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Sea Watch è sbarcata a Lampedusa dopo 17 giorni in mare

28 Giugno 2019 - 17:59 Redazione
«Secondo il governo l'accordo sulla ridistribuzione c'è. Quindi i migranti potrebbero 'sbarcare in 5 minuti' come promesso da Matteo Salvini. Perché invece sono ancora sulla Sea Watch? La situazione si fa ogni minuto più drammatica, fateli scendere», dice da bordo il deputato Matteo Orfini

Dopo 17 giorni di attesa, la nave ong Sea Watch è sbarcata a Lampedusa. In questo articolo tutti i dettagli: grazie per aver seguito la diretta.

21.10 – «La priorità è che queste persone vengano portate a terra e che si metta fine a questa messinscena, a prescindere da qualsiasi tipo di indagine
rispetto alla quale offriremo la massima collaborazione». Lo afferma la portavoce della Ong Sea Watch Giorgia Linardi in un video postato su Twitter al termine della perquisizione della Guardia di Finanza a bordo della nave, sottolineando che «è nostro interesse che venga fatta chiarezza su molti aspetti di questa vicenda. La situazione a bordo è insostenibile» – aggiunge – «c’è un via vai continuo di navi e ispezioni. Tutte situazioni che
creano scompiglio ma sopratutto aspettative tra i migranti che è difficile tenere sotto controllo perché non sappiamo quando questa situazione si risolverà». Linardi ribadisce inoltre che la decisione della capitana Carola Rackete di violare il divieto di ingresso è stata una scelta dovuta allo «stato di necessità» vista la situazione a bordo. Uno stato «di cui non si sta
minimamente tenendo conto» e che ha visto, nei giorni, l’evacuazione per ragioni mediche di 13 delle 53 persone salvate inizialmente a bordo, minorenni inclusi.

21.00 – «Anche il ministro degli Esteri Moavero chiarisce, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che la Libia non è un porto sicuro. Gli accordi siglati dal nostro governo con Tripoli vanno assolutamente sospesi». Lo dichiara Riccardo Magi, deputato radicale di +Europa che si trova da ieri a bordo della Sea Watch 3. In un video in diretta su Facebook Magi ha raccontato che: «le persone che sono qui da 16 giorni vivono la permanenza forzata sulla nave come un colpo di grazia dopo l’odissea tragica che hanno attraversato». Tra pochi giorni «si voterà al parlamento italiano una risoluzione per non riconfermare la missione italiana in Libia e quindi il sostegno dato dal nostro governo sia in termini di mezzi, come le motovedette cedute alla guardia costiera, che di denaro», ha affermato Magi che è tra i firmatari della risoluzione. «Spero che questa iniziativa sulla Sea Watch favorisca una presa di coscienza non solo tra le forze politiche, ma anche nella società civile e nell’opinione pubblica italiana. Serve una una legge di riforma che crei canali legali di ingresso per lavoro, oltre a garantire con i corridoi umanitari che si possa arrivare in Europa senza rischiare quello che rischiano queste persone. Quelli che sono qui sono solo una minima parte di quelli che muoiono o che evidentemente sono ancora prigionieri in Libia. C’è molto da fare e molto da lottare», ha concluso Magi.

https://www.facebook.com/RiccardoMagiRadicali/videos/458561981611448/

19.50 – Secondo RaiNews, sarebbero stati liberati dei posti all’hotspot di Lampedusa, forse in vista di un possibile sbarco delle 40 persone ancora a bordo della Sea Watch 3, ferma a un miglio dal porto dell’isola.

19.44 – «Sicuramente l’Italia è diventata il palcoscenico dell’immigrazione. Ma queste sono imbarcazioni che non hanno la possibilità e la facoltà di salvare persone in mare. Ora l’Ue deve battere un colpo e dirci che ricolloca quei migranti e allo stesso tempo queste imbarcazioni vanno sequestrate», dice il vicepremier Luigi Di Maio a “Zapping”, su RadioUno.

Alcune persone a bordo della Sea Watch 3, a un miglio da Lampedusa, 27 giugno 2019. Ansa/Matteo Guidelli

19.40 – «Che l’Europa sia matrigna non c’è dubbio, perché è mezza fatta e mezza no. Il pane europeo è mezzo cotto. Non ci sono regole comuni per una cosa così piccola come la Sea Watch, che è un problema umanitario per cui ci sono voluti quindici giorni prima che si cominciasse a dire che se ne potevano allocare due qua, tre qua e due là. È assolutamente intollerabile. È diventato un problema di puro gioco politico interno e mancano il buon senso e l’umanità». Così a Sky TG24 Romano Prodi commentando il caso Sea Watch. «Di fronte al movimento delle migrazioni presente oggi – ha continuato Prodi – queste sono ormai una minima parte e sono diventate simboliche di un non accordo. Almeno in quest’ultima fase può darsi che diventino simboliche di un accordo, ma è il segno di un’incapacità di affrontare i problemi che spaventa».

19.10 – «Secondo il governo l’accordo sulla ridistribuzione c’è. Quindi i migranti potrebbero ‘sbarcare in 5 minuti’ come promesso da Matteo Salvini. Perché invece sono ancora sulla Sea Watch? La situazione si fa ogni minuto più drammatica, fateli scendere», scrive su Twitter Matteo Orfini, deputato Pd, ancora a bordo della nave Sea Watch al largo di Lampedusa insieme ai colleghi deputati Davide Faraone, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi.

21.10 – La comandante tedesca della Sea Watch3, Carola Rackete, dovrà presentarsi domani, alle 9, alla brigata della Guardia di Finanza dove sarà
interrogata, assistita dai legali di Sea Watch Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, dal procuratore aggiunto Salvatore Vella.

