Il fratellastro di Kim Jong-Un, ucciso con il gas nervino, «era un informatore della Cia»
Kim Jong-Nam, il fratellastro del dittatore della Corea del Nord Kim Jong-Un, ucciso con il gas nervino nel 2017 all’aeroporto di Kuala Lumpur in Malesia, era un informatore della Central Intelligence Agency (Cia), l’agenzia dei servizi segreti americani. Lo scrive il quotidiano americano Wall Street Journal. I dettagli sull’operato di Kim Jong-Nam restano però poco chiari. Secondo alcuni ex funzionari dell’agenzia di intelligence Usa, il fratellastro del leader di Pyongyang sarebbe stato spesso in contatto con i servizi di sicurezza di Paesi esteri, in particolare quelli cinesi. «Diversi ex funzionari statunitensi – riferisce il Wsj – sostengono che il fratellastro, che non aveva alcun potere a Pyongyang perché viveva da molti anni a Macao, in Cina, non fosse in grado di fornire dettagli sui meccanismi interni del Paese nordcoreano». Al contempo, però, le stesse fonti sostengono che l’uomo fosse quasi certamente in contatto con l’intelligence Usa. Esisterebbe infatti un video in cui Kim Jong-Nam viene ripreso dalle telecamere di sicurezza di un hotel durante un incontro con un agente dell’intelligence statunitense. La Cia finora non ha commentato la vicenda.
L’omicidio all’aeroporto di Kuala Lumpur
Kim Jong-Nam venne ucciso nel 2017 all’aeroporto di Kuala Lumpur, in Malesia, da due donne: l’indonesiana Siti Aisyah e la vietnamita Doan Thi Huong. Ad ucciderlo il gas nervino agente Vx, che gli venne spruzzato in faccia. Le due donne sono state rilasciate rispettivamente nel maggio e nel marzo 2019. Il fratellastro Kim Jong-Nam aveva spesso criticato pubblicamente le scelte politiche del fratello Kim Jong-Un. Subito dopo l’omicidio si fecero sempre più insistenti le voci che il mandante dell’omicidio fosse proprio il fratello, il leader nordcoreano Kim Jong-Un, che però ha sempre rigettato le accuse.