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Nuovo record per la Sea Watch: la Rete antifascista raccoglie 315mila euro in 48 ore

28 Giugno 2019 - 21:10 Angela Gennaro
«Siamo orgogliosi di dimostrare che Salvini non rappresenta 60 milioni di italiani, ma solo quella fetta di cittadini che si fanno ingannare dal populismo becero. Noi restiamo umani»

La cifra cresce a ogni refresh. Sono, in poco più di 48 ore, quasi 20mila le persone che hanno donato – al momento in cui si scrive, le 21.10 del 28 giugno 2019 – la cifra record di 315mila euro. È il risultato ottenuto da una delle tante realtà che hanno lanciato raccolte fondi on line per rispondere al caso Sea Watch – con l’intento di pagare le spese legali della ong tedesca: quella della Rete italiana antifascista.

Dalle 15.00 di mercoledì 26 a ora sono stati quasi 315mila gli euro raccolti. Già in meno di dodici ore, in pratica, l’associazione era riuscita a raggiungere la cifra che coprirebbe la sanzione amministrativa (dai 10mila ai 50mila euro, ai sensi del decreto sicurezza bis) che potrebbe rischiare la comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete per aver sfidato il no del Viminale ed essere entrata nelle acque territoriali italiane a Lampedusa.

«E se viene sequestrata la nave, siamo pronti a ricomprarla», dice a Open Fabio Cavallo. E più la cifra si alza, più gli organizzatori alzano il goal da raggiungere: prima 100mila, poi 200mila, ora 349mila.

«Non ci credevamo neanche noi, è incredibile. Non ci aspettavamo questo successo. Abbiamo aperto la raccolta fondi come Rete nazionale antifascista, una rete che raccoglie le più grosse pagine antifasciste di Facebook come Il Partigiano, Padri e Madri della Libertà e Il razzismo non ci piace», spiega.

«Abbiamo creato un gruppo grossissimo di 8mila persone, c’è dentro l’Anpi, senatori, giornalisti, avvocati. Quando abbiamo visto quello che stava succedendo Franco Matteotti della pagina Il razzismo non ci piace ha proposto di lanciare la raccolta fondi».

Il goal è di 100mila euro. «Mai avremmo immaginato. C’è gente che versa addirittura 200 euro alla volta», dice Cavallo. «Non ci sono dietro magagne. I soldi vanno tutti alla SeaWatch. E quelli che rimangono, eventualmente, andranno alle prossime missioni».

Anche la stessa Sea Watch ha lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding Produzioni dal Basso: al momento in cui scriviamo sono stati raccolti quasi 45mila euro.

La «profezia» di Di Maio

Per Cavallo «è una bella lezione per il Capitano, Matteo Salvini. La capitana, quella della SeaWatch 3, Carola «ha avuto il coraggio di fare quello che non hanno fatto tanti altri. Qui si tratta solo di salvare vite umane, moralità e vite umane. Salvini sta usando la paura. Su Twitter c’è gente che incita all’odio e che lui non blocca. Ma i giornalisti li blocca. È una figuraccia che stiamo facendo fare a Salvini e al governo. Siamo orgogliosi di dimostrare che Salvini non rappresenta 60 milioni di italiani, ma solo quella fetta di cittadini che si fanno ingannare dal populismo becero. Noi restiamo umani».

L’altro vicepremier, Luigi Di Maio, aveva da poco scritto su Facebook, in merito al caso Sea Watch: la Corte di Strasburgo «gli nega lo sbarco? Meglio, si pubblicizza ancora di più il brand. Qualcun altro nel governo (il riferimento è a Salvini, ndr) gli risponde via social? Ottimo, ci saranno in tutto il mondo una serie di finanziatori alla Soros pronti ad incrementare i loro bonifici».

«Sì, sì. Soros, gli alieni, il complotto», chiosa Fabio Cavallo. «Se siamo arrivati a questo punto è colpa loro, del Movimento 5 Stelle, che ha portato al governo quell’alleato».

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