Le mani della politica sulla Rai, la denuncia del sindacato dei giornalisti
«La Rai avrebbe bisogno di una riforma radicale, e invece ancora una volta temo che non si farà nulla: l’azienda rischia di rimanere impantanata nei conflitti al vertice». È con queste parole che Vittorio Di Trapani, segretario dell’Unione sindacale dei giornalisti Rai, apre il suo discorso in commissione di Vigilanza Rai dopo la bocciatura del doppio incarico al presidente della Rai Marcello Foa.
L’affondo diretto a Foa arriva quando Di Trapani evidenzia che la situazione in Rai sia ormai «inaccettabile». «Ci troviamo ormai con un presidente che fa finta di nulla, nonostante il voto della Vigilanza, e non si dimette da RaiCom, atteggiamento che mi sembra uno sfregio al Parlamento», continua Di Trapani.
«La sensazione – aggiunge Di Trapani – è che ci siano due aziende: una che opera con a capo l’amministratore delegato Salini. L’altra, una sorta di struttura parallela, che agisce autonomamente se non in contrasto con l’ad».
Non sono mancate anche osservazioni critiche alla direttrice di Rai1 Teresa De Santis che, nelle scorse settimane, aveva dichiarato apertamente che sarebbe sembrata una «pazza» se avesse tentato di «negare che la Rai ha un editore che fa capo il Governo».
Anche la decisione di chiudere in anticipo la trasmissione Che Tempo Che Fa di Fabio Fazio, senza mettere al corrente l’amministratore delegato Fabrizio Salini, è stata oggetto di dure critiche da parte del sindacato dei giornalisti Rai.
«Sono cose che stiamo denunciando da settimane: abbiamo il dovere di farlo per tutelare l’azienda che è avviluppata nei conflitti», prosegue Di Trapani, che infine lancia un durissimo monito d’allarme: «È a rischio il futuro della Rai per l’assenza di una governance che butti finalmente fuori da viale Mazzini i partiti e i governi».
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