Sui moduli c’è solo «Madre» e «padre»: la figlia di una coppia lesbica resta senza documenti
Le avevamo lasciate con l’amaro in bocca nel 2017, quando le due mamme della provincia di Venezia ottennero l’adozione di una bimba dal Tribunale, la prima in Veneto, a patto che si impegnassero a farle frequentare «persone a orientamento non omosessuale». Dopo due anni, un’altra vicenda spiacevole: quella bambina, oggi di 6 anni, non può avere la carta di identità per un controverso intoppo burocratico.
Su questo caso la burocrazia si è dovuta fermare, incapace di decidere, dopo che nel decreto di aprile scorso voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, con il quale sono è stata sostituita sui documenti di identità la dicitura di «Genitore o chi ne fa le veci» con «Madre» e «Padre».
I dipendenti dell’ufficio anagrafe del Comune di Favaro Veneto non sanno quindi come complilare i nuovi moduli per rilasciare la carta di identità della bambina, figlia di una coppia omogenitoriale. Quindi, tutto fermo.
Un burocrazia ingessata
«Il mese scorso abbiamo chiesto le fosse rilasciata la carta d’identità – racconta la mamma biologica al Corriere della Sera – Abbiamo subito intuito che non sarebbe stato semplice. Gli impiegati dell’Anagrafe si sono dimostrati collaborativi ma, dopo qualche telefonata andata a vuoto, non sapevano come compilare i dati anagrafici».
«Inserire un nome palesemente femminile di fronte alla dicitura “padre”, tanto voluta da Salvini, rischierebbe infatti di trasformare quel documento in un falso», ha specificato la donna. Date le difficoltà, gli impiegati hanno preferito sospendere la procedura per la carta d’identità, chiedendo chiarimenti al ministero dell’Interno su come procedere in casi come il loro. A distanza di oltre due settimane, però, né la famiglia né il Municipio hanno ancora ricevuto risposta.
Quello della coppia veneta è solo l’ultimo dei numerosi esempi che hanno dimostrato l’incapacità della burocrazia italiana di tenersi al passo – con o senza l’intervento diretto dei Ministeri. Come già riportato da Open, nel caso del portale online dell’Inps, al quale bisogna necessariamente far riferimento per scaricare i moduli per riconoscimento, deleghe o congedi, la situazione è la stessa. Anche nel caso in cui entrambi i partner siano legalmente riconosciuti come genitori, le procedure sono bloccate se i genitori vengono riconosciuti dello stesso sesso.
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