Brutte notizie per il Governo, l’Istat: «Rischio Pil in calo nel secondo trimestre»
Brutte notizie dal rapporto annuale dell’Istat in un momento cruciale della trattativa con la Commissione europea per evitare una procedura d’infrazione per deficit e debito eccessivi.
Secondo l’Istituto nazionale di statistica, nel 2019 l’economia italiana crescerà poco rispetto agli anni precedenti, fermandosi al + 0,3% (nel 2016 era stata dell’ 1,1%, nel 2017 dell’1,7%, nel 2018 dello 0,9% e nel 2019 dello 0,3%): una frenata dovuta soprattutto al calo delle esportazioni, frutto di un quadro economico negativo non solo in Italia, ma anche all’estero.
«Nel 2019 – scrive l’Istat – si prevede che il Pil italiano sperimenti una decelerazione rispetto all’anno precedente, con una crescita pari allo 0,3 per cento. I consumi delle famiglie, nonostante il marginale rallentamento rispetto al 2018, costituiranno la principale componente a sostegno della crescita, favoriti dall’aumento del monte salari e, in misura contenuta, dalle misure del reddito di cittadinanza».
La probabilità che il Pil abbia subito una contrazione nel secondo trimestre dell’anno è molto alta: 65%. Sulla stima ha pesato il dato negativo sulla produzione industriale della Germania.
Com’è andata l’economia italiana nel 2018
Male, dice l’Istat, anche a causa di un rallentamento generalizzato: «Nel 2018 – scrive l’Istituto di Statistica – l’economia italiana ha segnato una netta decelerazione rispetto al 2017 (è passata dal +1,7% del 2017 al +0,9 del 2018, ndr), sperimentando in corso d’anno un andamento pressoché stagnante, con segnali di flessione nel secondo semestre».
Nel 2018 il quadro economico è peggiorato dal calo dei consumi, dovuto al fatto che il potere d’acquisto (cioè le possibilità di spesa) delle famiglie italiane è ancora modesto. In generale, però, «la situazione delle famiglie italiane in termini di attività reali e finanziarie è migliorata, dopo un triennio di risultati negativi, confermando una rilevante specificità del nostro Paese nel panorama europeo: la ricchezza netta, alla fine del 2017, è risultata pari a 8 volte il loro reddito disponibile, un rapporto più elevato di quello osservato nei principali Paesi europei».
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
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