19.00 – Tra le persone che verranno ascoltate alla Camera in vista dell’esame del decreto sicurezza bis, ci saranno anche i rappresentanti delle ong Sea Watch, Open Arms e Mediterranea, oltre a Luigi Patronaggio, il pm di Agrigento che ha indagato Matteo Salvini sul caso della nave Diciotti. È
quanto emerge dal calendario delle audizioni previste dal 2 al 4 luglio, davanti alle commissioni riunite di Affari costituzionali e Giustizia di Montecitorio. La discussione in Aula del decreto che ‘aggiorna’ e integra il primo ‘sicurezza’, comincerà alla Camera il 15 luglio. Secondo il calendario dei lavori, i rappresentanti delle ong saranno sentiti il 3 luglio. In
particolare, alle 9 toccherà all’associazione Antigone. Alle 9.30 sarà la volta dei rappresentanti del Tavolo nazionale asilo, di Open Arms, Sea Watch, Medici senza frontiere, Mediterranea-Saving humans e della comunità Papa Giovanni XXIII. Nel pomeriggio ci saranno le audizioni di una rappresentanza della finanza e della Guardia costiera. Il mondo della giustizia verrà interpellato il 2 luglio: davanti ai deputati delle due commissioni interverranno Patronaggio (alle 12), il segretario delle Camere penali italiane Eriberto Rosso (alle 12.30) e rappresentanti dell’Anm (alle 13). Il 4 luglio, fra gli altri, saranno ascoltati rappresentanti dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (alle 17.30) e Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà (alle 18.15).

Alcune persone a bordo della Sea Watch 3, a un miglio da Lampedusa, 27 giugno 2019. Ansa/Matteo Guidelli

17.59 – Matteo Salvini attacca la stampa tedesca in un tweet.

16.30 – «La definizione di porto sicuro viene dalle convenzioni internazionali, queste condizioni per la Libia non ci sono. Non siamo noi a dirlo. So che da questo nascono varie precisazioni di carattere mediatico su convergenze di posizioni o meno, ma è un dato di fatto del diritto internazionale». Lo ha detto il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi rispondendo ad una domanda in un punto stampa alla Farnesina con l’inviato Onu Ghassan Salamé.

16.25 – «Stiamo valutando, stiamo vedendo le carte». Così all’arrivo a Lampedusa il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella ha risposto a chi gli chiedeva se la procura stesse per disporre il sequestro probatorio della nave. «Noi facciamo il nostro lavoro, non ci sostituiamo a nessuno», ha aggiunto il procuratore che ha poi confermato la perquisizione a bordo della nave e l’interrogatorio della capitana Carola Rackete, in programma però domani e non oggi pomeriggio. «Non salirò a bordo – ha concluso – c’è la Finanza che sta agendo su nostra delega».

16.24 – L’equipaggio della Sea Watch3, secondo quanto si apprende, si sta mostrando collaborativo con il personale della Guardia di finanza salito a bordo della nave della Ong tedesca. I finanzieri stanno acquisendo filmati e incartamenti, senza alcuna difficoltà. A disporre le acquisizioni è stato il procuratore aggiunto Salvatore Vella.

15.46 – Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha ringraziato «i governi di Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e al Commissario europeo Avramopoulos per la risposta positiva per le persone a bordo della Sea Watch». Lo riporta la Farnesina in un tweet.

15.45 – «Il comportamento di tutti gli stati membri del Consiglio d’Europa nei confronti di quanto sta accadendo alla Sea Watch 3 è imbarazzante e indegno» dice la parlamentare Tineke Strik, autrice del rapporto contro le
politiche e pratiche di respingimento attuate dai Paesi dell’organizzazione appena approvato dall’assemblea. Tineke Strik, olandese, chiama in causa anche il suo Paese e l’Ue per il caso della Sea Watch 3 e più in generale per le politiche attuate nel Mediterraneo. È «imbarazzante che il governo olandese eviti qualsiasi responsabilità per le persone sulla Sea Watch 3, e che da mesi cerchi di togliere la bandiera olandese a questa imbarcazione» afferma la parlamentare, nel cui rapporto si dice con chiarezza che gli Stati devono collaborare con le ong invece di ostacolarle. Tineke Strik cui da anni l’assemblea ha affidato la stesura dei rapporti sulle politiche migratorie e
le tragedie nel Mediterraneo, è molto critica anche con l’ Ue. «Lasciano che l’Italia faccia il lavoro sporco» dice, spiegando che gli accordi con la Libia sono pagati con fondi dell’Ue e che quanto accade nel Mediterraneo fa parte di una politica coscientemente scelta.

15.42 – Una perquisizione da parte della Guardia di Finanza è in corso a bordo della Sea Watch, ferma a mezzo miglio al largo di Lampedusa. I finanzieri, secondo quanto si apprende, sono saliti a bordo su disposizione dei pm di Agrigento e stanno notificando alla comandante Carola Rackete anche l’iscrizione nel registro degli indagati. A Lampedusa è inoltre in arrivo il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella che nel pomeriggio dovrebbe interrogare la comandante.

15.19 – Matteo Salvini continua ad attaccare l’Olanda. Sulla Sea Watch «il comportamento del governo olandese é disgustoso, se ne strafregano di una nave che batte bandiera olandese. Ho scritto alla collega agli Interni del governo olandese, senza avere uno straccio di risposta», dice il vicepremier a Un Giorno da Pecora su Radio 1.

14.45 – «La linea dura del governo italiano funziona, in Europa qualcosa si muove. E chi ha disubbito alle leggi italiane pagherà», hanno fatto sapere fonti del Viminale. Ma prima di prendere decisioni in merito allo sbarco, il ministero dell’Interno vuole «garanzie dagli altri Paesi Ue su numeri, tempi e modi».

14.15– «Abbiamo il dovere di portare queste persone a terra. Dobbiamo procedere in un modo che sia il più possibile delicato e meno traumatizzante per loro», ha detto la portavoce di Sea Watch.

13.33 – Garante per l’infanzia e l’adolescenza chiede lo sbarco dei minori a bordo della Sea Watch. L’autorità ha scritto al comandante generale della Guardia costiera per verificare se è confermata la presenza di quattro minorenni non accompagnati a bordo della Sea Watch. In tal caso il Garante ricorda che «in nessun caso può disporsi il respingimento alla frontiera di minori stranieri non accompagnati », secondo quanto previsto dalla legge 47/2017.

13.18 – «L’indagine contro di me? Al momento solo voci», ha detto Carola Rackete della Sea Watch 3 in collegamento Skype con i giornalisti ai quali non ha potuto confermare di essere indagata in quanto non le è stato ancora notificato il provvedimento. La capitana ha anche escluso di aver ricevuto finora notifiche di sequestro.

E per quanto riguarda Salvini: «Non ho letto i suoi commenti, non ho tempo. Ho 40 persone, più 20 di equipaggio, quindi 60 persone di cui occuparmi. Mi tengono occupata giorno e notte. Salvini si metta in fila».

