Si è dimesso il presidente dell’Anm: «Vi rispetto più di quanto facciate con me»
Il presidente dell’Anm magistrati, Pasquale Grasso, si è dimesso alla fine della riunione del Comitato direttivo centrale. Nel pieno della bufera che sta travolgendo la magistratura, Grasso ha preso la decisione dopo averla già annunciata all’inizio della riunione. Decisione che avrebbe preso, aveva detto, se avesse avuto sentore di una richiesta in tal senso: «Da una parte rilevante dei presenti».
«Vi ho ascoltato tutti. Vi comprendo e vi rispetto. Vi rispetto e vi ringrazio. Vi rispetto molto più di quanto abbiate dimostrato di rispettare me – ha detto Grasso rivolgendosi ai colleghi – Potrei osservare che le vostre considerazioni hanno deliberatamente trascurato la prospettiva cronologica degli avvenimenti. Potrei dolermi di convenienti fraintendimenti della mia condotta»
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
«Vi ho ascoltato e compreso – ha ripetuto il magistrato – Ovviamente rassegno le mie dimissioni. Lo faccio serenamente, dicendo no a me stesso. Nel ricordo di un grande intellettuale del passato, che ricordava che i moralisti dicono no agli altri, l’uomo morale dice no a se stesso»
Dopo la diffusione delle intercettazioni dalla riunione notturna tra Luca Palamara, Luca Lotti, Cosimo Ferri e cinque membri togati del Csm, Grasso è stato messo in discussione dai membri dei gruppi all’interno dell’Anm. Sin dal suo esordio alla seduta di oggi, 16 giugno, Grasso ha anticipato l’intenzione di farsi da parte, chiedendo: «Una posizione chiara e un’assunzione di responsabilità».
Un voto sulle sue dimissioni avrebbe reso ancora più evidente la distanza delle posizioni tra le correnti che animano l’Anm, per questo Grasso ha chiarito di non aver intenzione di: «Invelenire una situazione già molto complicata», nel pieno dello scandalo che ha coinvolto parte del Csm.
Grasso ha sperato fino all’ultimo in una «condivisione della mia linea politica e non in una spaccatura per gruppi, che testimonierebbe ancora una volta la prevalenza, a mio avviso controproducente e insensata, nel nostro consesso di una parte su un’altra».
«Confido – ha poi aggiunto – nella capacità di tutti di dimostrare con i fatti, e non solo con le parole, la volontà di essere promotori di un reale cambio di passo, di voler essere persone che rappresentano persone. Persone che hanno bisogno di noi per mettere nero su bianco il proprio disagio. Ne hanno bisogno e urgenza».
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