Lo spin doctor della sottosegretaria leghista all’ambiente e l’offerta per fermare un’inchiesta sui rifiuti
A Este, vicino a Padova, non cresce più l’erba. Nel compost industriale usato nei campi di mais sono stati trovati pezzi di plastica e di vetro. «Il compost è contaminato», dice un agricoltore intervistato da Sacha Biazzo nell’ambito di una lunga inchiesta pubblicata su Fanpage.
Per il giornalista, si tratta di un ritorno sul tema: già in passato, Biazzo, era riuscito a infiltrarsi nel settore dei rifiuti, scoprendo un mondo di corruzione, colletti bianchi e imprenditori spregiudicati dal Nord al Sud Italia.
Stavolta l’inchiesta di Fanpage rischia di fare ancora più rumore. Perché i giornalisti sono arrivati in profondità e qualcuno ha provato a fermarli offrendo alla testata un investimento pubblicitario da 300 mila euro.
L’autore materiale della proposta è Fabrizio Ghedin, spin doctor di Vannia Gava, la sottosegretaria leghista del Ministro dell’ambiente Costa e responsabile relazioni esterne della S.e.s.a., società dell’imprenditore Angelo Mandato, al quale i giornalisti di Fanpage avevano chiesto un’intervista nell’ambito dell’inchiesta sul compost.
Ghedin vuole far incontrare l’azienda e la testata. E l’incontro avviene. Al tavolo ci sono il capo della cronaca di Fanpage, il direttore Francesco Piccinini, Ghedin e Mandato. Il dialogo viene ripreso con una telecamera nascosta: «Spendiamo tanti soldi sui giornali per convincere della bontà di quello che stiamo facendo», dice Mandato in un passaggio del servizio.
«Tu dimmi..non lo so, ci vogliono 100mila euro – incalza Ghedin – L’importante – spiega poco dopo – è che non ci rompete troppo le palle», perché se sparate troppo «poi mi dicono perché dobbiamo pagare chi ci spara»?
Al primo incontro ne segue un altro, dove Ghedin chiarisce i termini dell’offerta: «L’idea è questa – dice Ghedin – Fare per tre anni una cifra di 100mila euro all’anno. È un investimento per far capire che noi non siamo avvelenatori».
Il giornalista di Fanpage gli chiede cosa vuole in cambio. «Voglio capire cos’hai – risponde Ghedin – Possiamo vederla prima che venga pubblicata? Voglio costruire il servizio in maniera bipartisan. Però non voglio che pensate che cerchiamo di comprare».
Ghedin non sarebbe l’unico punto di contatto fra la Lega e l’impero di Mandato: da un’altra società dell’imprenditore, la Biogreen, sarebbe partito un finanziamento di 30mila euro al partito di Matteo Salvini, mentre un’altra società, la Bioman di Pordenone, avrebbe avuto come vicepresidente (fino a maggio del 2019) Gianpaolo Vallardi, leghista, oggi presidente della Commissione agricoltura e produzione agroalimentare in Senato.
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