13.05 – La Finlandia si è detta disponibile ad accogliere otto dei 40 migranti a bordo della Sea Watch. Lo rende noto l’ufficio del primo ministro, Antti Rinne.

12.30 – «Gli sforzi di solidarietà che la Commissione sta cercando di coordinare, possono essere attuati solo se e quando ci sarà lo sbarco», ha detto la portavoce del commissario all’immigrazione Dimitri Avramopoulos.

12.00 – «Anche il governo italiano ha interesse a una soluzione europea del problema dei migranti e lavora al salvataggio di vite umane. Non è utile in questo momento puntare il dito sull’Italia», ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri tedesco Reiner Breul.

11.45 – Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e altri Stati membri dell’Ue sarebbero disponibili ad accogliere migranti della Sea Watch. Lo hanno confermato fonti della Farnesina, dopo il lavoro svolto su istruzioni del ministro Enzo Moavero Milanesi, in stretta correlazione con la Commissione europea.

11.30 – Carola Rackete è indagata dalla procura di Agrigento. Lo rende noto l’agenzia AdnKronos. La donna dovrà rispondere dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di rifiuto di obbedienza a nave militare. L’iscrizione nel registro degli indagati, da parte della Procura di Agrigento, arriva dopo l’acquisizione dell’annotazione della Guardia di finanza.

11.00 – Davanti al Viminale la mobilitazione della Rete Restiamo Umani in solidarietà dei migranti e per dire no al decreto di sicurezza bis.

10.03 – Dal G20 di Osaka, il premier Giuseppe Conte ha confermato che il premier olandese Mark Rutte: «Non si sente responsabile sui comportamenti dei singoli. Stiamo completando le operazioni sulla redistribuzione». Qualche primo sviluppo arriva infatti anche sul fronte dei Paesi Ue disponibili ad accogliere i naufraghi della Sea Watch: «Tre o quattro Paesi sono disponibili. Si è attivato un meccanismo da parte dll’Europa per la procedura di distribuzione».

10.02 – La Guardia di Finanza ha consegnato alla Procura di Agrigento un’informativa sulla nave Sea Watch3, secondo quanto riporta l’Adnkronos. Nel pomeriggio di ieri, 27 giugno, i finanzieri sono saliti a bordo della nave per un ulteriore controllo dei documenti e la verifica della situazione a bordo, lasciando poi l’imbarcazione dopo alcune ore.

8.25 – Il caso della Sea Watch4 arriva anche al G20 di Osaka, in Giappone, dove il premier Giuseppe Conte ha avuto un lungo colloquio con il collega Mark Rutte tutto incentrato sulla vicenda di Lampedusa. Da quando la nave della Ong, che batte bandiera olandese, ha deciso di ignorare il divieto di ingresso nelle acque italiane, il Governo italiano ha cercato di ottenere da quello olandese un intervento, senza ottenere finora una risposta ufficiale.

7:30 – Intanto proseguono gli sbarchi di piccole imbarcazioni a Lampedusa. In 16 sono arrivati sull’isola intorno alle 7 su un barchino scortato da una motovedetta delle fiamme gialle. Ieri intorno alle 6 erano arrivati in otto. Gli approdi, del resto, non si sono mai fermati nell’isola, davanti alla quale, a circa un miglio, resta la Sea Watch con decine di persone in mare da oltre due settimane.

23:45 – Due migranti, un adulto con problemi di salute e il minore che era con lui, sono stati sbarcati dalla Guardia Costiera. Scende così a 40 il numero dei migranti a bordo della Sea Watch.

22:03 – Il garante per l’infanzia della Regione Calabria, Antonio Marziale, ha fatto sapere di essere disponibile ad andare a prendere e a ospitare a Reggio Calabria i tre minori a bordo della Sea Watch. «Sono pronto a presentare un esposto all’Onu per violazione delle convenzioni internazionali. La convenzione internazionale sui diritti dei bambini è stata firmata anche dall’Italia. Secondo quest’ultima, i minori hanno diritto di cittadinanza in ogni angolo del mondo. Ritengo grave il fatto che si stia violando la convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e nessuno ne parli».

20.36 – «Se si rispetta la legge, se l’equipaggio che ha infranto la legge o viene arrestato o viene espulso, se la nave viene fermata e sequestrata e la smette di andare in giro per il Mediterraneo e se i 42 immigrati a bordo non restano in Italia e vanno in giro per il resto dei Paesi europei io li faccio sbarcare fra cinque minuti. Non voglio che siano italiani a pagare per errori degli altri», dice il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, intervistato da Paolo Del Debbio nel corso della trasmissione ‘Dritto e rovescio’ che andrà in onda alle 21.30 su Retequattro.

Un’immagine postata sul profilo twitter della Sea Watch, 27 giugno 2019. Ansa/Twitter/Sea Watch

20.15 – A bordo della Sea Watch 3, la comandante Carola Rackete ribadisce ai cronisti: «Non avevo scelta. Abbiamo chiesto all’Italia perché era il porto sicuro più vicino al punto di soccorso. Ma abbiamo chiesto anche allo stato di cui battiamo bandiera, l’Olanda, al governo tedesco, e anche alla Francia, alla Spagna e a Malta di offrire assistenza. Non c’era una soluzione politica in vista e tutte le nostre richieste sono state rifiutate».

Cinque lingue, lauree in conservazione ambientale, esperta di navigazione polare e biologia marina, Rackete da molti anni fa anche volontariato. «La situazione a bordo è peggiorata di giorno in giorno», dice in questo video di Askanews. «Soprattutto dal punto di vista psicologico. Abbiamo persone che hanno minacciato di buttarsi in mare e molti che soffrono delle conseguenze dei traumi, ma anche persone che ci hanno detto di aver tentato il suicidio. Dovevamo entrare per evitare danni alla vita delle persone. Adesso da 24 ore aspettiamo che il governo italiano si assuma la responsabilità. Ma hanno solo controllato documenti senza fornire assistenza o un porto per queste persone. Ho deciso di avviarmi verso il porto per fornire loro un approdo sicuro perché la loro sicurezza è la cosa principale in questo momento».

