Forte scossa di terremoto a Roma. Epicentro a Colonna: «Tanta paura e gente in strada»
Una scossa di terremoto è stata avvertita a Roma, poco prima delle 22.45. Secondo l’Ingv, la prima stima automatica del sisma è stata di magnitudo 3.7 con epicentro alla profondità di 9 km a circa 14 km nella zona est della Capitale, a 3 km da Colonna, non lontano dal comune di Zagarolo. Dopo la prima analisi dei dati, l’Ingv ha ridotto la scossa a magnitudo 3.6.
La linea C della metropolitana è stata sospesa in via precauzionale per oltre 30 minuti. Atac ha comunicato la ripartenza della circolazione, con inevitabili ritardi.
Dalle prime verifiche dei Vigili del fuoco, non risultano feriti né danni alle abitazioni a Roma. Sotto osservazione invece le case nel comune di Colonna, centro abitato più vicino all’epicentro, dove alcune case sono state evacuate per precauzione, come ha riferito a Open l’assessore ai Lavori pubblici Vincenzo Santoro.
«Al momento la Protezione Civile non ha registrato danni – ha assicurato la sindaca di Roma, Virginia Raggi uscendo dal concerto di Ennio Morricone a Caracalla – come non hanno registrato danni né i Vigili del fuoco né la polizia locale. La metro C è stata verificata, ha ripreso il servizio poco prima di chiudere per la chiusura ordinaria di domenica sera».
«Attualmente – ha detto ancora la sindaca – soprattutto nella zona est ci sono pattuglie della polizia locale che stanno girando per verificare eventuali danni. Comunque non abbiamo ricevuto segnalazioni».
La paura dopo la scossa ha spinto diverse persone per strada, soprattutto nei quartieri del quadrante est della Capitale, come riporta l’Ansa. Molti i cittadini che stanno contattando in questi minuti il 112, soprattutto per chiedere informazioni. La scossa è stata avvertita distintamente anche ai piani bassi delle abitazioni, fino alla zona del litorale romano.
Paura ai Castelli Romani
Fausto Giuliani, sindaco del comune di Colonna, nella zona dei Castelli romani, ha detto: «Abbiamo avuto tanta paura. Ci sono edifici lesionati». Il vicino comune di Zagarolo ha invece chiarito dalla sua pagina Facebook che non sono stati rilevati danni.
«Stiamo facendo le verifiche degli edifici con la protezione civile – ha detto a Open Vincenzo Santoro, assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici di Colonna – non si riscontrano danni alle persone, alcuni edifici del centro storico sono risultati lesionati e quindi evacuati. È stato allestito il centro di accoglienza presso la tensostruttura “Don Vincenzo Palamara” in via Bruno Buozzi. Per coloro che non possono o non vogliono rientrare in casa».
Il sindaco di Zagarolo, Lorenzo Piazzai, ha raccontato all’Ansa: «Da noi è in corso la sagra del Tordo Matto, quindi erano già tutti in strada. C’è stata molta paura. Nei Comuni della zona la gente è scesa in strada, da noi erano già tutti fuori. Adesso c’è la protezione civile in piazza. La botta si è sentita forte, ma non ci sono danni alle cose o alle persone».
«È in corso il sopralluogo nelle contrade della città, ma al momento non ci risultano danni alle cose e alle persone. Io abito in una frazione – ha riferito poi l’ex consigliere comunale Giovanni Luciani – è saltato il divano, l’ho sentito fortissimo. La gente è scesa in strada».
Mibact verifica eventuali danni al patrimonio culturale
Il ministero per i Beni Culturali ha già attivato l’unità di crisi per verificare eventuali danni al patrimonio culturale mentre il sindaco di San Cesareo, Alessandra Sabelli, ha fatto sapere che «c’è stata tanta paura, si è sentito fortissimo e tutti sono scesi in piazza».
Nessun danno a cose o persone, oggi sopralluogo negli edifici comunali, soprattutto nella scuola materna di San Cesareo, comune a pochi chilometri dall’epicentro del terremoto.
Ingv: «Sequenza sotto osservazione»
Cauti i tecnici dell’Ingv sull’ipotesi che sia in atto una sequenza di scosse: «Stiamo analizzando i dati», ha detto all’agenzia Agi Alessandro Amato, sismologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. «Finora non ci sono state altre scosse significative, c’è da aspettare per vedere se c’è una sequenza», ha proseguito, ricordando che nella zona dei Castelli romani dove è stato individuato l’epicentro si ritrova «un vulcano non più attivo ma che ha avuto nella storia dei terremoti importanti, non fortissimi ma dannosi».
Il sismologo dell’Ingv Carlo Meletti ha poi aggiunto all’Ansa che la zona dei Colli Albani: «È famosa per i vulcani, ha una sua attività sismica frequente e storicamente non sono mai avvenuti terremoti con magnitudo elevatissime». Storicamente il sisma più forte risale al 1806, quando era stata rilevata una magnitudo stimana in 5.6, con danni molto estesi sulle località vicine, come Rocca di papa e Zagarolo.
«Un parametro importante è la profondità, pari a 9 chilometri – ha chiarito Meletti – se il terremoto fosse stato ancora più superficiale avrebbero potuto verificarsi danni, per quanto lievi». La scossa è stata comunque molto superficiale, per questo è stata avvertita anche a Roma: «La capitale ha una sua risposta sismica locale dovuta alla conformazione del sottosuolo, con vuoti e rocce sedimentarie, ossia non consolidate, che possono dare un effetto di amplificazione, esaltando l’onda sismica».
In un primo momento, i terremoti rilevati in automatico dall’Ingv erano stati due, con la seconda scossa registrata nella zona della Marsica. Sotto analisi sono ancora le eventuali repliche e la direzione di rottura della faglia. Secondo i tecnici dell’Ingv, si è trattato di un terremoto di tipo tettonico, ossia non legato all’attività vulcanica ma al movimento distensivo tipico dei terremoti nell’Italia centrale.
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