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Luci (spente) a San Siro? Sulla ricostruzione tante dichiarazioni, pochi progetti

24 Giugno 2019 - 22:26 Valerio Berra
Come cambierà quello che è stato definito il secondo stadio più bello del mondo?

«Quando è illuminato, sembra un’astronave atterrata nella periferia milanese». E ancora, per i lettori appassionati di Star Wars: «Potrebbe essere messa a confronto con la Morte Nera, e vincere». Tony Evans, giornalista del The Times, spiegava così, nel 2009, la sua scelta di inserire San Siro al secondo posto tra gli stadi più belli del mondo.

Lo stadio intitolato a Giuseppe Meazza è uno dei simboli di Milano. Un simbolo che da tempo è al centro di un dibattito tra chi lo vuole abbattere, per farne uno nuovo, e chi lo vuole tenere, magari con qualche ritocco.

Inaugurato il 19 settembre 1926. 13 mesi per costruirlo e 5 milioni di lire come investimento. Tutti finanziati da Piero Pirelli, allora presidente del Milan. La partita d’esordio è stata giocata fra le due squadre della città. È finita 6-3 per i nerazzurri.

Il 24 giugno, a Losanna, appena prima dell’annuncio della scelta di Milano-Cortina per le Olimpiadi Invernali del 2026, una dichiarazione ha segnato, o almeno compromesso, il futuro di questo impianto sportivo. Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha spiegato: «Facciamo un nuovo San Siro accanto al vecchio, nella stessa area della concessione. Il vecchio verrà buttato giù e al suo posto ci saranno nuove costruzioni». Una visione condivisa dal Ceo nerazzurro Alessandro Antonello: «Assolutamente».

Dopo qualche ora ha precisato alle agenzie di stampa: «Non ho mai parlato della possibilità che San Siro possa essere demolito: il tema non è di nostra pertinenza dal momento che la struttura appartiene al Comune di Milano».

Ricostruire la “Scala del Calcio

Ristrutturare o costruirne uno nuovo? Il dibattito è già all’ordine del giorno. Secondo i vertici di Milan e Inter, ormai c’è bisogno di più. Più servizi, più tecnologie che garantiscano allo spettatore un intrattenimento digitale e più strutture che trasformino lo stadio in un luogo immerso nel territorio. Scorrendo però le dichiarazioni delle due società negli ultimi mesi non è ben chiaro quale potrebbe essere la direzione verso cui andrà il nuovo San Siro.

I problemi per l’ammodernamento, in ogni caso, sono due. Se si dovesse procedere con la ristrutturazione, Milan e Inter dovrebbero giocare in altri stadi. Sicuramente per una stagione, forse anche di più. Oltre a questo, secondo uno studio del Politecnico di Milano, con la ristrutturazione non si riuscirebbe comunque ad arrivare alla qualità di servizi che si potrebbe ottenere con un nuovo stadio. Questione spinosa quindi, complicata dall’assegnazione delle Olimpiadi Invernali. Fra le tante ipotesi, una di quelle che circolano di più prevede la costruzione di una nuova struttura e la demolizione del vecchio stadio.

Il problema, ora, è capire di quale tipo di struttura si sta parlando. Al momento non è ancora stato presentato alcun progetto. Sempre il Politecnico di Milano ha garantito sulla stabilità della struttura attuale, come ha dichiarato il sindaco Giuseppe Sala a Calciofinanza.

Altra questione è quella della proprietà. Nel 1935 San Siro è stato acquisito dal comune di Milano. Un nuovo stadio di proprietà di Inter e Milan potrebbe essere vantaggioso, dal punto di finanziario, per le due squadre.

Il sindaco di Milano: «Demolire San Siro? Vedremo dopo il 2026»

La posizione di Sala, al momento, è netta: le due squadre non hanno molta voce in capitolo per quanto riguarda il futuro dello stadio. Un equilibrio che il sindaco di Milano ha tenuto a precisare: «Il Comune è proprietario di San Siro, se Milan e Inter decidono di fare uno stadio posso solo dire due cose: ci vorrà tempo e poi alla fine siamo padroni dello stadio. Abbiamo garantito che nel 2026 San Siro sarà ancora funzionante. Questa è la fine della storia».

San Siro infatti fa parte del progetto presentato nella candidatura di Milano e Cortina. E non una parte esattamente marginale. San Siro infatti dovrebbe ospitare la cerimonia di apertura delle Olimpiadi del 2026. Nel frattempo questa struttura, basata sulle ristrutturazioni del 1955 e del 1989, è ancora catalogata dalla Uefa nella Categoria 4, gli stati che garantiscono gli standard tecnici più elevati.

Foto di copertina: Wikipedia/Stadio Meazza

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