20.10 – «Io li farei sbarcare, perché intervenga la magistratura per poi ridistribuire questi disgraziati in altri Paesi». Sul caso Sea Watch arrivano anche le parole del grillino Alessandro Di Battista. «Occorre combattere il problema alla radice altrimenti tra sei mesi staremo da capo a dodici. Non saranno muri, fili spinati a porti chiusi a frenare qualcosa di negativo, perché i flussi sono un qualcosa di negativo, sono deportazioni». Mentre la Sea Watch è ferma «in questo momento continuano a sbarcare tante persone» in Italia. Il tema migratorio «oggi è la più grande arma di distrazione di massa, mentre il popolo viene diviso con dichiarazioni anche assurdo chi detiene il potere continui a spartirsi l’Italia sulla nostra pelle. Mentre in questi 14 giorni questi disgraziati stanno su una nave, quante
persone sono decedute nel deserto in Africa?», spiega Di Battista secondo cui dire «aiutiamoli a casa loro è penoso».

20.00 – «Firenze si affianca a Livorno e tende la mano ai migranti della #SeaWatch, uomini e donne che possono anche rischiare la vita e hanno bisogno di assistenza. Non si lasciano esseri umani in mare». Lo scrive su facebook l’assessore al welfare e al sociale del Comune di Firenze, Andrea Vannucci, che aggiunge: «La nostra storia è quella di una città aperta e per questo siamo già pronti ad accogliere 12 delle 42 persone a bordo».

https://www.facebook.com/andrea.vannucci.7946/posts/10156600654383175

Già stamani si erano sentiti i sindaci di Livorno e di Firenze, Luca Salvetti e Dario Nardella, proprio per un confronto sull’accoglienza possibile per i migranti della Sea Watch. «Al contempo chiediamo al Governo di affrontare e gestire concretamente il fenomeno dell’immigrazione partecipando attivamente ai vertici dell’UE per ottenere una condivisione delle responsabilità da parte di tutti i paesi europei nessuno escluso», aggiunge Vannucci.

19.05 – «Con una delegazione di colleghi parlamentari siamo a bordo della Sea Watch e non scenderemo finché non sarà trovata una soluzione», spiega Riccardo Magi, deputato di +Europa. «Circolano indiscrezioni su una possibile distribuzione dei naufraghi, non sappiamo se siamo fondate. Ma noi abbiamo deciso che resteremo a bordo finché non sarà trovata una soluzione», annuncia. «Ci troviamo di fronte alla prima applicazione del cosiddetto Decreto sicurezza bis: una norma profondamente incostituzionale. Si tratta dell’ennesimo grave episodio della disumana crociata del Ministro dell’interno contro chi salva vite», conclude
Magi.

18.45 – Dal governo intanto prosegue lo scontro con l’Olanda. Da Milano, Matteo Salvini ha attaccato il governo olandese e il suo disinteresse sulla vicenda della nave Sea Watch3, che batte bandiera dell’Olanda: «Con il governo olandese non finisce qui. Se ci fosse una nave italiana che si fa gli affari suoi davanti al porto di Rotterdam, vorrei vedere cosa direbbero».

18.30 – In un nuovo video dall’account della ong Sea Watch, la capitana Carola Rackete è tornata a spiegare le ragioni che l’hanno spinta a portare la nave verso il porto di Lampedusa: «Nelle ultime 24 ore le autorità
italiane non si erano assunte la responsabilità di far sbarcare
i migranti. Ecco perché abbiamo deciso di entrare in porto da
soli. Dal porto ci hanno detto che non c’era posto e quindi ci
siamo fermati e abbiamo detto che avremmo usato i nostri
gommoni. Siamo vicinissimi al porto e per questa breve distanza
noi possiamo trasferire i migranti sui gommoni. Subito dopo,
però, la Guardia di finanza è tornata a bordo e ci hanno detto
di pazientare un pò perché la soluzione è vicina ed io spero che
abbiano ragione».

18.26 – Non solo Sea Watch: la Open Arms ha lasciato le acque di fronte a Napoli diretta a Lampedusa. «Vista la totale assenza di organizzazioni nella zona che possano documentare quello che sta accadendo e garantire un intervento rapido in caso di necessità, la nostra missione sarà quella di proteggere con la nostra presenza le persone in pericolo di vita, fin quando le autorità preposte non ci sostituiranno», dice l’ong in una nota. «Difenderemo i diritti umani in acque internazionali, solleciteremo chi avrebbe il compito di proteggere la vita e saremo pronti a intervenire in caso di necessità.Soccorrere chi è in pericolo è un obbligo non un obiettivo. Abbiamo un impegno e un dovere morale, per questo navighiamo verso la frontiera più letale del pianeta».

Foto Open Arms

18.22 – «Non so cosa dice Salvini, non lo ascolto. Io sono responsabile della vita di queste persone e dell’equipaggio, la situazione politica non mi interessa». Così la comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete, parlando con i giornalisti a bordo della nave che gli chiedevano un commento sulle critiche del ministro dell’Interno nei suoi confronti.

Foto Riccardo Magi

17.48 – Giorgia Meloni insiste:

17.16 – «Probabilmente la situazione si sta sbloccando», scrive Sea Watch su Twitter

16.50 – Riccardo Magi, deputato di + Europa in collegamento con Open racconta la situazione a bordo: «Qualcuno ha minacciato il suicidio. Queste persone non riescono proprio a capire il perché di quello che sta succedendo».

16.48 – Una delegazione di parlamentari è appena salita a bordo della Sea Watch per incontrare i volontari della ong e avere un quadro più chiaro della situazione: ci sono Graziano Delrio, Matteo Orfini e Davide Faraone del Pd, Riccardo Magi dei Radicali e Nicola Fratoianni (Sinistra italiana). Sulla nave sono presenti anche uomini della Guardia di finanza per ulteriori controlli e verifiche.

16.30 – «La propaganda di Salvini giocata sulla pelle dei migranti, di chi cerca accoglienza e trova disumanità è lo specchio dell’Europa dell’austerità: forte contro i deboli e debole contro i forti», dichiara Giulia Biazzo coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti. «Come studentesse e studenti, indosseremo durante gli esami di maturità un fazzoletto rosso simbolo delle morti in mare e sul lavoro, contro gli ostacoli delle disuguaglianze sociali ed economiche: se la libertà d’insegnamento e d’opinione non sono più diritti garantiti a scuola e nel Paese, allora lanciamo un forte messaggio di dissenso e chiediamo al Governo di bloccare i tagli e aprire i confini», conclude il Sindacato Studentesco.

