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Salario minimo, l’Ocse frena: «Non è la soluzione, 9 euro cifra troppo alta»

17 Giugno 2019 - 17:38 Redazione
L'economista dell'Ocse: «È uno strumento legittimo, interessante, con alcune potenzialità ma anche con alcuni limiti»

Il salario minimo orario per cui il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio si sta battendo «non è la soluzione alla questione salariale italiana o ai problemi del mercato del lavoro italiano». Questa la posizione espressa dall’Ocse, nelle parole di Andrea Garnero, economista del dipartimento Lavoro e Affari sociali. Garnero, nel corso di un’audizione sul tema in commissione Lavoro alla Camera, ha spiegato che si tratta sicuramente di «uno strumento legittimo, interessante, con alcune potenzialità ma anche con alcuni limiti».

«Nove euro all’ora sono troppi»

Stando alle parole dell’economista, il salario orario minimo fissato a 9 euro lordi sarebbe al momento «il più elevato tra i Paesi Ocse» e «anche della maggioranza dei contratti collettivi esistenti». La cifra di cui si parla in Italia è dunque per Garnero «molto elevata».

Di Maio: «L’Italia non può restare a guardare»

Proprio stamani (17 giugno) il vicepremier 5 Stelle Luigi Di Maio ha rilanciato sull’abbassamento delle tasse e sul salario minimo. «Sarà il prossimo passo – ha detto Di Maio ai ministri M5S riuniti a Palazzo Chigi -. Dobbiamo restituire dignità a circa 3 milioni di lavoratori sottopagati. È una legge presente in tanti paesi europei e l’Italia non può restare a guardare».

Istat: «Quasi 3 milioni di lavoratori coinvolti»

Sono 2,9 milioni i lavoratori coinvolti dal salario minimo per un incremento medio annuo di 1000-1073 euro pro-capite e un aumento del monte salari di 3,2 miliardi. Questa la stima della platea degli interessati a un eventuale aumento del salario minimo orario a 9 euro lordi fatta dall’Istat, nel corso dell’audizione alla Camera. Il presidente Gian Carlo Blangiardo ha spiegato poi che la platea degli interessati si restringe a 2,4 milioni di lavoratori al netto degli apprendisti.

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