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Un politico può bloccare un giornalista su Twitter? Salvini lo ha fatto con Fabio Chiusi, e non è l’unico

25 Giugno 2019 - 06:17 David Puente
Il ministro dell'Interno, o qualcuno del suo staff, non accetta le critiche dei cittadini sui social

Siete mai stati bloccati da un politico su Twitter o sulla sua pagina Facebook ufficiale? A meno che non siate dei maleducati cronici o degli spammer incalliti – insomma, tanto orrendi da non poter essere sopportati perché superate l’indecenza – un politico non dovrebbe bloccarvi. Se questo non è capace di affrontare le critiche, di cui dovrebbe essere già abituato anche nei dibattiti pubblici con i suoi avversari, deve risolvere il suo problema. Fabio Chiusi, giornalista, è stato recentemente bloccato su Twitter da Matteo Salvini dopo aver pubblicato il seguente tweet il 19 giugno 2019:

Salvini: «Montanari? Finché questo triste snob di sinistra insulta me, amen. Ma quando arriva a infangare due grandi come Fallaci e Zeffirelli, siamo al delirio. Che lasci ogni incarico pubblico e chieda scusa all’Italia».

Chiusi: «Ma parli dall’alto dei tuoi famosi studi di cinematografia e di critica letteraria o più semplicemente ci tieni solo a ribadire che tu e la democrazia non avete niente a che vedere?».

L’ultimo tweet scritto a Salvini da Fabio Chiusi

Non era l’unico tweet rivolto al ministro dell’Interno. Ecco un altro pubblicato qualche ora prima:

Quand’è che leggiamo un tweet sui “maledetti fascisti” che vanno in giro a picchiare la gente a piacimento? Non contro “tutte le violenze”: contro le violenze fasciste, proprio. Sempre smemorato eh?

Il tweet dove lo critica per le mancanze

Fabio Chiusi, tornato sul profilo del ministro, il 21 giugno 2019 si accorge di essere stato bloccato, per la seconda volta, e di essere stato bloccato anche sulla sua pagina Facebook:

“Ai rosiconi diciamo: finché ce la lasciano libera, la rete la useremo il più possibile”, diceva Salvini, prima di mettersi a bloccare un giornalista che lo critica. Complimenti, un vero democratico. #vinciunBANdaSalvini

Il tweet dove informa gli utenti di essere stato bloccato da Salvini

Fabio Chiusi è un giornalista, ma non importa in questo momento il suo ruolo. Qualunque cittadino ha il diritto di criticare un politico, in questo caso non ci sono stati insulti o minacce nei confronti del criticato e non si evidenziano giustificazioni valide per tale blocco. Non risulta, tornando al ruolo del giornalista che compete a Fabio, una bella risposta nei confronti della categoria dei giornalisti. Era capitato qualcosa di simile poco tempo fa con la giornalista Monica Napoli di Sky:

Le critiche di Fabio non sono affatto concluse e proseguono su Facebook, ribadendo che tale situazione si è rivelata grottesca e tragicomica:

Ora, la situazione è grottesca, tragicomica. Io non posso esprimergli una critica diretta, immediata, visibile a tutti, sui mezzi — i social media — che loro invece possono usare per deridere e censurare chi li critica. Il tutto mentre naturalmente li glorificano ipocritamente come luoghi di ascolto della “gente”, del “popolo” tutto, di comunicazione “paritaria” con ciascuno di voi: “amici”, scrive il Censore ex Padano folgorato sulla via della Presidenza del Consiglio dal nazionalismo di destra.

“Amici” un cazzo. “Amico” è chi la pensa come lui. Gli altri si possono dare in pasto al branco. E rimuovere dal novero di chi può interagire, avere diritto di parola.

Insomma, coerente col modello putiniano-orbaniano di questo finto uomo del popolo, che in realtà — lo scrive oggi Bottura su Repubblica rispetto a Fedriga e alla vergognosa rimozione dello striscione per Regeni, ma vale identico — ha a cuore solo i “suoi”, solo il consenso, a ogni costo.

C’è da ricordare una cosa e cioè che Matteo Salvini, come altri politici, non gestiscono sempre e in maniera esclusiva i loro account e pagine Facebook ufficiali. Risulta noto che dietro il Salvini social ci sia Luca Morisi e il suo staff e qualcuno di loro potrebbe non aver più sopportato Chiusi e le sue critiche. Resta il fatto che, anche in questo caso, si tratta del profilo pubblico di un politico e ministro della Repubblica che blocca gli utenti che lo criticano anziché controbattere.

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