16.20 – Un gommone con deputati e giornalisti si sta recando verso la Sea Watch, bloccata a un miglio dal porto di Lampedusa. Tra loro, a bordo, il deputato di + Europa Riccardo Magi.

In copertina un’immagine postata sul profilo Twitter di Sea Watch, 27 giugno 2019. Ansa/Twitter/SeaWatch/Twitter

15.40 – Da Sea Watch, un video con le parole della portavoce italiana Giorgia Linardi con il racconto di quanto sta accadendo. «La nave sta procedendo verso il porto. A un miglio dal porto è stato intimato alla nave di spegnere i motori. La Sea Watch 3 è ora in quella posizione», dice Linardi.

15.24 – La Sea Watch 3 si è mossa avvicinandosi ulteriormente al porto di Lampedusa. Ora, a quanto si può verificare, si trova a circa 500 metri da terra. Accanto alla nave, scrive l’Ansa, ci sono una motovedetta della Guardia di finanza e una della Guardia costiera.

14.58 – Sul caso Sea Watch interviene anche l’Anpi: «Basta con la passerella propagandistica di intimidazioni e irrisioni di Salvini», dicono in una nota presidenza e segreteria nazionale dell’Anpi. «Assistiamo sgomenti e disgustati al braccio di ferro sulla vita dei migranti della Sea Watch, mentre il ministro dell’Interno schernisce in modo intollerabile la capitana della nave e un ex ministro della Repubblica, Giorgia Meloni, avanza l’incredibile proposta di “affondamento”. È una mostruosa regressione di civiltà, oltre che di umanità, da parte di personaggi che dovrebbero dare un esempio di responsabilità e di senso delle istituzioni. La legge “sicurezza” dimostra sempre di più il suo vero volto xenofobico, oltreché la sua impotenza: il porto di Lampedusa rimane chiuso solo per le Ong, ma gli sbarchi continuano. È una guerra privata del ministro, dopo che le pretestuose accuse contro le Ong stesse si sono sgonfiate come bolle di sapone. Quella di Salvini non è una politica sull’emigrazione, né c’è alcun governo del fenomeno, che invece andrebbe disciplinato e regolato, tenendo sempre come bussola la Costituzione. Si tratta esclusivamente di una propagandistica passerella di intimidazioni, irrisioni e minacce. Cosa dice il Presidente del Consiglio che, proprio in base alla Costituzione, “dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile”? Davanti alle grida inconsulte per la difesa dei confini nazionali colpisce poi il silenzio dell’Unione Europea, ancora una volta incapace di assumersi il compito di gestire le emergenze umanitarie».

14.00 – La Sea Watch «per il tramite dei suoi legali Alessandro Gamberini del foro di Bologna e Leonardo Marino del foro di Agrigento», comunica di aver «trasmesso un esposto alla Procura della Repubblica di Agrigento per portare all’attenzione dei magistrati i tratti essenziali della vicenda, relativa alla presenza, davanti al Porto di Lampedusa, della nave Sea Watch 3, con a bordo, oltre all’equipaggio, 42 persone, tra le quali 3 minori non accompagnati, soccorsi il 12 giugno 2019 in acque internazionali, a circa 47 miglia dalle coste libiche»

«Attraverso la ricognizione del caso già segnalata dalla comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete, alla Guardia Costiera nella giornata di ieri», spiegano i legali, «si vuole contribuire alla valutazione circa la sussistenza di eventuali condotte di rilevanza penale, poste in essere dalle autorità marittime e portuali preposte alla gestione delle attività di soccorso, nonché demandare alla valutazione dell’autorità giudiziaria l’adozione di tutte le misure necessarie a porre fine alla situazione di gravissimo disagio a cui sono attualmente esposte le persone a bordo della nave».

13.40 – «Il comportamento della comandante della Sea Watch è di una gravità inaudita», dice il premier Giuseppe Conte da Osaka. «A questo punto la responsabilità non è più della politica ma della magistratura italiana». Conte nega però che sia all’ordine del giorno l’ipotesi di non registrare i migranti all’ingresso in Italia – ipotesi paventata ieri dal suo vice, Matteo Salvini, a causa del silenzio europeo sulla questione immigrazione e sullo stesso caso Sea Watch. «Non è all’ordine del giorno», dice il premier. «C’è molta irritazione da parte del governo italiano nei confronti di chi volontariamente ha posto in condizioni di necessità queste persone e io credo se ne debba assumere le responsabilità».

A Lampedusa

Nella mattinata di oggi, giovedì 27 giugno, dopo la decisione della comandante Carola Rackete, sostenuta da una campagna della Rete Antifascista, di entrare nelle acque territoriali italiane nonostante il no del Viminale e dopo l’intervento delle autorità italiane, la nave Sea Watch si trova ancora a due miglia a largo delle coste di Lampedusa. Nella notte, dopo che la guardia di finanza ha controllato i documenti dell’equipaggio, l’autorizzazione allo sbarco non è arrivata.

Mentre Salvini è deciso a non cambiare idea sull’ong che, a suo dire, «gioca sulla pelle dei 42 migranti», dall’Unione europea hanno fatto sapere di essere in cerca di una soluzione, ma «solo dopo lo sbarco».

Ue: «Ricollocamento possibile solo dopo lo sbarco»

Da Bruxelles Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza, ha confermato che «la Commissione Ue è coinvolta da vicino nel coordinarsi con gli Stati membri per trovare una soluzione per ricollocare i migranti della Sea Watch 3 una volta sbarcati». Ma, sottolinea, «la soluzione per le persone a bordo è possibile solo una volta sbarcate. Per questo spero che l’Italia, in questo caso, contribuisca a una veloce soluzione per quanti sono a bordo».

Dimitris Avramopoulos ha anche ammonito il nostro paese sull’ipotesi lanciata da Salvini, quella di non registrare i migranti che entrano in territorio italiano come i trattati europei prevedono. Avramopoulos ha ricordato all’Italia che «senza registrazione dei migranti rischia una procedura d’infrazione».

