Rai, Vigilanza boccia il doppio incarico a Foa. Di Maio: «No al carrozzone da Prima Repubblica»
Con 21 voti favorevoli, 9 contrati e 4 astenuti passa in commissione di vigilanza Rai la soluzione a firma di Primo Di Nicola (M5s) che sancisce l’incompatibilità del doppio incarico di Marcello Foa come presidente della Rai e della RaiCom.
In fase di voto M5s, Partito Democratico e Leu hanno votato a favore della scissione dei ruoli, Lega e Fratelli d’Italia si sono schierati contro, mentre Forza Italia si è astenuta. Il voto della commissione di Vigilanza non implica la decadenza dall’incarico di presidenza della Rai, ma ha valenza puramente politica.
In precedenza era stata bocciata una risoluzione proposta da Davide Faraone del Pd, a causa dell’astensione del Movimento Cinque Stelle. Lo stesso Faraone, approvata l’incompatibilità del doppio incarico, ha subito commentato su Twitter l’esito del voto: «Passata risoluzione dimissioni Foa. La maggioranza non esiste più. Foa prenda atto del voto e si dimetta, incapace di guidare la Rai».
Passata risoluzione dimissioni #Foa #Raicom la maggioranza non esiste più. Foa prenda atto del voto e si dimetta, incapace di guidare la Rai
— Davide Faraone (@davidefaraone) 19 giugno 2019
Di Maio: «In Rai bisogna spezzare il legame con i partiti»
Nella tarda mattinata è arrivato anche il commento del vicepremier Luigi Di Maio che, dalla sua pagina di Facebook, ha ribadito come il Movimento abbia «evidenziato l’inadeguatezza del doppio incarico in Rai da parte del presidente. Nessuna polemica e nessuna ostilità, abbiamo solo detto le cose come stanno, perché la Rai è la tv dei cittadini, non dei partiti!».
«È ingiusto che gli italiani – continua il leader dei Cinque Stelle – continuino a pagare un canone per un servizio condizionato dai partiti. È ingiusto che paghino per tenerla in piedi così! La Rai ha enormi potenzialità ma bisogna spezzare il legame con i partiti».
«L’obiettivo è premiare il merito e la trasparenza, non tenere in piedi un carrozzone da prima repubblica. Quindi diamo il via a questa riforma, che è nel contratto di governo, oppure tagliamo il canone ai cittadini. Delle due l’una. Questa è la direzione, altre non ce ne sono!», chiosa Di Maio.
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