Procedura di infrazione, la mossa dell’Italia per convincere l’Ue: un tesoretto da 5 miliardi
Sono ore tese nel governo. La trattativa con l’Unione europea va avanti a ritmi serrati e l’esecutivo gialloverde deve trovare la quadra in vista del Consiglio dei ministri di mercoledì, chiamato a varare l’assestamento di bilancio. Per convincere l’Ue, il governo sta lavorando a un tesoretto stimato intorno ai 5 miliardi, composti da maggiori entrate rispetto alle previsioni, risparmi da reddito di cittadinanza e quota 100 e dai due miliardi congelati nella legge di bilancio. Non c’è alcuna manovra correttiva, spiegano fonti governative, l’assestamento certifica come procedono i conti.
Un tesoretto da 5 miliardi
Stando alle previsioni circolate in queste ore a Palazzo Chigi, oltre ai due miliardi resi effettivi ieri in consiglio dei ministri, sarebbero tre i miliardi che il governo potrebbe includere in assestamento di bilancio. Tra questi, una quota di maggiori entrate – tributarie e non tributarie – e i risparmi di Reddito di cittadinanza e quota 100. La manovra d’autunno per il 2020, che potrebbe comprendere la Flat tax, va considerata separatamente dall’assestamento.
«Nessuna divergenza nel governo»
Rispetto alla volontà di non subire una procedura d’infrazione, non ci sarebbe alcuna divergenza tra il premier Giuseppe Conte e i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il presidente del consiglio è arrivato a Bruxelles dimostrando ai suoi interlocutori europei totale disponibilità di dialogo nel rispetto delle regole vigenti ma con la consapevolezza che queste regole potrebbero aver bisogno di essere ridiscusse. Non solo parole dunque (e la lettera in mano), ma numeri e volontà concreta di una revisione di bilancio per rientrare nei parametri.
Conte a Bruxelles: «I conti italiani vanno meglio del previsto»
«La lettera contiene un messaggio politico molto chiaro – dice il premier Conte al suo arrivo a Bruxelles -. Nel prossimo consiglio dei ministri, mercoledì prossimo, verrà completato l’assestamento per certificare che i conti vanno meglio del previsto». «Noi abbiamo un patto che è molta stabilità e poca crescita – prosegue -. Dobbiamo invertire queste regole e avviare una nuova legislatura europea con un dialogo su questo fronte». Le priorità, secondo il premier, sono il contrasto della disoccupazione, la crescita economica e lo sviluppo sociale.
«Per la Commissione appoggiamo chi ridiscute le regole»
«Il nostro candidato ideale per la Commissione è chi vuole ridiscutere le regole». Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, risponde alle domande dei cronisti al suo arrivo al Consiglio europeo a Bruxelles.
La polemica con Moscovici
«L’Italia non intende sottrarsi ai vincoli europei – scrive il premier Conte alla Commissione Ue – né reclama deroghe o concessioni su regole che, finché non saranno cambiate, restano in vigore». «Se siamo in un sistema integrato dobbiamo competere con le sfide globali ma all’interno dell’Ue le regole devono essere uguali per tutti». Il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, ha precisato ancora una volta che evitare la procedura «non lo si fa attraverso scambi, commenti sulle regole: lo si fa sul rispetto delle regole che sono intelligenti e favoriscono la crescita».
Cosa era accaduto in consiglio dei ministri
Il Cdm ha discusso infatti di un’assestamento di bilancio che però non è stato votato. Sul tavolo 2 miliardi di fondi ministeriali congelati nell’ultima manovra e un paio di miliardi risparmiati dalle due misure simbolo del governo gialloverde: reddito di cittadinanza e Quota 100. Su quest’ultimo punto Salvini non sembra essere d’accordo, il timore sarebbe quello di non avere risorse per la flat tax. Secondo alcuni parlamentari del M5s, come riporta il Messaggero, la Lega «cerca di avvelenare i pozzi» della trattativa. Conte e Giovanni Tria lo rassicurano, anche se il ministro dell’Economia precisa sulle pagine del Finantial Times che la “tassa piatta” «dovrà arrivare gradualmente e con le coperture garantite dai tagli alla spesa». Salvini non sembra voler cedere e lasciare i risparmi alla Commissione. La nota d’assestamento è rimandata alla settimana prossima. Conte dunque ha fatto le valigie per Bruxelles, lasciando le carte a Palazzo Chigi.
Salvini: «Non cerchiamo scontri con l’Ue, ma prima gli italiani»
«Non abbiamo mai voluto scontrarci o litigare con l’Europa, ma vogliamo rimettere al centro il diritto al lavoro, alla salute, al risparmio degli italiani – ha detto il vicepremier leghista in un’intervista a Radio anch’io su Radio 1 – Proveremo a rispettare i vincoli in attesa di cambiarli, perché hanno raddoppiato il debito pubblico negli ultimi anni». Italia first dunque, per dirla con le parole di Donald Trump di cui Salvini vuole “copiare” la riforma finanziaria, ma senza prendere posizione forte o smentire l’interlocutore con la Commissione Ue, Giuseppe Conte.
Tajani: «Due miliardi non sono sufficienti»
Secondo il presidente del Parlamento europeo però due miliardi non sono ancora sufficienti per evitare una procedura d’infrazione. «Credo ne servano di più. Ma è importante che ci sia una strategia, che ci siano delle riforme nel nostro Paese», ha detto Antonio Tajani intervenendo anche lui su Radio anch’io.
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