Salvini: «Giocano sulla pelle dei migranti»

Dall’Italia, intervenuto su Radio anch’io su Radio uno, il ministro dell’Interno non retrocede e continua con la linea dura contro la capitana: «Lo ha fatto per motivi politici perché in 15 giorni sarebbe andata e tornata dall’Olanda due volte».

«È chiaro che una nave che batte bandiera olandese di una ong tedesca che ha raccolto i migranti in acque libiche e poi non è andata in Tunisia, né a Malta ma ha tirato dritto verso l’Italia disubbidendo a tutti lo fa per motivi politici – ha continuato Salvini – mi spiace che usi 42 esseri umani per fare una battaglia politica».

La disperazione dei migranti

«Buongiorno Ue. Ieri, a causa di un’emergenza, siamo entrati nelle acque italiane – scrive la ong su Twitter – la guardia costiera e la Guardia di finanza sono state a bordo. Abbiamo aspettato una notte, non possiamo più aspettare. La disperazione delle persone non è qualcosa con cui giocare».

https://www.facebook.com/salviniofficial/posts/10156720500488155

Matteo Salvini ha inoltre minacciato di sospendere il trattato di Schengen e non identificare gli immigrati in arrivo in Italia se l’Europa non si farà carico dei migranti, mentre il sindaco Pd di Livorno, nella serata di ieri 26 giugno si era dichiarato disponibile ad aprire il porto alla Sea Watch e a concedere lo sbarco a 42 naufraghi a bordo.

Il live del 26 giugno

23.50 – Matteo Salvini su Facebook ribadisce il blocco del porto di Lampedusa, mentre la nave Sea Watch3 si trova a mezzo miglio dall’imbocco del porto lampedusano con 42 naufraghi a bordo: «Sono pronto anche a contravvenire ad alcune normative europee, ad esempio a non identificare più gli immigrati che arrivano in Italia – ha detto su Rete4 nel video diffuso su Facebook – così ognuno sarà libero di andare dove meglio crede. Siamo il terzo Paese per contribuzione alla Ue… Pago, mi danno l’infrazione e quando ho un barcone straniero che viola le nostre leggi se ne fregano… no, così non funziona. L’immigrazione – ha aggiunto il ministro dell’Interno – non può essere gestita da navi fuorilegge: siamo pronti a bloccare qualunque tipo di illegalità. Chi sbaglia, paga. P.S. L’Europa? Assente, come sempre».

23.00 – La storica esponente della Lega a Lampedusa, Angela Maraventano, assieme ad alcuni militanti, è in presidio sul molo del porto lampedusano per protesta contro l’eventualità di uno sbarco dalla Sea Watch dei 42 naufraghi a bordo: «Ci dispiace, ma i porti sono chiusi, il governo ha dato una disposizione e noi qui faremo di tutto perché questa barca non tocchi terra a Lampedusa». Alle ultime Europee, la Lega ha raccolto nell’isola oltre il 45% dei consensi: «Noi abbiamo sempre aiutato i poveri disgraziati che arrivano con le barchette – dice mentre attorno le persone sistemano una bandiera della Lega e due striscioni con le scritte “SeaWatch cambia porto” e “Porti chiusi” – ma siamo contrari a chi traffica in esseri umani».

22.45 – La Rete Nazionale Antifascista ha lanciato una raccolta fondi su Facebook per sostenere le spese legali che la ong Sea Watch potrebbe affrontare, dopo la decisione della capitana Carola Rackele di entrare in acque italiane. In poche ore la raccolta ha superato i 31mila euro.

22.40 – Local Team ha aggiornato la diretta da Lampedusa. Si attende lo sbarco dei migranti. Possibile trasbordo a breve, scrivono. Eccola.

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21.57 – «Dopo avere lasciato la gente in mare per settimane, l’Italia non dovrebbe aggravare questo abuso perseguendo la capitana della Sea Watch per gli sforzi salvavita della nave». Lo ha detto Judith Sunderland, direttrice per l’Europa e l’Asia centrale di Human Rights Watch. «È tempo – afferma in una nota – che le istituzioni e i paesi dell’Unione europea inizino a considerare la propria responsabilità per una politica senza cuore che preferirebbe vedere la gente morire in mare o torturata in Libia piuttosto che essere portata in sicurezza in Europa». Secondo l’ong, «la politica deliberata e inumana dell’Italia di lasciare migranti e richiedenti asilo sulle navi di salvataggio mette tutti a rischio e mette in luce il più ampio
fallimento dell’Europa nel Mediterraneo centrale».

21.30 – La Sea Watch è davanti a Lampedusa, affiancata da una motovedetta della Guardia Costiera. Lo sbarco potrebbe avvenire in serata. La prefettura di Agrigento fa sapere di attendere direttive dal Viminale.

21.29 – Di Maio «non è il ministro dell’Interno, si può fare di più, ma le cifre dicono quest’anno 539 morti, un decimo di due anni fa», dice il vicepremier
Matteo Salvini a Porta a Porta, interpellato sulle parole critiche di Luigi Di Maio sulla vicenda Sea Watch. E su Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3: «La capitana eroina della sinistra, nata bianca ricca e tedesca, faccia volontariato in Germania invece di sequestrare 42 esseri umani da 15 giorni».

20.37 – La capitana della Sea Watch3 Carola Rackete ha comunicato che la nave è ancora fuori dal porto di Lampedusa: «Le autorità italiane hanno controllato i documenti della nave e i passaporti dell’equipaggio, ora stanno aspettando istruzioni dai loro superiori. Spero vivamente che possano presto fare scendere dalla nave le persone soccorse».

20.36 – Il Governo italiano ha intenzione di proseguire con «iniziative formali volte a verificare l’eventuale condotta omissiva del governo olandese». La comunicazione è arriva poco prima del Consiglio dei ministri, da un vertice informale tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini, il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi e il premier Giuseppe Conte.

