L’incubo delle ferrovie siciliane nell’era della Tav: tempi biblici per viaggiare tra città isolate e cantieri aperti
Mentre il governo pensa al Tav e all’ipotesi ponte sullo stretto di Messina che ciclicamente torna d’attualità, la Sicilia è alle prese con una tra le più arretrate reti ferroviarie e stradali d’Europa. Si va dal cattivo stato di manutenzione delle autostrade presenti sull’isola a una ferrovia inadeguata per pendolari e turisti che vorrebbero raggiungere le principali città siciliane in treno.
Le tratte da incubo
La situazione più drammatica si registra a Trapani e Mazara Del Vallo dove raggiungere Gela o Catania diventa quasi impossibile. Un’odissea: per andare da Trapani a Gela servono quasi 13 ore di treno e ben 5 cambi: in auto sono sufficienti 3 ore e 19 minuti per un totale di 300 km.
Se, invece, si vuole raggiungere Catania da Trapani bisognerà stringere i denti per quasi 10 ore e 3 cambi (in auto servono appena 3 ore e 30 minuti).
Da Ragusa a Mazara Del Vallo, invece, sono necessarie 10 ore e ben 4 cambi contro le 4 ore di auto.
Impietoso il confronto con il Nord: per raggiungere Milano da Roma, con un Frecciarossa, bastano 3 ore. La distanza? Circa 600km.
Cantieri aperti
Dal 9 giugno al 7 luglio è sospesa la circolazione dei treni da Catania verso Palermo, Siracusa e Caltagirone a seguito dell’avvio di cantieri – ed è questa una buona notizia – relativi a interventi sulla Catania-Palermo, tra Bicocca e Catenanuova, che fanno parte di un progetto di raddoppio ferroviario che nei prossimi anni dovrebbe risollevare in parte la Sicilia. In altre parole, è impossibile andare da Catania a Palermo in treno: prima bisognerà salire a bordo di un autobus sostitutivo fino a Enna o Dittaino, poi si potrà proseguire in treno. Tutto in tre ore (ritardi permettendo): entro il 2025 saranno sufficienti 1 ora e 45 minuti per raggiungere Palermo da Catania. E per andare a Siracusa? Al momento solo in autobus per 1 ora e 40 minuti. Peccato che, in auto, bastino appena 56 minuti. Tempi biblici anche per visitare Ragusa in treno: da Catania servono tra le 5 e le 6 ore contro 1 ora e 30 di auto e 1 ora e 55 di bus.
Una rete inadeguata
La situazione è da attribuirsi a diversi fattori: investimenti non sufficienti, tratte con un solo binario, ritardi, frequenti cambi e da qui la necessità per i siciliani di muoversi quasi esclusivamente in auto. Senza considerare poi la situazione difficile dei trasporti pubblici locali come nel caso di Catania dove la metropolitana è chiusa di notte e nei festivi e dove l’Amt (Azienda metropolitana trasporti) è al collasso nonostante lo sforzo del presidente Giacomo Bellavia che poche ore fa ha annunciato lo stop del servizio già dal 1° luglio.
La replica di Rete Ferroviaria Italiana
«Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) prevede investimenti per tredici miliardi di euro destinati alla cura del ferro in Sicilia. La rete ferroviaria dell’isola è infatti oggetto di importanti e significativi interventi di potenziamento infrastrutturale e tecnologico». Otto i miliardi di euro per il nuovo collegamento veloce Palermo-Catania-Messina: il viaggio tra Messina e Catania, ad esempio, sarà coperto in 45 minuti. I tratti Catania – Fiumefreddo e Messina-Giampilieri «sono già stati interessati da lavori di raddoppio e velocizzazione, che saranno completati dal raddoppio fra Giampilieri e Fiumefreddo, per un costo complessivo di circa 2,3 miliardi di euro».
Sulla linea Palermo – Messina «sono stati già realizzati interventi di raddoppio e velocizzazione fino a Ogliastrillo ed è in corso il raddoppio del tratto Ogliastrillo – Castelbuono». Infine, tra Catania e Siracusa «sono in corso lavori per la velocizzazione della tratta a binario unico tra Bicocca e Targia, assieme ad altri lavori di adeguamento degli impianti ed eliminazione di passaggi a livello, per un valore di 132 milioni di euro» mentre sulla linea Palermo – Trapani via Milo «sono attualmente in progettazione definitiva gli interventi che prevedono l’adeguamento a nuovi standard tecnologici e la velocizzazione degli itinerari in corrispondenza degli scambi, per un investimento di 144 milioni di euro». Gli investimenti complessivi nel Mezzogiorno sono stati stimati «in 16 miliardi di euro nel periodo 2019-2023».
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