Slitta la correzione del bilancio per la procedura d’infrazione: Tria e Conte al G20 per trattare
Un Consiglio dei ministri depotenziato e una missione di Conte e Tria, a margine del G20 di Osaka, per esporre il piano italiano per scongiurare la procedura di infrazione. A poche ore dal vertice non risolutivo di ieri sera, a Palazzo Chigi la riunione dei ministri è durata poco più di un’ora. Non c’è stato il passaggio formale sull’assestamento di bilancio con cui il premier Giuseppe Conte proverà convincere la Commissione europea a non dare avvio alla procedura d’infrazione a carico dell’Italia: serve tempo e probabilmente slittearà al 1 luglio. Notizia diffusa prima dalle agenzie stampa e poi confermata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti che ha risposto «penso di sì» alla domanda se l’assestamento sarà accompagnato da una relazione del Parlamento. Un’approvazione all’ultimo minuto insomma. Il 2 luglio è prevista infatti la riunione della Commissione europea che dovrà decidere se dare avvio o meno alla procedura a carico dell’Italia. Nel caso di una decisione in tal senso da parte della Commissione, la palla passerebbe ai ministri delle Finanze Ue la cui riunione è prevista per il 9 luglio.
Bruxelles, nonostante le promesse italiane durante il Consiglio europeo, non sarebbe ancora convinta di poter salvare l’Italia dalla procedura. L’Italia ha messo sul tavolo della trattativa i risparmi di reddito di cittadinanza e quota 100, entrate di Cassa depositi e presititi, Bankitalia e del contenzioso con il gruppo del lusso Kering (titolare dei marchi Gucci e Bottega Veneta), i 2 miliardi di fondi ministeriali congelati nell’ultima manovra. Ma per la Commissione europea non sarebbe sufficiente. Secondo quanto riporta la Repubblica, all’appello mancherebbero ancora due miliardi. L’assestamento verrà dunque presentato il giorno prima della riunione a Strasburgo e dopo la riunione del Consiglio europeo del 30 giugno in cui verranno decise le nomine Ue. L’Italia punta a una poltrona di commissario in materie economiche. Difficile per un Paese su cui pende ancora il pericolo di una procedura d’infrazione.
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