Paraciclismo: il neocampione italiano è il figlio di un carabiniere ucciso dalla Mafia: «Vittoria per lui»
Il palermitano Dario Bartolotta è il neocampione italiano di handcycling. Nel 2012 ha perso l’uso delle gambe dopo un grave incidente in scooter ma non si è mai arreso.
Dopo aver stabilito il record mondiale per i 12 chilometri alla Strapalermo, Bartolotta ha cominciato a praticare l’handbike. Per la preparazione – racconta – si è rivolto a uno specialista di Torino, che prepara atleti olimpionici e medaglie d’oro come Vittorio Podestà e Alex Zanardi.
Dopo sei mesi di allenamenti ha fatto il salto di qualità, iniziando a gareggiare con la squadra di Podestà. Un passaggio fondamentale, che gli ha permesso di seguire allenamenti ancora più specifici.
«Pratico l’handbike perché racchiude tutte le passioni che avevo quando ero normodotato, nella mia precedente vita – racconta Dario a MeridioneNews – a me piaceva correre, sia in go kart che in motocicletta, e poi facevo palestra».
Il 23 giugno, a Bassano del Grappa, l’atleta palermitano ha coronato il suo sogno: la medaglia d’oro ai campionati italiani. Dopo la gara, Dario ha voluto ringraziare il papà Salvatore, carabiniere, morto nell’attentato al giudice Rocco Chinnici il 29 luglio del 1983.
Poi si è rivolto alla figlia, Vittoria. «Dedico a loro la vittoria, e ovviamente a mia moglie che è stata la prima ad abbracciarmi. Con l’amore si raggiungono grandi obiettivi. L’impossibile non esiste, l’importante è volerlo». Al suo arrivo in aeroporto, il neocampione è stato accolto da una quarantina di persone, tra fuochi d’artificio e bandiere italiane.
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