Dal 1950 a oggi: come le tracce della maturità ci parlano del nostro tempo
«Pena, dolore e redenzione in un personaggio del Purgatorio di Dante». Una frase, secca, da cui sviluppare un intero tema. Nel 1950 gli studenti dei licei classici si sono trovati davanti questa come prima traccia dell’esame di maturità. Almeno secondo i documenti raccolti dalla casa editrice Baldini Castoldi che conserva un archivio digitale con tutti i temi dell’Esame di Stato dal 1950 al 2016.
Nel 1950 l’Italia era uscita da poco dall’ultimo conflitto mondiale, il disegnatore Schulz creava una vignetta con protagonista Charlie Brown e a Silverstone si correva la prima gara del Campionato Mondiale di Formula 1. Erano già 27 anni che gli studenti italiani stavano affrontando questa prova, da quando nel 1923 venne introdotta da Giovanni Gentile, ministro della Pubblica istruzione dal 1922 al 1924, alba del ventennio fascista.
Forse non tutti i lettori maturati si ricordano quale traccia hanno scelto il giorno della prima prova. Se l’analisi del testo, se quella di carattere più scientifico oppure quella a sfondo storico. Per questo l’archivio della casa editrice Baldini Castoldi può essere utile, ma può anche servire ad altro. Staccandosi dall’esperienza personale e scorrendo le tracce una dopo l’altra si può leggere il cambiamento di due mondi: quello della scuola e quello intorno alla scuola.
1950, quando bastava una frase per cominciare un tema
Chi ha dato l’Esame di Stato dal 1999 in avanti si è trovato sul banco un plico di fogli. Spunti, documenti, brani per integrare lo scritto della prima prova. Un aiuto ingombrante, di cui non era mai chiaro quanto leggere, quanto riportare e quanto ignorare. Prima di questa data bastava qualche riga per dare lo spunto per un tema.
E così, oltre al già citato personaggio del Purgatorio di Dante, il ministero dell’Istruzione aveva scelto, sempre per i licei classici, un generico «Orientamenti sul pensiero politico nella prima metà del secolo decimonono». Più specifiche le tracce per i colleghi dello scientifico: «Esponete un cantico del Leopardi, i sentimenti che l’hanno ispirato e il suo valore estetico» e «Criticare la massima di Bacone: “La sovranità dell’uomo sta nella scienza”».
Insomma, analisi letterarie e filosofiche ma pochi spunti, almeno richiesti, con la stretta attualità. Una tendenza che con gli anni è andata a cadere portando tutto quel mondo fuori dalla scuola dentro le aule. In maniera esplicita. È negli anni successivi infatti che compaiono temi come la meccanizzazione del lavoro, il nucleare e la pace. Finchè le tracce arrivano a mettere in discussione lo stesso modello di scuola.
1963, l’Europa: una delle protagoniste dell’Esame di Stato
Nel 1957 i trattati di Roma hanno segnato l’inizio della Cee, quella Comunità economica europea vista come il prototipo dell’Unione Europea. E forse è per questo che già nelle tracce di quegli anni l’Europa compariva molto spesso tra le richieste del Ministero. A partire dalle tracce del 1953 quando veniva citato come spunto un passaggio di Storia d’Europa nel secolo decimonono di Benedetto Croce.
«A quel modo che or son settant’anni un napoletano dell’antico regno o un piemontese del regno subalpino si fecero italiani non rinnegando l’esser loro anteriore ma innalzandolo in quel nuovo essere, così e francesi e italiani e tutti gli altri si innalzeranno a europei e i loro pensieri indirizzeranno all’Europa e i loro cuori batteranno per lei come prima per le patrie più piccole, non dimenticate ma meglio amate».
Benedetto Croce
E l’Europa continuerà a comparire ancora molto spesso. Nei riferimenti storici, in quelli letterari, ma soprattutto in quelli politici. Molto frequenti le citazioni di Giuseppe Mazzini. E così nel 1963 si arriva a una traccia che potrebbe essere rilanciata anche oggi, data l’attualità: «Che cosa significa parlare di una “Coscienza Europea”».
1971, il peso della Guerra del Vietnam
Il ’68 e poi il ’69. La guerra in Vietnam, le manifestazioni delle studenti e la musica di Woodstock. Anni di cambiamenti, grandi e piccoli, positivi e terribili, che hanno segnato la storia dell’Occidente. E forse non è un caso che proprio nel mezzo di questa stagione compaia una traccia, unica per tutte le scuole superiori, sulla pace.
