubba, direttore amministrativo del gruppo parlamentare della Camera. La causale? Comunicare le attività del gruppo sui social network. Peccato che la cognata di Di Rubba sia una barista. Secondo Report, la donna figura anche come capo di una società che a 8 giorni dalla sua nascita riceve un bonifico sostanzioso dal gruppo parlamentare al Senato della Lega. Raggiunta al bar, la donna si è rifiutata di spiegare il suo ruolo e i movimenti di denaro.
Il giorno dopo la messa in onda, l’11 giugno, il deputato della Lega Giulio Centemero ha annunciato una querela al programma, commentando: «La solita narrativa fatta di omissioni, imprecisioni e pure invenzioni, salvo poi specificare che probabilmente è tutto legale». La replica del conduttore Sigfrido Ranucci non si è fatta attendere «Trasparenza è fare chiarezza su alcuni passaggi di denaro e alle nostre domande Centemero non vuole rispondere». Il leghista Centemero incalza: «Il servizio non fa altro che riportare le medesime stupidate raccontate dai giornalisti de L’Espresso nei confronti dei quali ho già depositato denuncia per diffamazione. Mi basterà cambiare intestazione e data e per il resto la denuncia sarà la medesima – spiega Centemero -. La cosa davvero fastidiosa è che il racconto è rimasto fermo a mesi fa. Riescono anche a trovare il coraggio di criticare la mia poca trasparenza per non aver dato risposte! Ma sono mesi che ho dato pubblicamente risposte, punto a punto, alle solite fesserie. Si vadano a vedere il mio blog».
Ma la domanda di Ranucci rimane senza risposta: «Ci sono fatture che documentano che con quei soldi è stata svolta un’attività istituzionale per il gruppo e non propaganda politica che sarebbe vietato? E perché è stata utilizzata una società di comodo appositamente aperta otto giorni prima da una barista?». Intanto da fonti vicine agli investigatori della procura di Genova è trapelato che i magistrati stanno portando avanti un’indagine autonoma proprio su quei 480 mila euro di fondi pubblici girati alla cognata di Di Rubba.
Il contratto con la donna stato interrotto dopo qualche mese, ma secondo una fonte anonima che ha parlato con Report parte dei soldi già versati sarebbero tornati alla Lega: «Una parte di quei soldi incassati dal gruppo della Lega, circa 87mila euro – dice la fonte – sono stati girati ad alcuni membri dello staff del ministro Matteo Salvini»: tra questi, ci sarebbe anche Luca Morisi, il consigliere social di Matteo Salvini.
I soldi versati alla Barachetti Service
I 480 mila euro versati alla barista non sono l’unico movimento sul quale si concentra l’inchiesta. Sempre secondo Report, la Barachetti Service, società di ristrutturazioni di Francesco Barachetti, un fornitore del Carroccio, avrebbe ottenuto lavori per 1,5 milioni di euro da parte della Lega Nord, della Lega di Matteo Salvini e della Pontida Fin, l’immobiliare del partito. Tutti nel periodo 2016-2018.
La cosa strana, però, è che una parte di quei soldi sarebbe tornata indietro. Come ricostruito da Report, Barachetti, a sua volta, avrebbe erogato denaro (circa 400mila euro, versati nello stesso periodo in cui avrebbe percepito soldi dalla Lega) verso i “cassieri” del partito: Andrea Manzoni, revisore contabile del gruppo al Senato della Lega, il tesoriere Giulio Centemero e il direttore amministrativo del gruppo parlamentare alla Camera Alberto Di Rubba.
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