Sondaggio, il Brexit party resiste dopo le Europee: le cifre che scuotono la politica Uk
L’effetto Brexit colpisce anche dopo le elezioni europee. Secondo l’ultimo sondaggio di YouGov sulle intenzioni di voto nel Regno Unito, la crisi dei due principali schieramenti politici – il partito conservatore e il partito laburista – persiste. Come del resto continua anche l’ascesa del nuovo partito di Nigel Farage, il Brexit Party, che si conferma primo partito con il 26% delle preferenze.
Facendo un rapido confronto con i risultati delle elezioni europee il Brexit Party ha perso circa cinque punti percentuali, dal 31,6% al 26%. Calano leggermente i Verdi (dall’11% all’8%), i conservatori risollevano la testa (avevano ottenuto il 9% alle europee). Salgono i laburisti dal 14 al 19%, meno comunque rispetto ai sondaggi nazionali del periodo pre-elettorale, che li davano a più del 20%, primo partito.
Adesso invece sarebbero terzi, dopo i liberal democratici che continuano a crescere – avevano ottenuto 18,6% delle preferenze alle elezioni europee – e sembrano finalmente aver imboccato la via della rinascita dopo i tempi bui della coalizione di Governo con i conservatori di David Cameron nel 2010, che sembravano aver irrimediabilmente compromesso il partito, allora sotto la guida di Nick Clegg.
Latest Westminster voting intention (9-10 June)
— YouGov (@YouGov) 14 June 2019
Brexit Party – 26%
Lib Dem – 22%
Lab – 19%
Con – 17%
Green – 8%
Other – 9%https://t.co/iTBwIJMHmg pic.twitter.com/YgiuxSv5Z7
Numeri che fanno pensare che le elezioni europee non siano state un caso isolato ma che fin quando non sarà risolta la Brexit – attualmente prevista per il 31 ottobre – continuerà a condizionare le preferenze di voto nel Paese, nonostante i cittadini britannici abbiano sempre votato in modo diverso alle elezioni europee rispetto alle politiche.
L’ex partito di Farage – il partito indipendentista Ukip – per esempio aveva vinto le elezioni europee del 2014 arrivando primo con circa il 27% delle preferenze – un dato che però non era riuscito a tradurre in una vittoria a livello nazionale.
Nelle elezioni politiche del 2015, in cui il partito aveva ottenuto il 12,6% delle preferenze, era riuscito a far eleggere alla Camera dei deputati una sola persone, Douglas Carswell, che peraltro era stato a lungo deputato con i conservatori. Complice sicuramente il sistema politico non proporzionale, che tende a penalizzare i partiti più piccoli. Però, all’epoca, la Brexit era soltanto un’ipotesi, mentre ora è l’immediato futuro.
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