20.07 – Arrivano le parole di Luigi Di Maio. La Sea Watch ha «preferito restare 14 giorni a largo delle nostre coste anziché chiedere a La Valletta, Madrid o Atene lo sbarco», scrive Di Maio. La Corte di Strasburgo «gli nega lo sbarco? Meglio, si pubblicizza ancora di più il brand. Qualcun altro nel governo (il riferimento è a Salvini, ndr) gli risponde via social? Ottimo, ci saranno in tutto il mondo una serie di finanziatori alla Soros pronti ad incrementare i loro bonifici», attacca il vicepremier grillino. «In mezzo però ci sono le persone. Comparse inconsapevoli di questo grande teatro che sono diventate le acque territoriali italiane. Se dovremo passare tutta l’estate a litigare con le ong abbiamo già perso», aggiunge Di Maio. «Servono corridoi umanitari legali». E «più rimpatri delle migliaia di irregolari non identificati che abbiamo nel nostro Paese (altra stoccata a Salvini, ndr). Il Movimento 5 Stelle non ha né il Ministero degli Affari Esteri, né quello dell’Interno, né quello dell’Unione europea».

https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/posts/2327756643927535?__xts__[0]=68.ARAAtv3Gy1hgd1F66UpDB7sD5VccBR9eAQuf3qQQeOFx_cccEikajjscke3AbRDmuPu7BGkH6v7wLeN_F9IFwXdYHeLD-_Rr5SRNeZtKIG8NdXF7QSylmqfMB456C3aoyBi4A3BGat9vT5pF7GkRTHJToiekSZZK64buzbVgi6-8QpO4oPyULn0W4wR2Q5_DTQ2VSju3KxZud6tSNqx3FkgtpjdswHFk9aBJJ7iUgQYYBI2VGDkaZ3vYrskNZbU2Au5OHn4gUdSeZP_Fh2dlamiZ8NgZSsY-wOdRKhiXkO8bClNpI_YwCTa-MOFRazwlC9X5SmjFRCjHTaIkCnu3KQ&__tn__=-R

20.05 – «Lampedusa e l’Italia hanno bisogno di turisti che pagano, non di clandestini che dobbiamo mantenere noi». Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

20.00 – «Io e Rossella Muroni aderiamo all’appello di Mediterranea e stasera dormiremo sul sagrato di San Pietro. Per difendere la nostra civiltà, per sostenere gli amici di Sea Watch e per chiedere il rispetto dei diritti di 42
persone che da 2 settimane sono tenuti in ostaggio dal Governo
italiano». Lo scrive su twitter Erasmo Palazzotto.

19.19 – Il giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura fa notare sui social che «la sanzione amministrativa prevista dal decreto sicurezza è variabile da un minimo di 10mila fino a un massimo di 50 milaeuro e che la confisca della nave scatta solo in caso di reiterazione delle violazioni contemplate dal nuovo decreto sicurezza bis». Anche «per improvvida retroattività non si ravvedono finora reiterazioni, dal momento che: 1) l’ultimo sbarco #SeaWatch a Lampedusa ha visto la restituzione della nave e (2) per lo sbarco di Gennaio a Catania perfino Zuccaro ne ha riconosciuto liceità senza nulla procedere».

La Sea Watch 3 fuori dal porto di Lampedusa, 26 giugno 2019. Ansa/Elio Desiderio

19.00 – La Guardia di Finanza è a bordo della Sea Watch 3.

18.57 – «Nell’attuale situazione si dovrebbe dare il permesso alla Sea Watch di far sbarcare le persone senza conseguenze per il capitano, l’equipaggio e
l’armatore». Lo ha detto all’ANSA Dunja Mijatovic, commissario ai diritti umani del Consiglio d’Europa. Mijatovic assicura che continuerà a «sollecitare gli altri Stati a prendere la loro parte di responsabilità in modo che l’Italia non sia lasciata sola a gestire le operazioni di ricerca e salvataggio e l’accoglienza di rifugiati, richiedenti asilo e migranti sul suo territorio».

18.50 – «Il governo è assente nelle sedi Ue in cui si discute di immigrazione, è si accendono i riflettori solo quando ci sono le navi delle ong, mentre ne arrivano ogni giorno altre. Il governo non ha una politica dell’immigrazione e qualcuno dovrà spiegare quello che accade da un anno». Lo ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti ai cronisti che in Senato gli hanno posto una domanda sulla lettera che ha scritto al premier Conte a proposito della Sea Watch.

18.40 – «L’ingresso della Sea Watch nelle acque territoriali italiane è l’unico esito coerente con il senso di umanità e con le norme internazionali e
nazionali sul salvataggio della vita in mare. Con il tempo ciò emergerà con chiarezza», dice Riccardo Magi, deputato radicale di +Europa. «È la fine di una farsa sadica dello Stato. Sono qui perché voglio seguire da vicino l’evolversi della situazione che mostra anche la prima applicazione del c.d. Decreto sicurezza bis: una norma profondamente incostituzionale».

18.33 – «Si è riaperta la rotta balcanica, a luglio partiranno i pattugliamenti misti con gli sloveni, ma se il flusso di migranti non dovesse arrestarsi, a mali estremi estremi rimedi», tuona ancora Salvini in conferenza stampa. «Non escludiamo la costruzione di barriere fisiche alla frontiera come fatto da altri Paesi europei».

18.16 – Il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci da Roma si rivolge alla Commissione Europea: «Non si nasconda dietro il Trattato di Dublino, prima di levare le tende faccia qualcosa», dice il governatore riferendosi alla nomina a breve del successore di Jean-Claude Juncker.

18.09 – Matteo Salvini in conferenza stampa: «Sulla Sea Watch c’è un’evidente flagranza di reato: che cosa aspetta qualcuno a emettere un ordine di arresto?», dice il ministro dell’Interno dal Viminale. «Se l’Ue fa la sorda, siamo pronti a non identificare più i migranti che arrivano in Italia, così saranno liberi di andare dove credono», aggiunge. «L’Italia ha chiesto all’Olanda di farsi carico di questa nave. L’Olanda è indegna, non è arrivata alcuna risposta».

17.40 – Video di Franco Assenza.

17.37 – «Rivedere il decreto sicurezza bis e organizzare un sistema di salvataggio e sbarco». È quanto chiede la portavoce dell’Unhcr in Italia Carlotta Sami sottolineando la necessità che «cessi la criminalizzazione delle ong. «È grave – aggiunge Sami in un tweet – che la comandante
non abbia altra scelta che onorare il proprio senso di
responsabilità subendo conseguenze personali».

17.30 – Conferenza stampa di Matteo Salvini in diretta dal Viminale dopo i Comitati Nazionali per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di Calabria e Puglia.

https://www.facebook.com/salviniofficial/videos/982980448760060/

17.25 – «Su Sea Watch ci sono naufraghi. Sarà tardi quando M5S capirà di avere sbagliato», dice a Open l’ex 5 Stelle ed ex comandante della Marina militare Gregorio De Falco.