Nel 1971 la consegna per la prima prova recitava: «Tutto ciò che promuove l’evoluzione civile lavora contro la guerra». La fonte è una lettera scritta da Sigmund Freud ad Albert Einstein. Forse una traccia rischiosa, con il tranello di scadere nell’ideologico. Per i più produdenti erano pronti però altri spunti: per il classico la differenza tra romanticismo perenne e romanticismo storico mentre per lo scientifico le conseguenze della trasformazione industriale nel XIX e XX secolo.
Intanto la maturità era cambiata. Nel 1969 è stata approvata la legge 119 che ha riformato l’esame di maturità. Richieste sole due materie allo scritto e due all’orale. L’obiettivo è quello di togliere i paletti del nozionismo e spingere gli studenti a creare un discorso. Un cambiamento segnato anche da un servizio televisivo conservato dall’Istituto Luce. Nelle sequenze in bianco e nero vengono intervistati degli studenti: «Io credo che non solo gli studenti non siano stati preparati per questo nuovo tipo di esame, ma anche i professori».
1984, l’esame della maturità sull’esame della maturità
Nel 1984 la prima traccia, sempre comune a tutti gli indirizzi, potrebbe essere definita una metamaturità. Ecco l’inizio: «Stai affrontando un esame tra i più impegnativi della tua carriera scolastica e della tua vita». Esatto. Una traccia sull’Esame di Stato. Ai candidati però non è stata data libertà assoluta ma sono comunque stati vincolati a commentare le frasi di Giorgio Amendola:
«Il suo valore è essenzialmente morale, di prova di carattere e di volontà. Una prova da superare, una selezione da affrontare, come la vita esige fuori della scuola e in ben più severe condizioni e con maggiori ingiustizie».
Giorgio Amendola
Intanto negli anni ’80 la quarta rivoluzione industriale, quella basata sulla tecnologia e sull’intelligenza artificiale, comincia a dare le prime avvisaglie. Forse più nei film di fantascienza che nelle fabbriche. E così nel 1989 una delle tracce chiede di riflettere su un nuovo problema: «È tuttavia questo stesso processo di crescente automatizzazione che creando macchine somiglianti all’uomo, finisce, secondo alcuni, per modellare uomini che somigliano sempre più a macchine».
1995, se i giovani si sentono soli
Dalle riflessioni sull’Europa alla felicità dei giovani. La traccia proposta nel 1995 è abbastanza indicativa di una situazione in cui, in forme diverse, è presente una certa inquietudine nei giovani occidentali. Qualcosa che emerge in maniera artistica, con i testi riflessivi dei Nirvana e con quelli menefreghisti dei Green Day, e in modo drammatico, con la diffusione dell’abuso di eroina soprattutto fra i giovani.
E così il primo spunto per l’esame di maturità parte da una ricerca che segnala il distacco dei giovani dalle loro famiglie. Due generazioni distanti, che sembrano non capirsi più: «Il Rapporto Censis sulla situazione del Paese 1994 analizza la odierna condizione dei giovani in un capitolo significativamente intitolato La solitudine del mondo giovanile. Dai dati statistici registrati e dalle relative annotazioni risulta che la grande maggioranza dei giovani vive di buon grado in famiglia senza però condividerne mondo sentimentale e valori morali».
2000, benvenuto internet e bentornato Mazzini
Nel 1999 l’esame di maturità viene rivoluzionato ancora. Arriva il plico dei documenti citato a inzio articolo. I candidati possono scegliere tra analisi del testo, un saggio breve o articolo di giornale, un tema di argomento storico e uno di ordine generale. È difficile così, data la vastità dell’offerta, capire le linee seguite dal minstero dell’Istruzione.
Qualche segnale però si può cogliere. Nel 2000 viene usata per la prima volta la parola internet, inserita nei documenti di una traccia che riletta oggi fa sorridere: «Da Gutenberg al libro elettronico: modi e strumenti della comunicazione». Questa parola, e tutto il mondo che la circonda, si ritaglia sempre più spazio, fino ad aggiudicarsi nel 2009 addirittura il titolo di una traccia, anche se forse un po’ vago: «Social Network, Internet, New Media».
Andando avanti di qualche anno, nelle tracce del 2006 c’è una proposta che potrebbe benissimo essere stata copiata da qualche bozza degli anni ’50. I commissari infatti hanno ritrovato due vecchi amori: l’Europa e Mazzini. Recita la traccia per il saggio breve di ambito storico-politico: «Democrazia e nazione, unità d’Italia e d’Europa, libertà e fratellanza sono i cardini del pensiero politico di Giuseppe Mazzini (1805 – 1872)».
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