Sea Watch si appella alla Corte di Strasburgo. Salvini: «I migranti vadano ad Amsterdam e a Berlino»
«L’Unione Europea vuole risolvere il problema Sea Watch? Facile. Nave olandese, ong tedesca: metà immigrati ad Amsterdam, l’altra metà a Berlino. E sequestro della nave pirata. Punto». Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha risposto all’appello arrivato da Bruxelles con cui la Commissione Ue invita gli Stati membri a trovare un accordo per lo sbarco.
L’appello della Commissione Ue
L’organo esecutivo dell’Unione europea è intervenuto sulla vicenda della Sea Watch: «Pur apprezzando il fatto che l’Italia abbia proceduto all’evacuazione di un numero di persone dalla Sea Watch 3 per ragioni mediche», la Commissione Ue fa appello «agli Stati membri» per trovare «una soluzione per le persone che sono rimaste a bordo».
Lo afferma una portavoce parlando di «imperativo umanitario» e ribadendo che la Commissione «continuerà a fare tutto il possibile, nell’ambito delle nostre competenze, per sostenere e coordinare eventuali sforzi di solidarietà».
L’intervento della Corte di Strasburgo
La Sea Watch è da quasi due settimane ferma al largo di Lampedusa, senza un porto dove far sbarcare i suoi 43 migranti a bordo. Dopo il veto di Matteo Salvini avvalorato anche dal Tar del Lazio, la Ong ha deciso di chiedere l’intervento della Corte di Strasburgo.
A renderlo noto la stessa Corte che ha rivolto una serie di domande sia alla Sea Watch sia al governo italiano. Dovranno rispondere entro poche ore. La Corte in base ai suoi regolamenti può chiedere all’Italia di adottare quelle che vengono definite «misure urgenti» e che «servono ad impedire serie e irrimediabili violazioni dei diritti umani».
La diocesi di Torino è pronta ad accogliere i migranti
Intanto dal capoluogo piemontese, la Diocesi di Torino si è detta «disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato i migranti della Sea Watch». Così l’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia, al termine della messa San Giovanni, patrono della città.
«Rivolgo una preghiera speciale a San Giovanni, che ha sempre difeso i poveri – ha aggiunto – Chiedo a lui di dare una mano per risolvere il problema che stanno vivendo le persone a bordo della Sea Watch. Per essere concreti la Chiesa di Torino è disponibile ad accogliere questi fratelli e sorelle».
Il «no» di Salvini
Continua il braccio di ferro tra la Sea Watch e il ministro dell’Interno. Nei giorni scorsi Salvini ha usato parole duri contro l’ong tedesca e, in seguito all’applicazione del decreto Sicurezza bis, i 43 migranti a bordo dell’imbarcazione non possono scendere sulla terraferma. «Delinquenti» e «sequestratori di esseri umani», ha detto Matteo Salvini degli attivisti a bordo.
Salvini: «Olanda responsabile»
Per sbloccare la situazione senza far sbarcare i migranti sulle coste italiane, Salvini ha scritto all’Olanda. La Sea Watch è una Ong tedesca ma la nave, Sea Watch 3, appartiene all’Olanda.
«Ho scritto personalmente al mio collega ministro olandese: sono incredulo perché si stanno disinteressando di una nave con la loro bandiera, peraltro usata da una Ong tedesca, che da ormai undici giorni galleggia in mezzo al mare», ha dichiarato il capo del Viminale.
«Riterremo il governo olandese, e l’Unione Europea assente e lontana come sempre, responsabili di qualunque cosa accadrà alle donne e agli uomini a bordo della SeaWatch»
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