Un politico può bloccare un giornalista su Twitter? Salvini lo ha fatto con Fabio Chiusi, e non è l’unico
Siete mai stati bloccati da un politico su Twitter o sulla sua pagina Facebook ufficiale? A meno che non siate dei maleducati cronici o degli spammer incalliti – insomma, tanto orrendi da non poter essere sopportati perché superate l’indecenza – un politico non dovrebbe bloccarvi. Se questo non è capace di affrontare le critiche, di cui dovrebbe essere già abituato anche nei dibattiti pubblici con i suoi avversari, deve risolvere il suo problema. Fabio Chiusi, giornalista, è stato recentemente bloccato su Twitter da Matteo Salvini dopo aver pubblicato il seguente tweet il 19 giugno 2019:
Salvini: «Montanari? Finché questo triste snob di sinistra insulta me, amen. Ma quando arriva a infangare due grandi come Fallaci e Zeffirelli, siamo al delirio. Che lasci ogni incarico pubblico e chieda scusa all’Italia».
Chiusi: «Ma parli dall’alto dei tuoi famosi studi di cinematografia e di critica letteraria o più semplicemente ci tieni solo a ribadire che tu e la democrazia non avete niente a che vedere?».
Non era l’unico tweet rivolto al ministro dell’Interno. Ecco un altro pubblicato qualche ora prima:
Quand’è che leggiamo un tweet sui “maledetti fascisti” che vanno in giro a picchiare la gente a piacimento? Non contro “tutte le violenze”: contro le violenze fasciste, proprio. Sempre smemorato eh?
Fabio Chiusi, tornato sul profilo del ministro, il 21 giugno 2019 si accorge di essere stato bloccato, per la seconda volta, e di essere stato bloccato anche sulla sua pagina Facebook:
“Ai rosiconi diciamo: finché ce la lasciano libera, la rete la useremo il più possibile”, diceva Salvini, prima di mettersi a bloccare un giornalista che lo critica. Complimenti, un vero democratico. #vinciunBANdaSalvini
Fabio Chiusi è un giornalista, ma non importa in questo momento il suo ruolo. Qualunque cittadino ha il diritto di criticare un politico, in questo caso non ci sono stati insulti o minacce nei confronti del criticato e non si evidenziano giustificazioni valide per tale blocco. Non risulta, tornando al ruolo del giornalista che compete a Fabio, una bella risposta nei confronti della categoria dei giornalisti. Era capitato qualcosa di simile poco tempo fa con la giornalista Monica Napoli di Sky:
Le critiche di Fabio non sono affatto concluse e proseguono su Facebook, ribadendo che tale situazione si è rivelata grottesca e tragicomica:
Ora, la situazione è grottesca, tragicomica. Io non posso esprimergli una critica diretta, immediata, visibile a tutti, sui mezzi — i social media — che loro invece possono usare per deridere e censurare chi li critica. Il tutto mentre naturalmente li glorificano ipocritamente come luoghi di ascolto della “gente”, del “popolo” tutto, di comunicazione “paritaria” con ciascuno di voi: “amici”, scrive il Censore ex Padano folgorato sulla via della Presidenza del Consiglio dal nazionalismo di destra.
“Amici” un cazzo. “Amico” è chi la pensa come lui. Gli altri si possono dare in pasto al branco. E rimuovere dal novero di chi può interagire, avere diritto di parola.
Insomma, coerente col modello putiniano-orbaniano di questo finto uomo del popolo, che in realtà — lo scrive oggi Bottura su Repubblica rispetto a Fedriga e alla vergognosa rimozione dello striscione per Regeni, ma vale identico — ha a cuore solo i “suoi”, solo il consenso, a ogni costo.
C’è da ricordare una cosa e cioè che Matteo Salvini, come altri politici, non gestiscono sempre e in maniera esclusiva i loro account e pagine Facebook ufficiali. Risulta noto che dietro il Salvini social ci sia Luca Morisi e il suo staff e qualcuno di loro potrebbe non aver più sopportato Chiusi e le sue critiche. Resta il fatto che, anche in questo caso, si tratta del profilo pubblico di un politico e ministro della Repubblica che blocca gli utenti che lo criticano anziché controbattere.