17.24 – Cgil, siamo con Carola e i 42 migranti. «La Cgil è con la Sea Watch, con la suo comandante Carola Rackete e con i 42 migranti a bordo che stremati e bisognosi di assistenza, dopo quattordici giorni di navigazione, cercano in Italia, a Lampedusa, un porto sicuro», dice il sindacato in una nota. Non è «il momento di restare in silenzio, anzi di agire per una resistenza attiva contro una deriva razzista alla quale non vogliamo abbandonarci».

17.05 – Carola Rackete, la comandante della Sea Watch «ha agito secondo i principi costituzionali del nostro Paese. Non sta violando nessuna legge. I porti sono aperti. Ovviamente stiamo con lei, su quella nave ci sono persone stremate che hanno vissuto l’inferno libico». Lo ha detto Roberto Saviano, intervenendo al programma radiofonico In viva voce in onda su Rai Radio 1.

16.56 – Il prefetto di Agrigento, Dario Caputo, ha confermato di star «attendendo direttive da Roma» e di star monitorando l’evolversi dei fatti legati alla Sea Watch.

16.47 – La nave dovrebbe attraccare dopo le 20.30. L’unico approdo possibile, viste le dimensioni dell’imbarcazione, è il molo commerciale. Non è escluso, però, che i 42 migranti a bordo vengano prima trasferiti sulle motovedette della Capitaneria e portati a terra.

16.39 – Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha chiesto un incontro urgente al premier Giuseppe Conte per «discutere delle politiche sul tema dell’immigrazione e della gestione dei flussi».

16.33 – In vista dello sbarco della nave della ong tedesca il ministro dell’Interno è intervenuto sul suo profilo Facebook.

16.28 – L’imbarcazione si trova davanti al porto siciliano. Sul molo sono schierati i carabinieri.

16.21 – La portavoce di Sea Watch è intervenuta a La7.

16.12 – Il ministero degli Esteri italiano ha riferito di «aver dato istruzioni all’Ambasciatore d’Italia all’Aja di fare, immediatamente, un passo formale presso il Governo dei Paesi Bassi».

16.10 – La posizione dell’imbarcazione. Secondo alcune fonti la nave arriverà in porto alle ore 17.

16.04 – L’annuncio via Twitter della Sea Watch.

La Sea Watch forza il blocco

La nave Sea Watch 3, con a bordo 42 migranti, sta entrando “per necessità” in acque territoriali italiane. Lo comunica la stessa ong tedesca. «Useremo ogni mezzo lecito per fermare una nave fuorilegge, che mette a rischio decine di immigrati per uno schifoso giochino politico. Non darò l’autorizzazione allo sbarco a nessuno». Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini nel corso di una diretta Facebook.

Intanto motovedette della Guardia costiera hanno lasciato il porto di Lampedusa e hanno intimato l’alt a Sea Watch che però non si è fermata a sta continuando a navigare. La comandante rischia una multa di 50mila euro e il sequestro dell’imbarcazione. «Il comandante ha deciso di entrare a Lampedusa? Sappia che l’autorizzazione allo sbarco non c’è, schiero la forza pubblica, il diritto alla difesa dei nostri confini è sacra», ha continuato il vicepremier della Lega.

«Mi sono rotto le palle di vedere l’Italia trattata come un paese di serie B. Chi sbaglia paga. La nostra pazienza è finita. L’Olanda ne risponderà», ha chiarito Salvini.

L’annuncio della capitana

«Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo», ha dichiarato poco prima la comandante della Sea Watch, Carola Rackete. In 14 giorni, lamenta la ong, «nessuna soluzione politica e giuridica è stata possibile, l’Europa ci ha abbandonati. La nostra Comandante non ha scelta». Ma il capo del Viminale controbatte: «Chi se ne frega delle regole ne risponde, lo dico anche a quella sbruffoncella della comandante della Sea Watch che fa politica sulla pelle degli immigrati pagata non si sa da chi».

Ue: «Siamo in contatto con gli Stati per ricollocare i migranti»

La Commissione europea è in contatto con vari Stati per trovare una collocazione ai migranti a bordo della Sea Watch fermi da due settimane a largo di Lampedusa. Lo ha fatto sapere un portavoce della Commissione. «La Commissione ha ricevuto una richiesta di sostenere in maniera proattiva gli Stati membri che cercano soluzioni di ricollocamento per le persone che si trovano a bordo della Sea Watch una volta sbarcati», ha detto il portavoce.

La ong lancia raccolta fondi per pagare assistenza legale a capitana

La capitana Carola Rackete aveva già annunciato di voler forzare il blocco, nonostante la bocciatura del ricorso presentato dalla ong alla Corte di Strasburgo. «Sono responsabile per le 42 persone salvate in mare e che non ce la fanno più. Le loro vite sono più importanti di qualsiasi gioco politico», ha detto la 31enne. Per sostenerla in questa azione, la Sea Watch ha lanciato una raccolta fondi per assicurare che Rackete abbia la tutela legale necessaria una volta fatta attraccare la nave a Lampedusa. «Se il nostro capitano Carola segue la legge del mare, che le chiede di portare le persone salvate sulla Sea Watch3 in un porto sicuro, potrebbe affrontare pesanti condanne in Italia. Aiuta a difendere i diritti umani, condividi questo post e fai una donazione per la sua difesa legale», scrive la ong su Facebook.

https://www.facebook.com/seawatchprojekt/posts/2283815661836502

Sea Watch: «I migranti sono disperati»

Dopo la decisione della Cedu, il ministro dell’Interno aveva commentato trionfale: «Anche Strasburgo ci dà ragione». I migranti, invece, sono «disperati» dopo la bocciatura del ricorso. «Si sentono abbandonati. Ci hanno detto che la vivono come una negazione, da parte dell’Europa, dei loro diritti umani», ha scritto la Sea Watch in un tweet.

Intanto in diverse città italiane, da Palermo a Torino, i cittadini stanno organizzando presidi di solidarietà per i 42 migranti fermi in mare da due settimane.

In copertina alcune persone a bordo della Sea Watch 3, a un miglio da Lampedusa, 27 giugno 2019. Ansa/Matteo Guidelli

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